La nomina di Zeno D'Agostino alla guida dell'APT ha iniziato a produrre commenti al di fuori dell'ambito cittadino, come è giusto che sia per un porto e una città come Trieste. Proponiamo ai nostri lettori una scelta dei commenti dalla nostra rassegna stampa certi che conoscere il modo in cui si affrontano le questioni portuali in altri lidi non può che far bene al dibattito cittadino molte volte povero e "provinciale ".
Il porto di Trieste e l'interporto di Verona potranno
intensificare la loro collaborazione all'insegna dell'intermodalità.
Lo prevede Zeno D'Agostino, veronese, 47 anni, da oggi
commissario straordinario dell'auto- rità portuale del capoluogo del Friuli
Venezia Giulia. D'Agostino, una laurea in Scienze politiche con indirizzo
economico a Padova ed un'esperienza nazionale nel campo della logistica
integrata, lascia la direzione Strategia, sviluppo e marketing del consorzio
scaligero Zai per andare a dirigere uno dei porti strategici dell'Adriatico.
La nomina è stata firmata la settimana scorsa dal ministro
dei Trasporti, Maurizio Lupi ed è stata condivisa dal presidente della Regione,
Debora Serracchiani e dal sindaco della città, Roberto Consolini.
«Il porto in realtà non è commissariato, ma il Governo non
procede alla nomina di un presidente finché non sarà completata la riforma del
sistema delle autorità portuali, 25 in Italia», dice D'Agostino, che dal 2003
al 2011 è stato in Campania, prima segretario generale del porto di Napoli e
poi amministratore delegato dell'agenzia regionale “Logica”.
In questa veste si è occupato della logistica dell'intero
territorio, articolata su porti ed interporti. Dal 2011 al 2013 ha lavorato
all'interporto di Bologna. Poi è arrivato alla Zai.
«Probabilmente devo questa
nomina alla mia esperienza nell'intermodalità», commenta.
«Il porto triestino», dice, «è importante perché tra le
infrastrutture italiane è l'unica dotata, insieme a Gioia Tauro, di banchine
particolarmente profonde che consentono l'attracco alle navi più dimensionate,
in grado di portare fino a 22mila container. Da qui la necessità di prevedere a
terra collegamenti ferroviari efficienti per smistare le merci: impensabile
puntare sul trasporto su gomma».
Trieste gode già di buoni collegamenti ferroviari per
arrivare in Germania e nell'Est Europa attraverso l'Austria. L'altra modalità
per raggiungere il nord del continente prevede il coinvolgimento diretto con il
Quadrante Europa.
«Verona, da cui partono quaranta coppie di treni
quotidianamente diretti al Brennero, potrà integrare le rotte ferroviarie da
Trieste. Già oggi i porti di Venezia, Ravenna e La Spezia puntano sui servizi
offerti dalla Zai e sul sistema di trasporti ferroviari, che si snodano dal
capoluogo scaligero», aggiunge. Un potenziamento della collaborazione con il
porto triestino è dunque naturale, anche in considerazione del fatto che si
tratta del primo approdo italiano per traffici petroliferi.
Destinatario, tra l'altro, della maggior parte delle merci
provenienti dalla Turchia, il Paese che registra la crescita economica più
sostenuta del bacino mediterraneo. «Un'ulteriore sfida consisterà infine nello
sviluppare la vocazione crocieristica dell'infrastruttura», conclude
D'Agostino.
Valeria Zanetti da L'ARENA del 24 febbraio 2015
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