Lo scontro con il Porto
«Vogliono infilarsi nei
fondi per il Mose»
Consorzio e Autorità ai
ferri corti per i finanziamenti Cipe
Cuccioletta: «Costa è avvelenato... non ha
una lira»
Mazzacurati: «Non gli daranno soldi, la Lega lo detesta»
Il Gazzetino (Venezia)23
Aug 2016
Gianluca Amadori -
Maurizio Dianese
VENEZIA
È un vero e proprio
scontro di potere quello che va in scena nell’aprile del 2011, alla vigilia di
Pasqua, nelle stanze che contano, tra Roma e Venezia. Una lotta per accedere ai
finanziamenti dello Stato.
Il presidente
dell’autorità portuale, il veneziano Paolo Costa, è infuriato perché il Cipe,
il Comitato interministeriale per la programmazione economica, pensa di
finanziare solo il Mose.
«Minaccia di bloccare tutto e sospendere i lavori»,
comunica il dirigente del ministero delle Infrastrutture, Ercole Incalza,
all’allora presidente del Magistrato alle acque (Mav), Patrizio Cuccioletta, il
dirigente che, tre anni più tardi, si scoprirà essere al soldo del Consorzio
Venezia Nuova (Cvn), il gruppo di società private che deve realizzare il Mose,
sul quale avrebbe dovuto vigilare.
MOBILITAZIONE - Non a
caso, non appena ricevuta l’informazione, Cuccioletta chiama subito il patron
del Cvn per avvisarlo: d’altronde come non dargli qualche utile informazione in
cambio dei 400mila euro all’anno ricevuti come stipendio supplementare in nero?
«Costa è avvelenato... ma ho detto ad Ercole che Costa non può sospendere
niente... fa il gioco delle tre carte...», spiega il presidente del Mav.
Mazzacurati si dice
sorpreso in quanto Costa gli aveva detto che i soldi per il Porto glieli
avrebbero dati i cinesi. «Costa si vuole infilare dentro il finanziamento Mose
perché non ha una lira - rincara Cuccioletta ma il Cipe finanzia solo noi»,
aggiunge, confermando con quel "noi", un interesse diretto ai lavori.
«Non gli daranno soldi anche perché quelli della Lega lo detestano», taglia
corto Mazzacurati. Ma si sbaglia: due settimane più tardi, all’inizio di
maggio, il Cipe, oltre a 106 milioni per il Mose, inserisce tra i progetti da
finanziare anche il porto off-shore. Con il parere favorevole di Cuccioletta.
Così va il mondo.
ANTIPATIE - Dalle
telefonate intercettate per tre anni, durante le indagini della Procura di
Venezia sul sistema corruttivo messo in piedi dal Cvn, depositate lo scorso
luglio ai difensori degli otto imputati ancora sotto processo, emergono con
chiarezza i rapporti tra i potenti di ieri (e di oggi). Tra Mazzacurati e Costa
non correva buon sangue davvero. Lo sa bene l’ingegner Teresa Brotto, alto
potente dirigente del Cvn (anche lei accusata di corruzione e uscita
dall’inchiesta con il patteggiamento): in una telefonata si informa se debba
andare qualcuno all’inaugurazione prevista il giorno seguente al Porto:
«Lasciamo stare, visto com’è simpatico?» «Mi ha chiamato per gli auguri: non
litighiamo...», risponde Mazzacurati, facendo capire che nel frattempo hanno
fatto diplomaticamente pace. «Beh, Allora faccio un salto», chiude la Brotto.
Qualche mese più tardi il
mondo imprenditoriale entra in fibrillazione perché, dopo la caduta del Governo
Berlusconi, gira voce che Costa tornerà a Roma a fare il ministro, dopo
l’esperienza con il Governo Prodi del 1996. Sui giornali non c’è traccia della
notizia: è Erasmo Cinque, molto vicino ad An e al ministro Altero Matteoli
(entrambi ora sotto processo per corruzione a Venezia), ad avere una
"dritta". Per cercare conferme chiama il presidente della Mantovani
costruzioni, Piergiorgio Baita e lo prega di informarsi. Ma Costa cade dalle
nuvole e Baita riferisce a Cinque: «Ho appena riattaccato il telefono con la
persona, non l’ha contattato nessuno... ma se lo chiamano dà la disponibilità».
Baita parla della
questione con la sua più stretta collaboratrice, Claudia Minutillo, ex
segretaria del Governatore Giancarlo Galan, diventata amministratrice di Adria
Infrastrutture, la società del gruppo Mantovani che si occupa di opere in
project financing.
La Minutillo si dice felice della possibile nomina di Costa
a ministro: «A noi ci risolverebbe moltissime cose», dichiara. A cosa si
riferisca non è dato sapersi. Alla fine, comunque, Costa resta a Venezia, al
Porto.
DOPPIO FILO - Dalle
intercettazioni, finora segrete, vengono confermati gli strettissimi legami tra
controllato e controllore, cioè Mav e Cvn. Che Cuccioletta si facesse scrivere
i provvedimenti dal Consorzio di imprese su cui doveva vigilare è ormai cosa
nota. Ora emerge che il Cvn si faceva carico di tutto, proprio tutto, compreso
l’acquisto degli articoli di cancelleria e della carta igienica in uso al
Magistrato alle acque. Con l’autorizzazione di Mazzacurati. E la Brotto che
rassicura: «Tanto poi mettiamo tutto in conto...»
Tra le spese che il Cvn si
accolla ci sono anche 600 euro per un giro in barca organizzato a margine di un
convegno organizzato dal Mav sul "Servizio Informativo", struttura
messa in piedi dal Cvn per studi, ricerche e banche dati, sul controllo del quale,
peraltro, è in corso una "tempesta". Lotta di potere anche in questo
caso.
Ne parlano Baita e
Mazzacurati, subito dopo il giorno di Pasqua del 2011: «Stocker (Johann, un
dirigente del Cvn, ndr) ha voluto creare un Consorzio "parallelo" per
mettersi contro la Brotto, contro il modo di fare di Teresa - spiega il
presidente della Mantovani - Per questo ha cercato di favorire tutte le persone
che erano contro Teresa».
Mazzacurati ha deciso di
far fuori Stocker, di sostituirlo, ma non gliel’ha ancora comunicato. In compenso
ha ordinato a Cuccioletta di bloccare alcune perizie relative all’attività
svolta dal "Servizio Informativo". Stocker protesta e cerca di far
sbloccare i fondi e nessuno sa più come gestire la spiacevole situazione.
La Brotto ne approfitta
per discutere con Mazzacurati del futuro del Mav, considerato che Cuccioletta
sta per andare in pensione: gli chiede se abbia già provveduto a proporre ad
Incalza o a Gianni Letta (sottosegretario alla presidenza del Consiglio del
Governo Berlusconi, ndr) «di far nominare l’ingegner Mayerle alla presidenza».
Giampietro Mayerle all'epoca era vicepresidente del Magistrato alle acque. Il
patron del Cvn sfoggia sicurezza: «Sarà facile nominarlo, almeno per un anno».
In realtà non è così. Al posto di Cuccioletta, a dicembre arriva Ciriaco
D’alessio. E Mayerle se ne va in pensione.
Aprile 2011, i poteri
forti di Venezia si contendono i contributi dello Stato Poi tutti avranno
qualcosa e il presidente di Cvn siglerà la pace: «Non litighiamo»
Dalla cancelleria alla
carta igienica il Magistrato non paga nulla
Boicottato un dirigente
contrario alla linea
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