Una storia chiusa dopo quattro anni
alleanza sindacale al capolinea
i portuali del Clpt lasciano Usb
Motivi di carattere economico e politico collegati
all’applicabilità dell’Allegato VIII portano 250 lavoratori fuori dalla sigla.
La risposta: «No a logiche corporative»
La
storia, iniziata nell’estate 2015, è finita esattamente quattro anni dopo, in
quest’estate 2019: il Coordinamento lavoratori portuali Trieste (Clpt) ha
“disdettato” il patto federativo con Unione sindacale di base (Usb). Lo stop
alla collaborazione è stato preannunciato con una missiva diretta a vari
referenti territoriali-nazionali Usb e rafforzato con la richiesta all’Autorità
e alle aziende portuali di versare, su apposito conto corrente della Banca di
Cividale, le trattenute sindacali dei 250 aderenti al Clpt.
La lettera ai
vertici Usb, firmata dal presidente Stefano Puzzer, fa riferimento alla
«mancata disponibilità di fondi, sede e istituzione del richiesto ufficio
vertenze» nonostante i ripetuti solleciti. Le ragioni della rottura sono state
ulteriormente spiegate ieri mattina nel corso di un incontro organizzato al
Knulp. Lo stesso Puzzer ha sottolineato come Usb, nonostante le differenti
origini, finisca con il comportarsi come le sigle sindacali “tradizionali”, non
tenendo conto della peculiarità dell’ambiente umano e sociale portuale,
connotato da una forte trasversalità politica. Puzzer ha poi riepilogato i
risultati scaturiti dall’incontro del 26 luglio al dicastero dell’Economia e
Finanze, al quale hanno partecipato dirigenti ministeriali, dell’Agenzia delle
Entrate, l’assessore regionale Pierpaolo Roberti, il presidente dell’Autorità
Zeno D’Agostino, il capogruppo pentastellato in Senato Stefano Patuanelli: il
recepimento dell’Allegato VIII, «a grandi linee» un’intesa sul diritto dei
lavoratori a una forma specifica di tassazione dei salari. Se ne riparlerà venerdì
13 settembre, crisi di governo permettendo. Al tavolo romano è stata portata la
petizione sottoscritta da 580 lavoratori portuali in merito all’applicabilità
della normativa puntofranchista in tema giuslavoristico. Ma Puzzer ha
insistito, in polemica a distanza con Usb, sul fatto che a Roma la delegazione
Clpt non ha chiesto l’immediata detassazione degli straordinari, argomento che
non è mai entrato nell’ordine dei lavori. Si è invece parlato - secondo Clpt -
della possibilità di eliminare la soglia dei 3000 euro riguardante la
tassazione al 10% di premi e incentivi. L’esponente del coordinamento ha infine
evidenziato il ruolo dei lavoratori portuali nell’ottenimento di risultati
operativi, che hanno rilanciato l’interesse internazionale (ex Aquila,
Ferriera, Molo VII, Riva Traiana) nei confronti dello scalo giuliano. Nel
pomeriggio, ad alcune ore dalla presa di posizione di Clpt, è intervenuta Usb
con una nota del coordinamento provinciale triestino. Secondo il comunicato, le
motivazioni ufficiali di carattere economico, fornite da Clpt per spiegare la
rottura, sono «risibili». In effetti si tratta di «incompatibilità, divenuta
ormai inconciliabile, tra due modi di intendere il ruolo del sindacato dentro
il porto di Trieste». A mo’ di esempio Usb Trieste riprende criticamente la
presa di posizione di Usb nazionale in merito alla detassazione «senza limiti»
degli straordinari «che favorisce solo gli imprenditori, col rischio di essere
costretti a lavorare di più facendo venir meno la necessità di nuove
assunzioni». Usb accusa Clpt di «logiche corporative» e infine ricorda all’ex
alleata di non essere firmataria di alcun accordo in porto con il rischio di
non aver alcun tipo di rappresentatività riconosciuta. —
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