Nel Post del 27 maggio 2017 dedicato al Ministro Delrio e al
presidente Duci di Federagenti ( vai all'articolo ) abbiamo commentato un
passaggio dell'intervista a Enzo Duci dove assieme a considerazioni sul mercato
dei noli il presidente di Federagenti indicava nelle portacontainer da 10.000
-12.000 teu la misura ideale delle navi per il prossimo futuro.
Previsione che
vene smentita dalle notizie riportate da Milano Finanza a proposito delle
ordinazioni di navi portacontainer ib Cina e Corea dalle compagnie CMA CGM
e MSC.
La francese CMA CGM ha chiesto in Cina nove navi mentre
MSC ne vuole altre 11
PORTACONTAINER, LE BIG FANNO GOLA
Nel 2017 le due società sono tornate a guadagnare ma il
ribasso dei prezzi offerti dalla cantieristica cinese rischia di far aumentare
di nuovo l’offerta di stiva nei prossimi anni.
Non si fa in tempo ad assaporare la ripresa dei noli che
già c’è chi si butta ad ordinare nuove navi contribuendo ad un nuovo probabile
eccesso di stiva nei prossimi anni.
Due in particolare le compagnie che vogliono investire in
nuove navi portacontainer : la francese CMA CGM e la svizzera MSC di Gianluigi
Aponte.
La prima nei giorni scorsi ha ordinato ai cantieri cinesi
Shangai Waigaoqiao e Hudong – Zhongua nove unità ciascuna di capacità pari a
22.000 teu ( unità di misura del container da venti piedi ), che saranno fra le
più grandi sul mercato, al costo unitario di circa 160 milioni di dollari.
Con ogni probabilità saranno impiegate sulla rotta tra
Asia e Europa, alla quale nei prossimi due anni verranno riservate nuove navi
per 1,4 milioni di Teu. Le date di consegna delle nuove unità di CMA CGM non
sono note ma le prime dovrebbero essere pronte nel 2019.
Oltre ai francesi pare che, secondo indiscrezioni
riportate dalla stampa estera. Anche la MSC di Gianluigi Aponte negozierebbe
con i cantieri sudcoreani Samsung e Daewoo la costruzione di 11 portacontainer
da 22.000 Teu a prezzi simili. Non solo : MSC pare abbia chiesto di allungare
anche alcune unità della sua flotta aumentandone la portata da 14.000 a 17.000
Teu. L’investimento totale sarebbe superiore a 1,5 miliardi di dollari.
Ma cosa spinge le shipping company a costruire navi
sempre più grandi in un mercato che faticosamente cerca di ritrovare un
equilibrio economicamente sostenibile?
In un settore sempre più concentrato per via delle
fusioni e acquisizioni degli ultimi anni le spinte sono sostanzialmente due :
la ricerca del massimo volume trasportabile ( a qualsiasi costo 9 e lo
sfruttamento massimo delle economie di scala. E se da un lato le compagnie di navigazione
cercano di imbarcare più container possibili, dall’altro ci sono paesi come la
Cina che intendono tenere in vita a qualunque costo i propri cantieri e la
commessa di CGA CMG appena conquistata da Shangai Waigaoqiao e Hudong-Zhonghua
ha segnato non a caso il nuovo record di ribasso dei prezzi delle nuove navi.
In questo caso i cinesi, che di solito offrono prezzi
inferiori del 5% circa su queste navi, sono scesi fino a 160 milioni di dollari
per portacontainer da 22.000 Teu mentre i sudcoreani non erano disposti a
scendere sotto 175 milioni. Ciò significa un costo per singolo slot di
container disponibile a bordo di 7.200 dollari nel primo caso e 8.000 dollari
nel secondo, cui vanno aggiunte condizioni finanziarie alquanto interessanti
garantite nello stesso pacchetto dalla Export-Import Bank of China.
Una terza ipotesi da tenere presente la possiamo trovare in " Il crack che viene dal mare di S. Bologna " ... Ma per capire le dinamiche interne di questa crisi è
necessario capire il rapporto tra la nave come prodotto industriale e la nave
come prodotto finanziario sullo sfondo del cosiddetto “gigantismo navale”, cioè
della tendenza inarrestabile a costruire unità sempre più grandi.
Gli interessi nazionali del Dragone, come in passato,
sono ancora una volta intervenuti ad alterare un mercato in cui “ non ci
sarebbe bisogno di nuove navi ancora per diversi anni” per dirla con le parole
del numero uno di Maersk Line, Soren Skou.
Dopo anni di margini negativi, quest’anno quelli sui noli
per il trasportocontainer hanno toccato il 16% secondo la società di ricerca
specializzata Drewry. Nell’ultimo biennio i mercato è passato da 20 a 11 compagnie.
La concentrazione ha aumentato il potere contrattuale dei vettori, indebolendo
spedizionieri e caricatori. Sempre drewry ha calcolato che nel 2017 i
principali player dei container via mare otterranno un risultato positivo per 5
miliardi di dollari, mentre l’anno scorso la perdita era stata di 3,5 miliardi
di dollari. Il timore è che i nuovi investimenti riportino il buio sul mercato.
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