Porti, via della Seta senza Venezia
Brugnaro attacca Delrio: così non va
Francesco Bottazzo
Domenica 29 Gennaio 2017
«Non va bene Graziano Delrio, la via della Cina taglia fuori il Porto di
Venezia e Venezia? Ma vi sembra logico», twitta il sindaco Luigi Brugnaro a
metà pomeriggio. C’è l’ha con la decisione del governo di puntare su Genova e
Trieste per la missione cinese che l’Italia sta preparando e che mette al
centro i porti. Ci sarà il presidente della Repubblica Sergio Mattarella, il
ministro delle Infrastrutture ma prima degli appuntamenti ufficiali sembra
previsto per la fine di febbraio una missione dei presidenti dei porti di
Genova e Trieste per preparare i contenuti operativi dell’alleanza.
«Se
confermata, ritengo questa scelta un errore e non solo perché l’Autorità di
sistema del Mare Adriatico settentrionale (Venezia e Chioggia) non è
rappresentata ma perché l’intero sistema portuale italiano non è solo Genova e
Trieste — interviene il parlamentare pd Michele Mognato — Non si era più volte
affermato e non solo verbalmente che bisogna fare sistema? Non è più rinviabile
un confronto è un chiarimento con il governo come ho ribadito con forza qualche
giorno fa in commissione trasporti alla Camera dei deputati».
L’obiettivo della missione è di intercettare i volumi
sempre più crescenti che arrivano dalla Cina, ed è probabile che ci siano degli
incontri bilaterali su investimenti, trasporto aereo e porti. Appare però
singolare l’iniziativa del governo che taglierebbe fuori Venezia su cui, sono
proprio i cinesi a voler investire con sviluppo dello scalo, pronti a mettere
centinaia di milioni di euro per realizzare il porto off shore.
In questi
giorni è arrivata anche la decisione del Tar di respingere il ricorso
presentato contro l’assegnazione al raggruppamento italo-cinese 4C3 (costituito
dalle società 3Ti Progetti Italia ed E-Ambiente e guidato dal quinto general
contractor mondiale, China Communication Constructions Company Group) per la
progettazione definitiva del nuovo terminal.
Non a caso il presidente uscente
del Porto di Venezia Paolo Costa critica l’iniziativa che starebbe portando
avanti il governo: «Per fortuna che c’è il sindaco a difendere il porto di
Venezia da questi subdoli tentativi che stanno rendendo complicati i rapporti
con la Cina. Anche perché non mi pare che sia mai stata definita una politica
italiana di settore». E non aiutano certo le difficoltà della politica
veneziana a fare lobby e a battere i pugni sul tavolo. Lo confermano anche le
diverse posizioni sulla soluzione al passaggio delle crociere davanti a San
Marco, con il sottosegretario all’Economia Pier Paolo Baretta sempre più
intento a ribadire, a titolo del tutto personale, la necessita di spostare le
grandi navi a Marghera, andando contro le posizioni del sindaco Luigi Brugnaro
e del Porto che invece vogliono la conferma della centralità della Marittima
con la realizzazione del canale delle Tresse.
Ci sono poi le lungaggini che
hanno portato a rinviare la scelta del nuovo presidente, che solo in questi giorni
è in discussione in Parlamento. Al voto favorevole della commissione Trasporti
del Senato sulla nomina di Pino Musolino, dovrebbe seguire mercoledì quello
della commissione della Camera anche se nei giorni scorsi non sono mancate le
posizioni contrarie di alcuni parlamentari.
«A questo punto mi auguro che la questione sia affrontata
presto dal presidente del Consiglio Paolo Gentiloni, che ricordo essere anche
il presidente del Comitatone per Venezia», dice Costa. Anche perché alla
promessa di novembre del ministro Delrio di convocare il Comitatone, entro
gennaio, non sono seguiti i fatti.
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