mercoledì 15 gennaio 2020

IL VICESINDACO POLIDORI E L'IMU IN PORTO "FRANCO" ?



L’altro giorno abbiamo proposto un elenco di argomenti da aggiornare per questo inizio d’anno 2020. Lasciamo ora alla cronaca quotidiana la scelta del tema da cui partire. Scelta casuale e indifferente visto che poi andrà a ricomporsi il “puzzle” come vedremo.

Il quotidiano locale IL PICCOLO riporta la notizia di multe a trenta operatori portuali per non aver pagato l’IMU sui magazzini all’interno del porto. Si tratta di una vertenza che riguarda diversi scali italiani ma che almeno a Trieste si potrebbe risolvere grazie alle particolarità dello scalo triestino.


E’ il Comune di Trieste a dover incassare l’IMU e a portare avanti  la vertenza contro gli operatori portuali ed è poi, da breve, la Regione FVG a gestire questa tassazione.
Per semplificare possiamo dire che si tratta di una tassa almeno “discutibile” ed è per questo motivo che è oggetto di ricorsi e sentenze. Le tasse vanno pagate e le leggi rispettate ma in questo caso si potrebbe forse trattare di una legge “ingiusta” o scritta male ?

Proviamo a fare un esempio semplificato per capire di cosa si tratta. 

Se uno di noi va ad abitare in una casa in affitto è certo che non sarà lui a pagare l’IMU sull’appartamento. Per questi magazzini in zona portuale si pretende che sia il concessionario (l'affittuario) a pagare sia un canone o affitto e anche la tassa di proprietà.


Inoltre è l’affittuario (concessionario), che pur non essendo proprietario dell’immobile (che è di proprietà dello Stato) deve occuparsi di farlo classificare correttamente al catasto, perché questa classificazione molto spesso non è stata fatta dal proprietario (lo Stato per il tramite dell’Autorità Portuale). Infine, se la classificazione è stata fatta, ma non è stata fatta correttamente, è sempre l’affittuario a dover chiedere e sperare di ottenere la sua corretta classificazione.
Questa “ingiustizia” potrebbe essere risolta con una nuova gestione di questa tassa e una definizione adeguata.
Per quanto riguarda la particolarità del Porto Franco Internazionale di Trieste la soluzione sarebbe ancora più semplice riconoscendo lo status di Porto Libero che risale al Trattato di Pace di Parigi!
E ci risiamo direte voi. Un altro lungo percorso giudiziario che a periodi ritorna dal dopoguerra ai giorni nostri.


Quest’anno il IV Forum sui trasporti ferroviari delle merci di Pietrarsa si è svolto proprio a Trieste ed è stato in occasione del saluto al Convegno che il vice sindaco Polidori ha spiegato bene la situazione del Porto Franco di Trieste. Sarebbe bene che tutti gli esperti del settore e i frequentatori di questi importanti convegni non facessero finta di niente. Ma sarebbe ancora più importante che il vice sindaco ne parlasse in Giunta comunale e magari con le nuove responsabilità della Regione su questa materia si arrivi ad una soluzione del problema.
Il vice sindaco Polidori ha ricostruito uno scenario che la politica comunale vuole battere in sede giudiziaria. C’è coerenza nell’azione del Comune o il vice sindaco “balla da solo” ?


3 commenti:

  1. Come ben scrivete all'inizio dell'articolo "Le tasse vanno pagate e le leggi rispettate"!

    La legge italiana dice che l'Italia non ha la sovranità sul Territorio Libero di Trieste, men che meno sulla Zona che ha in amministrazione.

    Se, non rispettano questa prima legge che risale al 1947 ed è tuttora pienamente in vigore, come si può pretendere che rispettino le altre che riguardano il nostro territorio, essendo leggi dello Stato italiano o della Comunità Europea che per effetto del Trattato di Pace di Parigi, qui non hanno legale applicazione?

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  2. Correva , non so esattamente quale anno, ma certamente si trattava del primo mandato DiPiazza ed alle Finanze, se non sbaglio, c'era la Sig.a Savino.
    E, nella mia qualità di "portuale" ero stato interpellato in proposito. Ovviamente la mia risposta, avvallata dalle organizzazioni di categoria, era stata negativa , appunto per lo status di Porto franco .
    Ricordo che poi il Comune aveva proposto il tema direttamente al Ministero delle Finanze e ricordo di aver letto personalmente la risposta negativa.
    Siamo quindi al punto di partenza ?

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