Porto, Burlando a Delrio: "Senti Genova e Savona"
Identikit del
presidente: "Competente e condiviso, solo così Delrio eviterà la polemica
con Toti"
di MASSIMO MINELLA
LUI è fuori dai giochi, lo dice a scanso di equivoci.
"Con gli incarichi pubblici ho chiuso " spiega Claudio Burlando. Ma
chi è stato ministro, presidente di regione e sindaco (due in Italia, lui e
Bassolino) sul tema del mare ha visto le cose da tre angolazioni diverse. Per
cui questo caos sui moli, con la legge che non arriva e il commissario che non
si sa quanto resti, lo spinge a una riflessione più allargata.
LUIGI Merlo se ne andrà fra dieci giorni, il ministro
Delrio troverà una soluzione temporanea in attesa che il premier Renzi esamini
tutto quanto il dossier.
Burlando,
che idea si è fatto di quello che sta accadendo?
"Vedo una legge vecchia in vigore e una nuova che
non arriva. Inoltre continuo a sentir parlare di fusioni fra porti, senza che
accada nulla".
Ma
lei è contrario agli accorpamenti?
"Ne parliamo da una vita, possiamo continuare a
farlo. Ma come è possibile pensare di fare un commissario a Genova e poi magari
annunciare la fusione fra Genova e Savona? La comunità savonese non ha diritto
a dire la sua in questa vicenda?".
Genova
comunque ha bisogno di una soluzione rapidamente. L'11 novembre Luigi Merlo se
ne va.
"E non si può certo lasciare il porto italiano senza
guida..."
E
allora che si fa? La scelta del commissario non sembra avere alternative.
"Sì, ma la discriminante su questo punto riguarda i
tempi".
In
che senso?
"Se il commissario ha durata davvero breve, va bene,
perché resta solo il tempo necessario per la nomina del nuovo presidente. Ma se
i tempi si allungano allora non ci siamo".
Perché?
"Perché non è bello come segnale. In teoria può
prendere tutte le decisioni che vuole, ma si prenderà la responsabilità di
giudicare le istanze sulle concessioni lunghe dei terminalisti? Deciderà su
diga, Blueprint, demolizione del Nira?"
Allora
un commissario che poi diventi presidente...
"Sarebbe la soluzione migliore. Ma se, proprio
mentre è in carica il commissario, prende corpo l'ipotesi di un accorpamento
fra i porti di Genova e Savona, allora è giusto che queste due comunità siano
coinvolte dal ministro nella riflessione. È un tema che è in piedi da tanto
tempo. Se sta per maturare una parola definitiva non si possono escludere i
territori".
Ma
lei ha qualche idea sul nome del presidente?
"Nomi non ne faccio, non ho alcun titolo. Ma certo
servirebbe una figura di alto livello, molto competente nella materia, stimato
da tutti e condiviso dai due schieramenti. Solo così Delrio può evitare la
polemica politica con Toti".
La
formula che sembra passare sulla nomina è il governo "sentita" la
Regione. Le risulta?
"Non mi arroccherei sulle formule e sono certo non
lo farà Delrio. Con la legge 84-94, che è sempre in vigore, gli enti locali
avevano un potere enorme. Se si procedesse con la questa legge il sindaco Doria
disporrebbe di due caselle su tre, perché guida anche la città metropolitana.
Con la riforma sarebbero del tutto scavalcati. Per questo le comunità devono
essere ascoltate, almeno a livello istituzionale".
Secondo
lei non è il caso di ridurre il numero delle authority?
"Ci sono authority che gridano vendetta e andrebbero
tolte. Ma Savona per quello che sta mettendo in campo sul fronte delle crociere
e si prepara a fare con i container con la piattaforma Maersk ha piena
titolarità come authority. Non si può quindi escludere dal dibattito sulla
governance".
Il
fatto è che il tempo stringe...
"Sì ed è per questo che nei prossimi dieci giorni il
governo deve dare segnali che chiariscano la situazione e sgombrino il terreno
da questi disorientamenti".
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