mercoledì 1 febbraio 2017

L'ARTICOLO DEL CORRIERE VENETO SU VIA DELLA SETA E VENEZIA

Durante il dibattito organizzato dal Limes Club di Trieste sulla Via della Seta con la partecipazione di Lucio Caracciolo è stato citato un recente articolo apparso sul Corriere Veneto che fa un bilancio aggiornato dei progressi dei porti dell'Alto Adriatico rispetto ai progetti cinesi. La nostra curiosità ha prevalso e ci siamo messi alla ricerca:



Porti, via della Seta senza Venezia

Brugnaro attacca Delrio: così non va

Francesco Bottazzo

Domenica 29 Gennaio 2017   

«Non va bene Graziano Delrio, la via della Cina taglia fuori il Porto di Venezia e Venezia? Ma vi sembra logico», twitta il sindaco Luigi Brugnaro a metà pomeriggio. C’è l’ha con la decisione del governo di puntare su Genova e Trieste per la missione cinese che l’Italia sta preparando e che mette al centro i porti. Ci sarà il presidente della Repubblica Sergio Mattarella, il ministro delle Infrastrutture ma prima degli appuntamenti ufficiali sembra previsto per la fine di febbraio una missione dei presidenti dei porti di Genova e Trieste per preparare i contenuti operativi dell’alleanza. 





«Se confermata, ritengo questa scelta un errore e non solo perché l’Autorità di sistema del Mare Adriatico settentrionale (Venezia e Chioggia) non è rappresentata ma perché l’intero sistema portuale italiano non è solo Genova e Trieste — interviene il parlamentare pd Michele Mognato — Non si era più volte affermato e non solo verbalmente che bisogna fare sistema? Non è più rinviabile un confronto è un chiarimento con il governo come ho ribadito con forza qualche giorno fa in commissione trasporti alla Camera dei deputati».

L’obiettivo della missione è di intercettare i volumi sempre più crescenti che arrivano dalla Cina, ed è probabile che ci siano degli incontri bilaterali su investimenti, trasporto aereo e porti. Appare però singolare l’iniziativa del governo che taglierebbe fuori Venezia su cui, sono proprio i cinesi a voler investire con sviluppo dello scalo, pronti a mettere centinaia di milioni di euro per realizzare il porto off shore. 

In questi giorni è arrivata anche la decisione del Tar di respingere il ricorso presentato contro l’assegnazione al raggruppamento italo-cinese 4C3 (costituito dalle società 3Ti Progetti Italia ed E-Ambiente e guidato dal quinto general contractor mondiale, China Communication Constructions Company Group) per la progettazione definitiva del nuovo terminal. 

Non a caso il presidente uscente del Porto di Venezia Paolo Costa critica l’iniziativa che starebbe portando avanti il governo: «Per fortuna che c’è il sindaco a difendere il porto di Venezia da questi subdoli tentativi che stanno rendendo complicati i rapporti con la Cina. Anche perché non mi pare che sia mai stata definita una politica italiana di settore». E non aiutano certo le difficoltà della politica veneziana a fare lobby e a battere i pugni sul tavolo. Lo confermano anche le diverse posizioni sulla soluzione al passaggio delle crociere davanti a San Marco, con il sottosegretario all’Economia Pier Paolo Baretta sempre più intento a ribadire, a titolo del tutto personale, la necessita di spostare le grandi navi a Marghera, andando contro le posizioni del sindaco Luigi Brugnaro e del Porto che invece vogliono la conferma della centralità della Marittima con la realizzazione del canale delle Tresse. 

Ci sono poi le lungaggini che hanno portato a rinviare la scelta del nuovo presidente, che solo in questi giorni è in discussione in Parlamento. Al voto favorevole della commissione Trasporti del Senato sulla nomina di Pino Musolino, dovrebbe seguire mercoledì quello della commissione della Camera anche se nei giorni scorsi non sono mancate le posizioni contrarie di alcuni parlamentari.


«A questo punto mi auguro che la questione sia affrontata presto dal presidente del Consiglio Paolo Gentiloni, che ricordo essere anche il presidente del Comitatone per Venezia», dice Costa. Anche perché alla promessa di novembre del ministro Delrio di convocare il Comitatone, entro gennaio, non sono seguiti i fatti.


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