martedì 24 febbraio 2015

VERONA - PORTO DI TRIESTE RAPPORTI PIU' STRETTI

La nomina di Zeno D'Agostino alla guida dell'APT ha iniziato a produrre commenti al di fuori dell'ambito cittadino, come è giusto che sia per un porto e una città come Trieste. Proponiamo ai nostri lettori una scelta dei commenti dalla nostra rassegna stampa certi che conoscere il modo in cui si affrontano le questioni portuali in altri lidi non può che far bene al dibattito cittadino molte volte povero e "provinciale ".

Il porto di Trieste e l'interporto di Verona potranno intensificare la loro collaborazione all'insegna dell'intermodalità.

Lo prevede Zeno D'Agostino, veronese, 47 anni, da oggi commissario straordinario dell'auto- rità portuale del capoluogo del Friuli Venezia Giulia. D'Agostino, una laurea in Scienze politiche con indirizzo economico a Padova ed un'esperienza nazionale nel campo della logistica integrata, lascia la direzione Strategia, sviluppo e marketing del consorzio scaligero Zai per andare a dirigere uno dei porti strategici dell'Adriatico.

La nomina è stata firmata la settimana scorsa dal ministro dei Trasporti, Maurizio Lupi ed è stata condivisa dal presidente della Regione, Debora Serracchiani e dal sindaco della città, Roberto Consolini.

«Il porto in realtà non è commissariato, ma il Governo non procede alla nomina di un presidente finché non sarà completata la riforma del sistema delle autorità portuali, 25 in Italia», dice D'Agostino, che dal 2003 al 2011 è stato in Campania, prima segretario generale del porto di Napoli e poi amministratore delegato dell'agenzia regionale “Logica”.
In questa veste si è occupato della logistica dell'intero territorio, articolata su porti ed interporti. Dal 2011 al 2013 ha lavorato all'interporto di Bologna. Poi è arrivato alla Zai.

«Probabilmente devo questa nomina alla mia esperienza nell'intermodalità», commenta.
«Il porto triestino», dice, «è importante perché tra le infrastrutture italiane è l'unica dotata, insieme a Gioia Tauro, di banchine particolarmente profonde che consentono l'attracco alle navi più dimensionate, in grado di portare fino a 22mila container. Da qui la necessità di prevedere a terra collegamenti ferroviari efficienti per smistare le merci: impensabile puntare sul trasporto su gomma».

Trieste gode già di buoni collegamenti ferroviari per arrivare in Germania e nell'Est Europa attraverso l'Austria. L'altra modalità per raggiungere il nord del continente prevede il coinvolgimento diretto con il Quadrante Europa.

«Verona, da cui partono quaranta coppie di treni quotidianamente diretti al Brennero, potrà integrare le rotte ferroviarie da Trieste. Già oggi i porti di Venezia, Ravenna e La Spezia puntano sui servizi offerti dalla Zai e sul sistema di trasporti ferroviari, che si snodano dal capoluogo scaligero», aggiunge. Un potenziamento della collaborazione con il porto triestino è dunque naturale, anche in considerazione del fatto che si tratta del primo approdo italiano per traffici petroliferi.


Destinatario, tra l'altro, della maggior parte delle merci provenienti dalla Turchia, il Paese che registra la crescita economica più sostenuta del bacino mediterraneo. «Un'ulteriore sfida consisterà infine nello sviluppare la vocazione crocieristica dell'infrastruttura», conclude D'Agostino.

Valeria Zanetti  da L'ARENA del 24 febbraio 2015

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