Cronaca con video inclusi su IL VOSTRO GIORNALE di Savona
Sempre dal sito IVG la dichiarazione del consigliere regionale Melis del M5S
da non confondere con il consigliere comunale triestino del M5S Paolo Menis
di seguito le dichiarazioni della Serracchiani in Sala Rossa a Savona e altri commenti :
Savona. “Abbiamo perso di vista la palla, si direbbe nel
tennis. Qui ci sono incomprensioni e malintesi di fondo“. Così Debora
Serracchiani, presidente della Regione Friuli Venezia
Giulia, vicesegretario
nazionale e responsabile di trasporti e infrastrutture del Pd, ha affrontato il
tema della riforma dei porti, chiudendo la lunga mattinata in Sala Rossa del
Comune di Savona. Serracchiani ha spiegato in maniera approfondita la riforma,
chiarendo i vantaggi che potrà apportare e spiegando i motivi per i quali è
nata.
Una riforma che nasce dalle esigenze di una maggiore
competitività dell’intera Europa. “Non facciamo conti su teu o simili. Siamo
sulla strada giusta ma se la mettiamo nel contesto nel quale operiamo: siamo
europei, quindi prima di tutto guardiamo all’Europa. I grandi corridoi europei
devono partire dai porti: l’Italia ha comunicato di averne 55. Un Paese che non
fa scelte è in grave difficoltà; abbiamo dovuto fare delle scelte.
Le
infrastrutture le abbiamo, ma dobbiamo rammendarle: tra di loro sono sconnesse.
All’Italia serviva un grande piano
strategico: rimettere insieme i pezzi per capire dove vanno realizzate le
opere. Dovremmo spendere oltre 10 miliardi di euro per sistemare tutti i porti;
meno di uno è cantierabile”.
Serracchiani ha chiarito anche la figura dell’Autorità
portuale, secondo il suo punto di vista. “Vogliamo parlare di crescita?
Partiamo dai porti: sono determinanti. Hanno troppi problemi che non li rendono
competitivi, tra cui una burocrazia folle. Le Autorità portuali italiani,
all’interno delle dinamiche europee, sono un’anomalia: sono una cosa particolare
che abbiamo soltanto noi. Penso che l’Autorità portuale non debba essere un
pezzo della pubblica amministrazione, ma un manager competitivo che sa quello
che fa, qual è il suo ruolo”.
“Annessione e fusione sono termini al di fuori di questa
riforma – ha precisato -. C’è
un’autorità del sistema portuale che viene dal Ministro, individuato per
competenze e capacità. Presso tutti i porti rimane la direzione di scalo
portuale: quindi le dinamiche locali vengono gestite a Savona, non a Genova. Si
è parlato di campanilismo: il campanile resterà in piedi. Qual è il
principio secondo il quale Genova trascina a sé Savona? Da un altro punto di
vista può essere il contrario. Questo decreto attuativo, dopo due anni, verrà
rivisto alla luce del controllo dei traffici. Quello che stiamo facendo è solo
lo step di partenza. I porti devono essere messi insieme per migliorarne
l’efficienza, ma ciascuno con la sua autonomia locale“.
“Credo che questa riforma risponda appieno alle esigenze di
competitività che dobbiamo recuperare, insieme a traffici ed investimenti. Se
lasceremo le cose come stanno conteremo morti e feriti. Per cambiare ci vuole
coraggio; c’è la necessità che ognuno svolga il suo ruolo fino in fondo e si
accettino sfide che sono molto più grandi di noi. Il locale deve continuare ad
avere la possibilità di dire la propria; la politica, però, deve smettere di
invadere i porti. Abbiamo bisogno di una politica buona – ha concluso – che
controlli che ognuno svolga il proprio ruolo”.
In precedenza era
intervenuto Luciano Pasquale, presidente della Camera di Commercio.
dichiarando: “Il porto di Savona non è una bad company piena di debiti o
con traffici che diminuiscono. Serracchiani può portare a Roma questo concetto
fondamentale: non stiamo parlando né di poltrone né di campanili. Bisogna
analizzare gli aspetti della competitività e capire se la riforma li migliora.
Per quanto riguarda la governance, ciò che conta è chi fa che cosa: dobbiamo
avere un tavolo che riesca a stabilire dove va la merce”.
Roberto Speranza
segretario della Cisl ha affermato: “La portualità è volano di crescita per
tutto il Paese; la Liguria è una porta importante. Chiediamo al Pd di fare una
riforma vera e profonda per il bene di tutto il Paese: Savona non è un
ostacolo, ma un’opportunità. La riforma non calatela dall’alto ma costruiamola
dal basso”.
Umberto Firpo
segretario della Uil ha detto: “In questa regione bisognerebbe ragionare in
termini di porti liguri. Sono intimorito da una fusione a freddo con Genova.
Questo tema deve essere affrontato con una valenza regionale. Non capisco
perché La Spezia rimanga fuori da questo progetto. Bisogna mettere a sistema”.
Marco Balestrino,
presidente del Gruppo ormeggiatori del porto di Savona: “Lavoro nel porto
di Savona-Vado dal 1987 e ho vissuto di persona i cambiamenti della portualità
italiana. Chiedo alla politica di non essere miope ma di dare il giusto valore
a tutti questi mestieri che costituiscono l’ossatura e l’anima dei porti”.
Livio Di Tullio,
vicesindaco di Savona, ha detto: “Questo Governo sta facendo tante cose
positive. Questa dei porti è una riflessione necessaria; noi non capiamo la
superficialità dei contenuti che ci vengono trasmessi per convincerci ad
accettare una cosa e la brutalità del metodo che non hanno a che fare con lo
stile di questo Governo. Basta parlare di campanilismo: è una sciocchezza.
Bisogna favorire una discussione vera tra il Governo e la nostra comunità. I
coraggiosi hanno paura ma trovano il coraggio di affrontare i problemi: noi
siamo una comunità coraggiosa”.
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