In questo articolo che riporta i successi del Washington Post vengono messi in discussione i luoghi comuni sull'informazione. Vengono confutate tutte le "solite" affermazioni sulla crisi della carta stampata e il ruolo dei "socialmedia".
La nostra non è una scelta azzardata perchè abbiamo constatato in questi anni la velocità con cui esperienze anche molto lontane entrano nelle nostre vite grazie alla rapidità e ai costi dell'informatica. Vi basti l'esempio dell'Huffington Post che dopo il rapido successo negli Stati Uniti ha visto nascere altrettanto rapidamente l'edizione italiana. Ma andiamo a leggere l'articolo che vi proponiamo oggi:
Washington Post, e fu nuova gloria la formula magica dell’editore Bezos
ACCOLTO CON PERPLESSITÀ QUANDO RILEVÒ LA MITICA TESTATA IN PIENA CRISI NEL 2013, IL CAPO DI AMAZON LANCIA UN MAXIPIANO DI SVILUPPO CON L’INGRESSO DI 60 GIORNALISTI E UNA RAFFICA DI PROGETTI DI VALORIZZAZIONE
Alberto Flores d’Arcais
New York Succede da anni in ogni parte del mondo, la stampa è in crisi, i quotidiani
perdono copie, i giornalisti perdono il posto. Tutto vero, ma ci sono le
eccezioni. E dagli Stati Uniti ecco che arriva una buona notizia per chi crede
che non sia inevitabile che i giornali abbiano i giorni contati: il Washington
Post si prepara ad assumere decine di giornalisti. Il quotidiano che per anni è
stato (insieme a pochi altri) il simbolo della libertà di informazione e
dell’indipendenza dal potere politico, il giornale del Watergate e di decine di
inchieste da premio Pulitzer, gode di ottima salute e ha deciso di investire
decine di milioni di dollari per fornire ai propri lettori un’informazione
ancora migliore.
Quando nel 2013 Jeff Bezos (visionario fondatore di Amazon e
oggi quarto uomo più ricco al mondo) comprò la famosa testata dai Graham, la
storica famiglia di proprietari, furono in molti a storcere il naso e a
prevedere un futuro disastroso per il quotidiano della capitale Usa e per le
centinaia di giornalisti.
Tre anni (e molti successi) dopo, arriva il premio
per una redazione che è riuscita ad integrare al meglio il giornale di carta
con il sito, le breaking news con le grandi inchieste e che soprattutto ha
aumentato il numero dei lettori. Le cifre del 2016 parlano da sole.
Negli
ultimi dodici mesi il numero degli abbonati è cresciuto del 75%, raddoppiando i
guadagni generati dalle sottoscrizioni digitali e confermando l’intuizione di
Bezos sul “mercato di massa a basso prezzo”
anche per l’informazione (il costo del Washington Post è di 36 dollari all’anno
con i primi sei mesi di prova gratis).
Secondo il giornale online Politico (il
primo a dare la notizia durante le feste natalizie) che ha parlato a lungo con
Fred Ryan - editore e amministratore delegato del Washington Post - ci saranno
“decine di assunzioni” (altre fonti interne citate da Politico parlano di 60
persone) portando il totale dei giornalisti a 750 unità.
Giornalisti che
andrebbero a rafforzare il team delle breaking news e quello delle inchieste
(che resta il più apprezzato dai lettori) ma anche il settore dei video mobile,
che rappresenta per Bezos uno dei principali su cui puntare. «Abbiamo guardato
a quello che ha funzionato nel 2016 e abbiamo fatto investimenti in quella
direzione », ha spiegato Ryan.
Nel 2016 il Washington Post è entrato a pieno
titolo tra i quattro grandi dell’informazione americana (con New York Times,
Wall Street Journal e USA Today) e l’editore è convinto che nei prossimi anni
le cose possano andare sempre meglio.
«Faremo nuovi investimenti sui video,
perché è anche un modo per monetizzare la pubblicità sugli smartphone, che può
essere efficace se si mantiene sotto i quindici secondi».
Quanto alla redazione
inchieste, verrà rafforzata creando un team investigativo di “risposta rapida”,
dato che con la mole di notizie e informazioni disponibili oggi «l’obiettivo è
quello di produrre storie approfondite e con molti dati, sia nello spazio di
pochi giorni o poche settimane che in quello tradizionale in cui occorrono
mesi».
Quanto alle “notizie di corsa”, anche questo settore va rafforzato
perché «porta molto traffico al sito e su altre piattaforme».
Dietro alle
decine di nuove assunzioni c’è una precisa strategia, sia editoriale che di business,
in sintonia con la strada indicata da Bezos quando tre anni fa è diventato
proprietario del quotidiano. «La nuova amministrazione di Donald Trump - dice
Ryan - promette grandi sconvolgimenti, molti conflitti e mi aspetto anche un
numero notevole di soffiate ad alto livello, che possono poi tradursi in
articoli ed inchieste importanti.
Noi ci faremo trovare pronti, perché le
nostre inchieste, il nostro giornalismo investigativo, l’approfondimento delle
notizie sono un’ottima cosa sia per il nostro brand che per il nostro business.
Fanno parte del nostro Dna, i lettori se le aspettano».
Per Bezos e Ryan il
buon vecchio giornalismo divulgato attraverso il digitale (smartphone, Kindle,
gli “instant articles” su Facebook) ha un avvenire sicuro. E vende.
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