venerdì 13 febbraio 2015

FERROVIE UDINE CIVIDALE VUOLE IL TRAFFICO MERCI DAL PORTO DI TRIESTE

Sfida a Trenitalia dalla società a capo di un pool di aziende. Ionico: col raddoppio dei container oltre mille posti di lavoro

UDINE. Ferrovie Udine Cividale (Fuc) assieme ai tre principali operatori del porto di Trieste – Guppo Maneschi, Gruppo Parisi e Gruppo Samer - tenterà di acquisire il 51 per cento (quota minima) di una società che per conto dell’Autorità portuale di Trieste fa manovra ferroviaria in porto.

Vale a dire effettua le operazioni di scarico delle merci dalle navi per essere caricate e trasferite nei luoghi di destinazione. Il bando, che sarà indetto dalla stessa Autorità portuale, non è stato ancora definito. Fuc e gli altri tre operatori dovrebbero vedersela con la Serfer (impresa al 100 per cento di Trenitalia) e l’Inrail (società friulana partecipata dalla genovese Fuorimuro).


«Perché è importante la manovra in porto? Perché - spiega l’amministratore unico di Fu, Maurizio Ionico - non esiste un porto senza ferrovia». La manovra ferroviaria in porto a Trieste diventa doppia: quella in porto e quella di Rfi (Rete ferroviaria italiana). Una doppia manovra - insiste Ionico - che a Trieste determina anche costi doppi rispetto ad altri porti italiani.

La doppia manovra (da nave in porto e da porto e ferroviaria) a Trieste costa 2 mila 300 euro/treno (di circa 22 carri), mentre negli altri porti europei il costo è di 800/1.000 euro/treno con un’unica manovra.

«Si tratta, dunque - insiste Ionico - di un elemento di non competitività del sistema ferroviario. Se a questo aggiungiamo il fatto che lungo la linea ci sono strozzature e punti critici, il porto complessivamente non può essere un motore di sviluppo. E lo può diventare se il sistema ferroviario è assolutamente efficiente dal punto di vista infrastrutturale e dei costi».

Per il resto, a Trieste la situazione è complessivamente positiva. 

Lunedì arriverà la prima nave transoceanica. «Se c’è questa attenzione del sistema marittimo a portare traffico a Trieste - dice ancora Ionico -, il territorio deve essere in grado accogliere e trasferire le merci verso i mercati in tempi e costi che competitivi. Bastano due arrivi di queste due meganavi per determinare il raddoppio dei container portandoli dagli attuali 500 mila a 1 milione con un indotto che significherebbe per il Fvg mille 200 nuovi posti di lavoro».


È indispensabile, dunque, garantire assistenza al sistema, «visto che anche su Monfalcone c’è un grande interesse internazionale. Quindi – conclude - anche la manovra ferroviaria diventa essenziale in questo puzzle per attirare capitali e imprese».

di Domenico Pecile      Messaggero Veneto  13 febbraio 2015

Nessun commento:

Posta un commento