Veniamo a costi e benefici per l’Italia.
Sfidare l’opposizione americana ed europea è stata una buona scelta o una
scommessa rischiosa?
E’
stato inevitabile dopo la crisi finanziaria di dieci anni fa e la mancanza di
investimenti dell’Europa nei suoi Paesi del Sud. L’Italia vuole incrementare il
commercio con la Cina, partendo da una posizione di svantaggio rispetto a
Germania e Francia e Berlino e Parigi si preoccupano, vedendo la possibilità
che Roma riesca ad allargare la sua quota di mercato in Asia e Cina. La gran
Bretagna ha costituito una “UK-China infrastructure alliance” per spingere il
business britannico nei Paesi dove stanno arrivando i capitali della Belt and
road, l’Italia sarebbe una sprovveduta se non battesse una strada simile.
Perché questi dubbi allora?
Non
è una cattiva idea solo perché tedeschi e francesi si oppongono, lo fanno perché
temono la concorrenza. Non c’è niente di sbagliato nel negoziare con Pechino perché
più container sbarchino a Trieste e nel cercare investimenti in infrastrutture
che colleghino meglio l’Italia come porta d’accesso naturale al resto dell’Europa.
Ottenere finanziamenti cinesi nei porti dell’Adriatico non significa che i
cinesi ne diventino proprietari, credo che la vostra democrazia sia solida e il
governo deve negoziare condizioni vantaggiose. E non c’è da meravigliarsi per
le maldicenze sul porto di Trieste: ad Amburgo è ovvio che siano sospettosi,
basta guardare alla posizione geografica di Trieste: 300 chilometri più vicina
a Monaco di Baviera di quanto lo sia il porto di Amburgo.
E’ dunque ottimista sull’esito dell’adesione
italiana alle Vie della Seta?
La
partecipazione alla Belt and Road Initiative può creare posti di lavoro,
ammodernare le infrastrutture di cui avete bisogno e spingere il commercio con
Asia e Cina, ma questo dipende dall’azione del vostro governo. Dipende dalla
visione strategica, io non dico che l’Italia abbia una buona strategia. E se
guardo al governo italiano mi perdonerà se non sono molto fiducioso, anche se
dal punto di vista strutturale, della vostra realtà tecnologica e industriale
le opportunità ci sono.
Quindi c’è la possibilità che l’Italia
si risollevi….
L’Italia
ha risultati al di sotto del suo potenziale, ci sono problemi di coesione
sociale, di immigrazione, sistema bancario, non credo sia una causa persa, ma c’è
da lavorare molto, c’è uno scenario positivo e uno altrettanto negativo, non
sono sicuro che questa nuova coalizione di governo sarà produttiva. Ma io
analizzo l’intera società di un Paese, non i soli governi e , per esempio, non
sono ottimista sulla Gran Bretagna della Brexit e vedo un ottimo futuro per la
Germania, considerando la sua forza lavoro e la gestione dell’immigrazione; non
sono positivo sugli Stati Uniti e lo sono sul Canada. L’Italia è nel mezzo, non
apprezzata quanto dovrebbe in molti campi……
FAQTRIESTE
Vi proponiamo questo stralcio dall'intervista di Parag Khanna pubblicata dal supplemento Economia e Politica del Corriere della Sera di lunedì scorso perchè è interessante da leggere perchè nelle interviste passa dalla teoria dei suoi libri a considerazioni pratiche che illustrano meglio la sua visione.
Ci siamo anche divertiti ritrovando nei suoi giudizi una vena "indipendentista" quando parla bene del porto di Trieste ed è scettico sulla politica dei governi italiani. Cosa altro aspettarci da un analista politico che elogia i possibili snodi della rete globale, le connessioni più rilevanti. Trieste come Singapore ? Trieste come le città - porto del Nord Europa ?
Augurandovi che fosse in senso positivo, perché vi diverte la vena "indipendentista" di Parag Khanna?
RispondiEliminaTrieste è conosciuta come Territorio Libero all'estero tanto quanto lo sia ignorato o denigrato in patria; e lui è Parag Khanna, non Paperino
Nei libri di Parag Khanna non ho trovato riferimenti o collegamenti tra Trieste e Allegato VIII e Trattato di Parigi. Probabilmente ho letto questi libri con disattenzione. nello stesso articolo di cui abbiamo pubblicato un largo pezzo quando Parag Khanna parla del Porto di Trieste non scrive del Free Port of Trieste. Probabilmente anche nell'intervista non ho colto i passaggi giusti dove Prag Khanna da convinto sostenitore del Territorio Libero di Trieste. Le chiedo quindi di segnalarmi negli ultimi tre libri di Khanna e nell'intervista i passaggi che mi sono perso. Se anche Lei non li trova allora dell'intervista non ci resta altro da fare che divertirci a segnalare che il giudizio di Khanna coincide semplicemente con un generico modo di pensare indipendentista a Trieste che sento ripetere da anni: Trieste potrebbe fare ma non si applica e il Governo Italiano non fa niente per la città. La risposta che Le sto dando è tra il serio e lo scherzoso, spero che si capisca e che non mi tocchi leggere un'altra dichiarazione di integralismo indipendentista che arruola anche Parag Khanna nelle file indipendentiste triestine. Veramente sarei curioso se Lei trova qualche riferimento diretto tra la analisi di Khanna e l'indipendentismo triestino così variegato.
EliminaDovete avere qualche problema di lettura...dove ho scritto quello che voi dite?
RispondiEliminaMi sembrate piuttosto permalosi...non eravate divertiti?
Buona rilettura, che vi porti giovamento