sabato 17 agosto 2019

IL PICCOLO HA RIASSUNTO COSI' LA CONFERENZA STAMPA



Una storia chiusa dopo quattro anni
alleanza sindacale al capolinea
i portuali del Clpt lasciano Usb

Motivi di carattere economico e politico collegati all’applicabilità dell’Allegato VIII portano 250 lavoratori fuori dalla sigla. La risposta: «No a logiche corporative»

La storia, iniziata nell’estate 2015, è finita esattamente quattro anni dopo, in quest’estate 2019: il Coordinamento lavoratori portuali Trieste (Clpt) ha “disdettato” il patto federativo con Unione sindacale di base (Usb). Lo stop alla collaborazione è stato preannunciato con una missiva diretta a vari referenti territoriali-nazionali Usb e rafforzato con la richiesta all’Autorità e alle aziende portuali di versare, su apposito conto corrente della Banca di Cividale, le trattenute sindacali dei 250 aderenti al Clpt. 


La lettera ai vertici Usb, firmata dal presidente Stefano Puzzer, fa riferimento alla «mancata disponibilità di fondi, sede e istituzione del richiesto ufficio vertenze» nonostante i ripetuti solleciti. Le ragioni della rottura sono state ulteriormente spiegate ieri mattina nel corso di un incontro organizzato al Knulp. Lo stesso Puzzer ha sottolineato come Usb, nonostante le differenti origini, finisca con il comportarsi come le sigle sindacali “tradizionali”, non tenendo conto della peculiarità dell’ambiente umano e sociale portuale, connotato da una forte trasversalità politica. Puzzer ha poi riepilogato i risultati scaturiti dall’incontro del 26 luglio al dicastero dell’Economia e Finanze, al quale hanno partecipato dirigenti ministeriali, dell’Agenzia delle Entrate, l’assessore regionale Pierpaolo Roberti, il presidente dell’Autorità Zeno D’Agostino, il capogruppo pentastellato in Senato Stefano Patuanelli: il recepimento dell’Allegato VIII, «a grandi linee» un’intesa sul diritto dei lavoratori a una forma specifica di tassazione dei salari. Se ne riparlerà venerdì 13 settembre, crisi di governo permettendo. Al tavolo romano è stata portata la petizione sottoscritta da 580 lavoratori portuali in merito all’applicabilità della normativa puntofranchista in tema giuslavoristico. Ma Puzzer ha insistito, in polemica a distanza con Usb, sul fatto che a Roma la delegazione Clpt non ha chiesto l’immediata detassazione degli straordinari, argomento che non è mai entrato nell’ordine dei lavori. Si è invece parlato - secondo Clpt - della possibilità di eliminare la soglia dei 3000 euro riguardante la tassazione al 10% di premi e incentivi. L’esponente del coordinamento ha infine evidenziato il ruolo dei lavoratori portuali nell’ottenimento di risultati operativi, che hanno rilanciato l’interesse internazionale (ex Aquila, Ferriera, Molo VII, Riva Traiana) nei confronti dello scalo giuliano. Nel pomeriggio, ad alcune ore dalla presa di posizione di Clpt, è intervenuta Usb con una nota del coordinamento provinciale triestino. Secondo il comunicato, le motivazioni ufficiali di carattere economico, fornite da Clpt per spiegare la rottura, sono «risibili». In effetti si tratta di «incompatibilità, divenuta ormai inconciliabile, tra due modi di intendere il ruolo del sindacato dentro il porto di Trieste». A mo’ di esempio Usb Trieste riprende criticamente la presa di posizione di Usb nazionale in merito alla detassazione «senza limiti» degli straordinari «che favorisce solo gli imprenditori, col rischio di essere costretti a lavorare di più facendo venir meno la necessità di nuove assunzioni». Usb accusa Clpt di «logiche corporative» e infine ricorda all’ex alleata di non essere firmataria di alcun accordo in porto con il rischio di non aver alcun tipo di rappresentatività riconosciuta. —



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