venerdì 1 maggio 2020

COVID 19 E PETROLIO - COSTA COSI’ POCO IL BUNKER CHE LE NAVI ORA PREFERISCONO CIRCUMNAVIGARE L’AFRICA PIUTTOSTO CHE PASSARE DA SUEZ




Inizio drammatico anche questa settimana per il mercato del petrolio che a partire dalla metà del mese di gennaio, a seguito degli effetti a catena provocati dal Covid19, dapprima in Cina, poi nel resto del globo ha registrato un sensibile crollo delle quotazioni, nonostante il taglio della produzione deciso dai paesi dell’OPEC nel mese di marzo. 

Lo scorso 20 aprile, per la prima volta nella storia, i prezzi future del WTI con contratti a maggio hanno raggiunto i -37 dollari al barile, per risalire poi in zona positiva ma ben al di sotto delle quotazioni medie, con un prezzo medio ridotto del -78,28%.
Gli analisti del settore attribuiscono le ragioni di tale situazione ai lockdown causati dall’emergenza Coronavirus nei principali mercati, con conseguente esaurimento degli spazi negli hub di stoccaggio e brusco rallentamento dei processi di raffinazione dovuti al calo dei consumi soprattutto nel settore dei carburanti avio.
Mentre scriviamo, il Light crude segna un ulteriore calo del 13,7%, a 14,62 US$/barile, mentre il Brent a Londra accusa un ribasso del 5,22%, a 20,3 US$/barile.
Un sintetico flash sull’andamento delle quotazioni di WTI e Brent su base annua, aprile2019/aprile 2020:


Fonte: Investing.com
Gli effetti si sono ovviamente riverberati sul mercato dei prezzi dei combustibili utilizzati dalle navi, dove ha pesato anche il calo dei consumi dovuto al blocco del settore crocieristico; nel comparto delle “mega full container ship” molte compagnie che servono la rotta Asia-Europa, hanno optato per la via che doppia il Capo di Buona Speranza, in alternativa al passaggio via Suez, in specie per i servizi che servono il Nord Europa, spostando le attività di transhipment dagli hub mediterranei di Port Said/Malta/Gioia Tauro a Tangeri/Algeciras, cogliendo in sostanza due vantaggi, il primo un risparmio tra costo del pedaggio di Suez e maggiori consumi di bunker (stimato per una ULCS da 24.000 Teu intorno ai 200.000 US$ a viaggio1), il secondo quello di prolungare il transit time e diluire in tal modo i pericoli di congestione dovuta al ritardato ritiro dei contenitori in import verso l’Europa a causa del lockdown produttivo.
Il prezzo medio del bunker è, infatti, vistosamente calato nei mesi di marzo e aprile 2020, come indicato nel grafico:


HFO: HEAVI FUEL OIL VLSFO: VERY LOW SULPHUR FUEL MGO: MARINE GASOIL
Fonte: Dynamar

I primi effetti di questa crisi generale del comparto petrolifero si profilano - se pur in forma ancora ridotta - anche nel porto di Trieste, dove il traffico del petrolio rappresenta a dati 2019 il 68% in termini di tonnellaggio merci movimentate su base annua. Il Terminal Marino della SIOT-TAL, che serve il 100% del mercato della Germania meridionale (Baviera e Baden-Württemberg), il 90% di quello austriaco e il 50 % del mercato della Repubblica Ceca con quantitativi che ruotano intorno ai 42 milioni di tonnellate/anno, in gennaio aveva sbarcato il 26,22% in più rispetto al primo mese del 2019, in febbraio ha registrato un calo del -7,78% sul 2019 mentre in marzo la flessione, sempre sul medesimo periodo dell’anno scorso, si è attestata a -24,31%.
L’operatività dell’Oleodotto Transalpino non si è mai interrotta e nonostante il calo dei traffici la domanda dei clienti non ha subito pesanti riduzioni e le raffinerie collegate al sistema TAL –in Austria, in Germania e in Repubblica Ceca – continuano tutte a lavorare.
Un’ultima chicca, secondo le stime rese note dall’OPEC nel bollettino del 16 aprile scorso, si prevede che nel 2020, per effetto della pandemia in corso, l’indice del prezzo medio dell’energia, a livello globale, scenderà del -35,3%, così ripartito tra le diverse fonti: carbone -2,3%, petrolio -39,6%, gas naturale USA -6,4%, gas naturale Europa -6,5%, mentre per le altre commodities si prevede una contrazione media dell’indice dei prezzi rispettivamente pari al -7,3% per i metalli e al -3,7% per i prodotti base dell’agricoltura.

Fonte: Alphaliner

2 commenti:

  1. (sono ignorante) finalmente un articolo che mi ha spiegato qualcosa.
    P.f. correggetemi se sbaglio. Quella dei -37$ (sparata da tutti i giornali) era non una quotazione alla quale si poteva comprare, ma una previsione sui futures del mese successivo. Il primo grafico, che mostrate, spiega che la quotazione è bassa, ma suggerisce (sbaglio?) che non un barile verrà venduto a prezzo negativo.
    Mi sembra che siamo vittime di un'informazione giornalistica drogata di sensazionalismo e ignorante.
    Che il -37 sia una sparata speculativa per drogare le scommesse finanziarie ?

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