Carozzi sulla rubrica di
THE MEDITELEGRAPH
PORTI, IL VANGELO DEL LAVORO E DEL PROFITTO SECONDO GENOVA
Ammonisce Papa Francesco:
amore e lavoro sono il motore della vita, chi sciaguratamente lo boicotta, si
macchia di un peccato gravissimo. Infatti. Per andare sul sicuro, gli
organizzatori della visita papale di fine maggio a Genova, decidono di ospitare
il Pontefice nel luogo più simbolico possibile, un concentrato di
contraddizioni, consociativismi e cadute senza speranza: l’Ilva di Cornigliano.
Strano modo di coniugare pane e pesci alla speranza di una crescita
dell’occupazione, dell’innovazione e di una rinnovata cultura industriale.
In
questa scelta non c’è solo l’esaltazione della genovesità al ribasso, ma
soprattutto la conferma che l’establishment cittadino non intende contare,
progettare, investire e crescere. Piccolo è bello: atteggiamento tipico dell’imprenditoria
e della politica che ostacolano esaltanti alleanze internazionali (ferrovie
svizzere e tedesche collegate con Msc di Aponte e Psa di Singapore) per
consolidare i soliti flussi di traffico ben controllato e ripartito e le
rotture di carico che consentono di lucrare sulle mediazioni e la manipolazione
di poca merce.
E tornando a Papa Francesco
e al territorio simbolo del progresso alla rovescia. Quanti posti di lavoro
andranno in fumo nella nostra portualità dopo l’applicazione industriale di
nuove forme di robotica e di intelligenza artificiale?
La nuova ondata di
automazione “intelligente” gioca un ruolo chiave. Se verrà sovvenzionata con
denaro pubblico per uno sviluppo più rapido verso la nuova generazione di
automazione intelligente, questo senza dubbio costituirà una parte
dell’equazione dei profitti delle imprese. Che già hanno trovato modi per
aumentare esponenzialmente i loro profitti, sfruttando una situazione di salari
bassi o infimi, condizioni pessime e pessimi diritti del lavoro e un terreno
impune nei confronti dell’inquinamento e della devastazione ambientale. Tutto
questo è stato assicurato e potenziato con i trattati di libero commercio.
La
sensazione è che l’immobilismo sia la bussola, che le politiche del governo
siano orientate solo verso il Nord Est e che nessun progetto di crescita dei
traffici sia veramente concreto. Gianluigi Aponte, che con le ferrovie tedesche
e svizzere potrebbe essere la vera alternativa, di fatto investe a pioggia un
po’ in tutta Italia, senza scommettere fino in fondo su una via di accesso
strategica dove localizzare il traffico del corridoio Reno-Alpi (o Gottardo).
Evidentemente il patron di Msc – uno dei pochissimi cervelli illuminati dello
shipping planetario – non si fida di Genova. O ha smarrito l’interesse oppure
non crede a una alternativa concreta alle sue basi del Nord Europa.
La politica nazionale,
appunto, scruta altri orizzonti, fino al paradosso di trasformare un terminal
(Trieste) da 400 mila container in ago della bilancia sullo scacchiere
marittimo nazionale. Del resto non c’è partita tra le amministrazioni
dell’Adriatico e quelle del Mar Ligure. Più che eccellenti si sono rivelate le
mosse della governatrice Serracchiani, a cominciare dall’alleanza con
Fincantieri della Regione Friuli Venezia Giulia per il controllo della fabbrica
di navi di Sant Nazaire. E poi il decreto legge sulle infrastrutture di
prossima adozione, che assegna a quella Regione la gestione e la costruzione
della nuova autostrada di Venezia. Zero assoluto da parte del ministro Delrio e
del governo su Genova e sul ruolo del suo porto, mentre Trieste è al centro di
ogni strategia.
Prospettive? Inquietanti, se si considera la credibilità dei
candidati sindaco sul fronte del porto. Finora niente di serio. Dichiarazioni
che denotano disinteresse, miopia, propensione al consociativismo sottobanco,
visioni distorte e assoluta ignoranza della materia. Arduo supporre che, da
solo e privo di poteri speciali, il nuovo presidente dell’Authority Paolo
Signorini riesca ad esprimere un cambiamento di linea. Al massimo potrà
assegnare o allungare concessioni senza alcuna garanzia di nuovi business.
Naturalmente c’è una
possibilità di rinascita della portualità ligure, esiste una strategia finora
volutamente ignorata che potrebbe cambiare gli equilibri della politica e degli
affari: l’alleanza con i player che operano sui mercati di destinazione e
provenienza, da coinvolgere davvero nella gestione dell’unico porto europeo. In
questo senso non può più essere ignorata l’opzione offerta da Sbb ( ferrovie
svizzere) e Db Shenker (ferrovie tedesche) che insieme a Msc potrebbero essere
interessate a gestire un terminal a Genova, per sostenere il traffico sul
Gottardo, localizzato in Baviera e Baden Württemberg. Se fosse questa la
strategia vincente, avrebbe importante valenza anche la recentissima proposta
degli spedizionieri di costituire una zona di sviluppo portuale asservita al
corridoio.
Così come potrebbe risultare stimolante e innovativa un’intesa fra i
Politecnici di Torino e Milano e l’Università di Genova, per realizzare un
centro di eccellenza in materia di infrastrutture e trasporti. E dimostrare, in
estrema sintesi, che il simbolo dello sviluppo e del lavoro non è l’Ilva.
Certo, spetta alle istituzioni e ai candidati sindaco e non a Papa Francesco
lanciare il messaggio di speranza e di rottura con una realtà di
consociativismi, corporazioni e decrescita.
NOTA DI FAQTRIESTE : Siamo qui a segnalarvi alcuni passaggi di un dibattito innescato dall'intervento sulla sua rubrica di Giorgio Carozzi. Giudicate voi se siamo riusciti a nascondere la nostra " invidia " per il dibattito interessante che puntualmente Carozzi riesce a far partire dalla sua rubrica.
Dibattito che potete seguire nei commenti che seguono l'articolo del mese che Carozzi propone, a questo serve il collegamento sul titolo di questo post che vi permette di andare a leggere direttamente sul blog di Carozzi il dibattito.
Da questo dibattito noi abbiamo scelto gli interventi di Mario Sommariva e di Maurizio Maresca ed abbiamo aggiunto per i nostri lettori la lunga intervista dedicata ai lettori genovesi di Repubblica rilasciata dal ministro Delrio. In questo modo pensiamo di aver fatto un servizio utile ai nostri lettori.
Per un fronte che forse va a chiudersi dopo la nomina di Pino Musolino a presidente dell'AdSP Adriatico settentrionale ( Venezia e Chioggia ) c'è un fronte polemico ricorrente - con Genova - che forse sta riprendendo vigore ?
Al 19 maggio al convegno di EURADRIA a Venezia prenderanno la parola sia Pino Musolino che Zeno D'Agostino e incrociamo le dita per il Nord Adriatico mai pacificato durante l'incarico veneziano di Paolo Costa.
Il commento di Mario Sommariva sulla rubrica LA PILOTINA con la nota distensiva di Giorgio Carozzi e la lunga intervista a Repubblica - pagine genovesi - del ministro Delrio potrebbero stemperare ed evitare la polemica montante da genova verso Trieste. E incrociamo nuovamente le dita.
Nessun commento:
Posta un commento