sabato 27 agosto 2016

ARTICOLO GAZZETTINO SU MOSE E OFF-SHORE

Lo scontro con il Porto «Vogliono infilarsi nei 

fondi per il Mose»

Consorzio e Autorità ai ferri corti per i finanziamenti Cipe 

Cuccioletta: «Costa è avvelenato... non ha una lira» 

Mazzacurati: «Non gli daranno soldi, la Lega lo detesta»

Il Gazzetino (Venezia)23 Aug 2016
Gianluca Amadori - Maurizio Dianese
VENEZIA



È un vero e proprio scontro di potere quello che va in scena nell’aprile del 2011, alla vigilia di Pasqua, nelle stanze che contano, tra Roma e Venezia. Una lotta per accedere ai finanziamenti dello Stato.


Il presidente dell’autorità portuale, il veneziano Paolo Costa, è infuriato perché il Cipe, il Comitato interministeriale per la programmazione economica, pensa di finanziare solo il Mose. 

«Minaccia di bloccare tutto e sospendere i lavori», comunica il dirigente del ministero delle Infrastrutture, Ercole Incalza, all’allora presidente del Magistrato alle acque (Mav), Patrizio Cuccioletta, il dirigente che, tre anni più tardi, si scoprirà essere al soldo del Consorzio Venezia Nuova (Cvn), il gruppo di società private che deve realizzare il Mose, sul quale avrebbe dovuto vigilare.

MOBILITAZIONE - Non a caso, non appena ricevuta l’informazione, Cuccioletta chiama subito il patron del Cvn per avvisarlo: d’altronde come non dargli qualche utile informazione in cambio dei 400mila euro all’anno ricevuti come stipendio supplementare in nero? «Costa è avvelenato... ma ho detto ad Ercole che Costa non può sospendere niente... fa il gioco delle tre carte...», spiega il presidente del Mav.
Mazzacurati si dice sorpreso in quanto Costa gli aveva detto che i soldi per il Porto glieli avrebbero dati i cinesi. «Costa si vuole infilare dentro il finanziamento Mose perché non ha una lira - rincara Cuccioletta ma il Cipe finanzia solo noi», aggiunge, confermando con quel "noi", un interesse diretto ai lavori. «Non gli daranno soldi anche perché quelli della Lega lo detestano», taglia corto Mazzacurati. Ma si sbaglia: due settimane più tardi, all’inizio di maggio, il Cipe, oltre a 106 milioni per il Mose, inserisce tra i progetti da finanziare anche il porto off-shore. Con il parere favorevole di Cuccioletta. Così va il mondo.

ANTIPATIE - Dalle telefonate intercettate per tre anni, durante le indagini della Procura di Venezia sul sistema corruttivo messo in piedi dal Cvn, depositate lo scorso luglio ai difensori degli otto imputati ancora sotto processo, emergono con chiarezza i rapporti tra i potenti di ieri (e di oggi). Tra Mazzacurati e Costa non correva buon sangue davvero. Lo sa bene l’ingegner Teresa Brotto, alto potente dirigente del Cvn (anche lei accusata di corruzione e uscita dall’inchiesta con il patteggiamento): in una telefonata si informa se debba andare qualcuno all’inaugurazione prevista il giorno seguente al Porto: «Lasciamo stare, visto com’è simpatico?» «Mi ha chiamato per gli auguri: non litighiamo...», risponde Mazzacurati, facendo capire che nel frattempo hanno fatto diplomaticamente pace. «Beh, Allora faccio un salto», chiude la Brotto.

Qualche mese più tardi il mondo imprenditoriale entra in fibrillazione perché, dopo la caduta del Governo Berlusconi, gira voce che Costa tornerà a Roma a fare il ministro, dopo l’esperienza con il Governo Prodi del 1996. Sui giornali non c’è traccia della notizia: è Erasmo Cinque, molto vicino ad An e al ministro Altero Matteoli (entrambi ora sotto processo per corruzione a Venezia), ad avere una "dritta". Per cercare conferme chiama il presidente della Mantovani costruzioni, Piergiorgio Baita e lo prega di informarsi. Ma Costa cade dalle nuvole e Baita riferisce a Cinque: «Ho appena riattaccato il telefono con la persona, non l’ha contattato nessuno... ma se lo chiamano dà la disponibilità».

Baita parla della questione con la sua più stretta collaboratrice, Claudia Minutillo, ex segretaria del Governatore Giancarlo Galan, diventata amministratrice di Adria Infrastrutture, la società del gruppo Mantovani che si occupa di opere in project financing. 

La Minutillo si dice felice della possibile nomina di Costa a ministro: «A noi ci risolverebbe moltissime cose», dichiara. A cosa si riferisca non è dato sapersi. Alla fine, comunque, Costa resta a Venezia, al Porto.

DOPPIO FILO - Dalle intercettazioni, finora segrete, vengono confermati gli strettissimi legami tra controllato e controllore, cioè Mav e Cvn. Che Cuccioletta si facesse scrivere i provvedimenti dal Consorzio di imprese su cui doveva vigilare è ormai cosa nota. Ora emerge che il Cvn si faceva carico di tutto, proprio tutto, compreso l’acquisto degli articoli di cancelleria e della carta igienica in uso al Magistrato alle acque. Con l’autorizzazione di Mazzacurati. E la Brotto che rassicura: «Tanto poi mettiamo tutto in conto...»

Tra le spese che il Cvn si accolla ci sono anche 600 euro per un giro in barca organizzato a margine di un convegno organizzato dal Mav sul "Servizio Informativo", struttura messa in piedi dal Cvn per studi, ricerche e banche dati, sul controllo del quale, peraltro, è in corso una "tempesta". Lotta di potere anche in questo caso.

Ne parlano Baita e Mazzacurati, subito dopo il giorno di Pasqua del 2011: «Stocker (Johann, un dirigente del Cvn, ndr) ha voluto creare un Consorzio "parallelo" per mettersi contro la Brotto, contro il modo di fare di Teresa - spiega il presidente della Mantovani - Per questo ha cercato di favorire tutte le persone che erano contro Teresa».
Mazzacurati ha deciso di far fuori Stocker, di sostituirlo, ma non gliel’ha ancora comunicato. In compenso ha ordinato a Cuccioletta di bloccare alcune perizie relative all’attività svolta dal "Servizio Informativo". Stocker protesta e cerca di far sbloccare i fondi e nessuno sa più come gestire la spiacevole situazione.
La Brotto ne approfitta per discutere con Mazzacurati del futuro del Mav, considerato che Cuccioletta sta per andare in pensione: gli chiede se abbia già provveduto a proporre ad Incalza o a Gianni Letta (sottosegretario alla presidenza del Consiglio del Governo Berlusconi, ndr) «di far nominare l’ingegner Mayerle alla presidenza». Giampietro Mayerle all'epoca era vicepresidente del Magistrato alle acque. Il patron del Cvn sfoggia sicurezza: «Sarà facile nominarlo, almeno per un anno». In realtà non è così. Al posto di Cuccioletta, a dicembre arriva Ciriaco D’alessio. E Mayerle se ne va in pensione.

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