giovedì 3 luglio 2014

APPROFONDIMENTO Cosa pensa Waldi Catalano di quello che Arvedi pensa di fare della Ferriera ?


da IL PICCOLO        01 luglio 2014

NOTA DI SOSSI E CATALANO

Sel: «Ferriera, garantire la cokeria»

«Ma dopo la riconversione l’area a caldo dovrà essere dismessa»

«Quanto evidenziato dalla riunione straordinaria del Consiglio comunale in cui sono stati auditi
istituzioni, forze sociali e associazioni ambientalistiche con lo scopo di verificare lo stato evolutivo delle problematiche aperte per la vendita della ferriera di Servola ad Arvedi, unico imprenditore in gara, non ha dato alcuna risposta ai pesanti interrogativi, inerenti il piano industriale e ambientale, la salvaguardia dei livelli occupazionali, cosi come sui tempi utili ad una chiusura delle procedure di vendita».


È quanto sostengono Marino Sossi e Waldi Catalano di Sinistra ecologia e libertà che ne deducono che «si può affermare che allo stato attuale, Arvedi non c'é. Nel frattempo - aggiungono - si è aggravata la situazione all'interno dello stabilimento già interessato dalla cassa integrazione per metà dei dipendenti, con il pericolo di fermata anche della cokeria a seguito del mancato arrivo di materie prime. Riteniamo per tanto - concludono i due esponenti di Sel - che a fronte dello slittamento dei tempi, nelle more della procedura di vendita, deve essere garantita l'attuale marcia ridotta della cokeria» Sossi e Catalano esprimono anche «forte preoccupazione, in quanto continua ad essere assente un'idea più complessiva dell'area, in termini di sviluppo integrato sul piano industriale-logistico portuale. Va mantenuto - aggiungono - l'impegno assunto dal Comune, per la riconversione produttiva dell'area che a regime preveda il superamento dell'attività siderurgica e la chiusura graduale dell'area a caldo. Sarà così possibile coniugare diritto al lavoro e tutela ambientale.»

Waldy Catalano ha postato su questo blog alle 19:32 del 02 luglio 2014 il seguente commento

"Arvedi è praticamente l'ultimo dei grandi siderurgici privati a non avere lo sbocco sul mare...con un proprio terminal in autonomia funzionale...questa è la ragione prima del suo interesse per Servola...le lavorazioni ipotizzate su Repubblica non implicano il mantenimento di altoforno e cokeria...comunque da una riga e mezza su Trieste non è che si possa accreditare un piano industriale....probabilmente il progetto di minima è uno sviluppo della banchina e degli impianti marittimi, con un terminal rottame ad integrare la logistica del gruppo che ha il suo nodo centrale a CREMONA."

2 commenti:

  1. Riflessioni per punti :
    1) La vertenza Ferriera è aperta da più di 20 anni.
    2) Ogni nuovo imprenditore è stato considerato come la soluzione al problema
    3) Non si è mai voluto/potuto aprire il confronto che la vertenza impone : serve allo sviluppo industriale di Trieste.
    4) L'assenza di questo confronto ha comportato e condizionato la rappresentanza Politica e sociale rendendola scoperta ai ricatti occupazionali e utilizzo di soldi pubblici
    5) In tutto questo tempo quello che si è determinato è : diminuzione dell'occupazione e peggioramento ambientale e della salute
    6) L'accordo di programma riguarda la bonifica del Sito di Interesse Nazionale e marginalmente lo stabilimento
    7) Oggi è dovuto il parallelismo tra Porto Franco e Siderurgia ovvero l'immobilismo a favore dei pochi a scapito della collettività
    8) La posizione di Sossi e Catalano sono in piena continuità con l'assenza di scelte responsabili rispetto allo sviluppo di Trieste
    9) Si continua nella speranza che l'imprenditore onori gli impegni - Lucchini voleva la centrale di produzione e ha ricevuto il CHIP6 , Arvedi lascia intendere che chiuderà l'aria a caldo per aprire quella a freddo riceverà l'agibilità della banchina senza rendere conto all'autorità portuale ?
    10) La certezza è che i cittadini continueranno a pagare il conto ed i dipendenti la riduzione di garanzie.
    NOTA: Ci sono tutte le condizioni per dichiararsi prigionieri politici e continuare ad elargire soldi pubblici per gli interessi privati in attesa di un cambio di classe.

    RispondiElimina
  2. Se Arvedi lancia la spugna il futuro dell'Area potrebbe anche essere Portuale, ma bisogna credere veramente nelle enormi opportunità che le economie del mare sarebbero in grado di generare, perché i costi per la riconversione utilizzativa del Sito sarebbero certamente ingentissimi, ma i costi molto spesso non sono il solo problema in quanto quelli che potrebbero essere i potenziali investitori interessati all'operazione siano essi "Armatori o Terminalisti" esigono certezze Normative e sopratutto massima collaborazione da parte di tutti,Politici, Amministratori, e Cittadini.


    I problemi si possono quindi anche risolvere, ma bisogna che tutti cerchino di non ostacolare o ritardare oltre misura "con strumentali ostruzioni o interminabili contenziosi e ricorsi" sia le bonifiche che la ralizzazione delle nuove opere Infrastrutturali.




    http://sceltemancate.trieste.it


    RispondiElimina