martedì 2 agosto 2016

LA RIFORMA DEI PORTI APPROVATA DAL CONSIGLIO DEI MINISTRI

Della "Riforma dei porti" su questo blog abbiamo iniziato a scrivere il 31 luglio 2014 ( vai all'articolo ) ma senza esagerare si potrebbe dire che di questa riforma se ne parla da subito dopo che era stata varata la Legge sui porti 92/94.

Ci sono voluti due anni, due ministri ( Lupi e Delrio ), dall'annuncio del presidente Renzi per arrivare all'approvazione da parte del Consiglio dei Ministri. Abbiamo seguito con attenzione il dibattito nazionale, segnalando puntualmente, fin dal primo articolo, quando questo dibattito aveva riflessi sulla situazione triestina. In questo percorso abbiamo varie volte citato l'autorevole opinione del direttore della Gazzetta Marittima di Livorno Antonio Fulvi e ci piace concludere questa cronaca con il suo breve commento che è un nuovo inizio.


La Riforma della “governance” primi nomi, ma 

possibili sorprese

30 luglio 2016 

Il toto-presidenti è in atto ma le scelte definitive rischiano di andare alle lunghe 

Il tema del rapporto con i presidenti delle Regioni interessate

ROMA – L’hanno chiamata “governance” e francamente non sappiamo se è per pudore, invece di chiamarla “divisione dei pani & dei pesci”, oppure se è per il generalizzato anglesismo della lingua.


Di fatto, è il problema alla base dei ripetuti slittamenti del decreto del consiglio dei ministri sulla riforma della legge 84/94 relativa alla portualità nazionale. 

Ieri il consiglio dei ministri dovrebbe aver fatto il passo decisivo per l’apparato della norma, ma non certo per la scelta di tutti i nomi relativi alla “governance”. Al momento di andare in stampa – i nostri sono, in effetti, tempi lunghi – eravamo ancora a metà del guado. 

Ovvero, pare che fossero appurati alcuni nomi, quindi la “governance” per Trieste (Zeno D’Agostino), per i porti di Roma (Pasqualino Monti, malgrado i furibondi assalti contro di lui), per i porti di Livorno e Piombino (Luciano Guerrieri) e pochi altri. 

Questi che citiamo sono nomi che circolano, sulla base di Vox Popoli, quindi prendiamoli a benefico di inventario. Secondo la normativa, il “concerto” con i presidenti delle Regioni interessate può andare avanti ancora per 45 giorni. 

E sarà interessante vedere che cosa emergerà nella “governance” nelle Regioni che erano partite per chiedere tre anni di tempo per uniformarsi alla riforma. Tutto il resto è, al momento, in divenire. 

Potremo divertirci di più (o di meno) la prossima settimana.

A.F.


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