martedì 10 gennaio 2017

COSTA VS BONICIOLLI SU LA NUOVA VENEZIA E NOSTRA "INTERVISTA" A BONICIOLLI

Paolo Costa: «Colpa di Boniciolli se il Porto è stato castrato»

Articolo di Alberto Vitucci pubblicato su LA NUOVA di Venezia e Mestre di martedì 10 gennaio 2017 

«Altro che il Mose. I danni al porto li ha fatti Boniciolli. Quando ha voluto nel 2002 i fondali a 12 metri e chiesto la conca di quelle dimensioni. E adesso boccia a priori il nostro progetto di off-shore, senza mai nemmeno averlo visto».

Dura stoccata del presidente uscente dell’Autorità portuale veneziana Paolo Costa che, come scrive Alberto Vitucci su La Nuova Venezia, ” respinge con durezza le pesanti critiche del suo predecessore, poi presidente del porto di Trieste, Claudio Boniciolli.  Altro che «opera inutile».  «L’ off-shore», dice, «interessa il mondo. Solo a Roma non ne vogliono sapere»”. 

Per quanto Costa sia appunto alla fine dell’incarico, rilancia il 

suo off-shore. Boniciolli  l’ha definito inutile e non sostenibile.

 «Non capisco come mai Boniciolli ha detto “no” il primo giorno e continua a dire no. Senza aver mai visto il progetto e aver chiesto una carta»”.

 Nella dettagliata intervista che segue, Costa afferma che quando Boniciolli era presidente del Porto lo “affondò” decidendo di abbassare la quota dei fondali della conca; e ora è necessario puntare sull’offshore .

«Quando si è scoperto che la conca non andava bene e rifarla sarebbe costato almeno 700 milioni di euro il governo ha garantito che avrebbe trovato un altro modo per garantire l’accessibilità al porto e alle navi di grande generazione. Il Parlamento ha autorizzato la spesa di 100 milioni di euro per la realizzazione della piattaforma, togliendoli dai fondi Mose».


In quanto all’offshore, Costa afferma che «Non c’è progetto più maturo in Italia, messo a punto dalle migliori società del mondo come l’Halcrow e l’olandese Ascomig. I Mama Vessel, le chiatte che dovrebbero trasportare i container dal mare a Marghera, sono stati ideati dalla Bmt Triton, la stessa che ha costruito i sommergibili. Il progetto Voops è stato premiato al Forum dell’Ocse nel 2014 come innovazione nel metodo dei trasporti e dall’Im Office di Londra, agenzia dell’Onu».

In quanto ai costi, «Un gruppo cinese tra i più grandi del mondo, il Cccg, ha vinto la gara per la progettazione. Sono disposti a mettere la quasi totalità dei soldi per realizzarlo».

Perché non è quindi stato già approvato, chiede Vitucci? «Facile. Chiedetevi a chi può dare fastidio. Se funziona si parla di milioni di teu in arrivo. Non li sottrarremo ad altri porti italiani, ma c’è lo stesso chi si agita. In realtà chi ha timore e critica l’off-shore sono i porti del Nord Europa. E gli operatori portuali attuali, che hanno forse paura della concorrenza”.

I benefici ci sarebbero: «È stato calcolato che le imprese delle province di Vicenza, Treviso e Verona potranno risparmiare fino a 10 milioni di euro l’anno Il trasporto delle merci via camion a Genova e La Spezia. Invece con l’off shore le navi transoceaniche arriveranno in Adriatico. E i cinesi sono pronti a investire». E Costa ricorda che: « Da quando sono arrivato a oggi il traffico è raddoppiato. Siamo passati da 270 a 611 mila teu. E per il 2030 potremmo arrivare a 6 milioni. Siamo nel posto giusto e dovremmo prendere al volo questa opportunità».



Trieste non è un paesino ma nemmeno una metropoli  e quindi non è stato difficile, per noi di FAQ Trieste, trovare il colpevole di tutti i mali del porto veneziano secondo la tesi di Paolo Costa.

Più difficile è stato “ rubare “ a Claudio Boniciolli qualche reazione e qualche risposta alle dichiarazioni del presidente uscente dell’APV Paolo Costa.

E’ in queste occasioni che Boniciolli  esterna la sua “ flemma brittanica “ e il suo disinteresse per le polemiche che rischiano di diventare personali e improduttive.

Diciamo che con qualche fatica ci siamo riusciti

“Ho trovato il porto di Venezia con i fondali e i canali con profondità insufficienti che richiedevano interventi immediati.  Obbiettivo raggiunto dopo un lavoro faticoso di cui tutti gli operatori di Venezia mi hanno dato atto. Gli interventi menzionati dal prof Costa, esperto di trasporti a Ca’ Foscari , sono stati concordati con gli operatori veneziani e con tutti coloro che avevano interesse ad accedere al porto di Venezia.”

Insistiamo per ricostruire ancor meglio la vicenda e la cronologia. 

“ Il mio incarico – ricorda Boniciolli – è cominciato ormai venti anni fa ed è durato per due mandati di quattro anni ( un mandato con sindaco Massimo Cacciari e uno con sindaco lo stesso Paolo Costa ). Dopo di me la guida dell’Autorità Portuale di Venezia è passata al dott. Zacchello e poi ci sono i due mandati fino ad oggi del prof. Costa, ora in attesa di essere sostituito.

Mentre ricordo di aver sempre espresso un giudizio negativo sul Mose , di cui trovo riscontri anche in recenti inchieste giornalistiche , senza dimenticare quelle della magistratura, non mi ricordo contrasti con l’allora sindaco Costa sui provvedimenti presi e i lavori eseguiti per la profondità dei canali e dei fondali. Posso sbagliarmi ma credo di poter affermare un apprezzamento da parte del prof. Costa per le realizzazioni all’epoca. Questo apprezzamento sarebbe motivato da una semplice riprova: venti anni fa non si poneva il problema del gigantismo navale con tutte le conseguenze che oggi vediamo. “


Con ulteriore fatica siamo riusciti a conquistare ancora tre battute per i nostri lettori e poi Claudio Boniciolli ci ha salutato con flemma e fermezza.

“ Un buon amministratore fa il bilancio della sua azione dal momento in cui ha ricevuto l’ufficio da gestire fino alla fine del suo mandato.”

“ Alla fine del mandato di Costa si faranno i bilanci della sua amministrazione. “


“L’unica cosa che non ho percepito durante il mio mandato è l’interesse mondiale per il porto di Venezia e per il suo presidente, ma non ne ho sofferto molto.”

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