Il libro è ricco di riferimenti e ad una prima lettura si arriva fino in fondo per comprendere la tesi che sostiene e poi erano fatti di anni fa.
MA VOI CREDETE ALLE COINCIDENZE ?
Con nostra sorpresa abbiamo trovato questo articolo su IL PICCOLO in edicola oggi e poi continuando la lettura dei quotidiani un pezzo analogo su Repubblica. D'altra parte è scontato che tutti i quotidiani del gruppo editoriale Espresso Repubblica , quando decidono di lanciare una notizia lo facciano tutti assieme.
L'Espresso ha lanciato il sasso nello stagno riproponendo una notizia di anni fa, sarà bene seguire i cerchi che questo sasso riuscirà a produrre nello stagno.
Sentito da L’Espresso il ministro si dice
«assolutamente tranquillo». «Questa intercettazione che voi avete scovato negli
atti del processo reggiano fa riflettere. A Cutro sono rimasto solo 24 ore, e
ho svolto solo incontri istituzionali con il sindaco. In piazza ovviamente avrò
stretto centinaia di mani, potevano essere di chiunque. Nicolino Grande Aracri
so benissimo chi è, conosco la sua storia criminale, ma non so che faccia abbia
visto
che non lo conosco. Non posso avergli stretto la mano durante il viaggio
a Cutro, come dice Gibertini, visto che il boss era in carcere:
l’intercettazione mi sembra un pò ‘telefonatà. Avevo avuto sentore di possibili
dossieraggi contro di me già a fine 2014 e inizio 2015, quando il mio nome era
finito nella lista dei papabili alla presidenza della Repubblica», ragiona
Delrio.
«Non ho nulla da nascondere
- conclude - anche se ci fosse una foto o una stretta di mano non avrei nessuna
difficoltà a spiegarne le circostanze perché ho la coscienza a posto. A Cutro
non ci sono andato per fare campagna elettorale, ma dopo un invito del sindaco.
A differenza degli altri candidati, che misero i cartelloni e fecero incontri
di cui nessuno ha mai chiesto conto».
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