sabato 15 giugno 2019

GENOVA E TRIESTE NODI DELLA NUOVA VIA DELLA SETA CONDIVIDONO PURE LUCIO CARACCIOLO

Ci siamo accorti dai dati di consultazione del blog che i nostri lettori triestini apprezzano molto leggere le cronache di Trieste raccontate dal genovese The Meditelegraph. Oggi proponiamo quindi questo lungo articolo dal sito di Genova che illustra lo stato dell'arte del rapporto tra Genova e la Cina in materia di Nuova Via della Seta. Nell'articolo i lettori triestini troveranno un lungo paragrafo dedicato al direttore di Limes Lucio Caracciolo che è molto presente anche nei dibattiti della città - porto giuliana. La nostra impressione a guardar da una certa distanza è che i dibattiti e i ragionamenti genovesi si muovono ancora in un ambito istituzionale e "politico" mentre a Trieste una sorta di "rivoluzione culturale" ha coinvolto direttamente i cittadini.


STAZIONE MARITTIMA TRIESTE CARACCIOLO - D'AGOSTINO 15/5

In questo discutere ed agire Trieste non ha alcun complesso di inferiorità nei confronti del porto ligure. Due storie profondamente diverse, due mercati di riferimento che non coincidono per niente, un interesse comune a diventare i porti di riferimento per la Cina. Quindi oltre al condiviso Caracciolo invitiamo i nostri lettori genovesi a imparare a conoscere Parag Khanna sul nostro blog.


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E ora gustatevi l'articolo del The Meditelegraph:







Genova - «Il disavanzo commerciale tra Stati Uniti e Cina è 385 miliardi di dollari,quello Stati Uniti-Europa 185 miliardi. Tra Europa e Cina supera i 200 miliardi. Ma perché il presidente Usa, Donald Trump, sta attivando una politica dei dazi che forse toccherà anche il Vecchio Continente, mentre Bruxelles rimane immobile? Perché conviene alla Germania». Così l’ex ambasciatore italiano in Cina e Iran, Alberto Bradanini, all’incontro organizzato a Genova da Confassociazioni Liguria sul tema della Via della Seta, la due giorni (ieri e oggi, GUARDA IL PROGRAMMA) sull’iniziativa del governo di cinese per fare di Europa e Asia un solo continente. «La Germania - spiega Bradanini, che si definisce “sovranista, ma di stampo socialista” - è l’unico Paese che ha un attivo commerciale con la Cina, 18 miliardi. Ci sarebbero anche Finlandia e Irlanda, ma fanno 1 miliardo ciascuna e quindi contano poco».
Ecco dunque spiegate le critiche europee sull’Italia a seguito del Memorandum (2,5 miliardi) siglato a marzo con la Cina, seguito dal silenzio con cui Parigi due giorni dopo ha siglato accordi per 30 miliardi con Pechino, che tra l’altro si occuperà anche di fornire la tecnologia 5G a Montecarlo: «L’Italia - avverte Bradanini - chiede un commissario italiano per difendere i propri interessi a Bruxelles, ma è un errore: ciò spetta al governo, in sede di Consiglio. Questo in assenza di un soggetto comune a livello europeo in grado di trattare su questi temi con la Cina». Il tema Via della Seta insomma «non può essere considerato solo come dati macroeconomici - spiega Eugenio Novario, presidente di Confassociazioni Liguria -. È rilevante soprattutto nell’ambito geopolitico, di regolamentazione normativa e di comunicazione verso i territori».
«Gli Stati Uniti controllano tutti i principali snodi del commercio marittimo internazionale e la Cina sta cercando quindi vie alternative, anche terrestri, per poter gestire direttamente il flusso di merci e aumentare così anche il suo peso sullo scacchiere internazionale»: Obbiettivi di natura politica che Pechino persegue «sia verso l’interno, per avvicinare fisicamente e a livello socio-economico le province rurali dell’entroterra alle zone costiere più sviluppate, sia verso l’esterno per trovare nuovi mercati di sbocco del proprio surplus produttivo e contemporaneamente affermare la propria supremazia a livello economico prima e geopolitico poi» e che l’Italia, secondo Lucio Caracciolo, direttore della rivista geopolitica Limes, ha sottovalutato: «Il MoU firmato con Xi Jinping lo scorso marzo è stato un atto di sottomissione, scambiato con investimenti di cui il nostro Paese ha estremo bisogno. Ma questa visione economicistica non tiene conto delle implicazioni geopolitiche, senza considerare che Cina e Italia hanno in ballo accordi commerciali per circa due-tre miliardi, mentre in Francia la Repubblica Popolare ha già firmato contratti per 30 mld di euro». Caracciolo ha quindi concluso ribadendo la necessità di una regia centrale in grado di gestire i rapporti con la Cina: «Non è pensabile che le singole autorità portuali vadano a trattare direttamente col governo di Pechino».
IL RUOLO DI GENOVA
Bisogna lavorare «perché Genova, e la Liguria, siano il capolinea occidentale della nuova via della Seta». Lo ha detto, in apertura del convegno, l’assessore regionale a lavoro, trasporti e turismo Giovanni Berrino: «In quest’ottica - ha detto - un ruolo determinante sarà giocato dall’apertura del Terzo Valico che renderà più rapide e efficienti le connessioni con l’Europa centrale e settentrionale». Va però sempre tenuto a mente, secondo Berrino, «che alcune infrastrutture hanno una valenza strategica per l’interesse e la sicurezza nazionale, e che quindi il loro controllo deve rimanere nelle mani dello Stato».
«L’Italia diventerà centrale e strategica per gli scambi commerciali,turistici e logistici solo con una rete di infrastrutture che connetta i propri porti con i tunnel ferroviari alpini di cui alla Rete Ten-T. I traffici scelgono le reti più moderne e competitive . Senza reti competitive diminuirà il nostro potere di attrazione di traffici commerciali e turistici. Se aspettiamo a realizzare le infrastrutture di concludere accordi con la Cina rischiamo di firmare accordi sulla carta. Ecco perché nel Nuovo Sblocca Cantieri occorrerà inserire le tratte italiane delle Reti Ten T , a partire dalla Tav sino alla Brescia Padova e Padova Trieste, la Gronda autostradale di Genova e la Nuova Diga Foranea con un Piano di investimenti da 60 miliardi di euro che rilancerà il nostro settore dei Lavori pubblici e ci renderà finalmente centrali» così il presidente di Saimare spa e leader dei SiTav Mino Giachino a margine del convegno odierno sulla Via della Seta.

IL CONVEGNO DI CONFASSOCIAZIONI LIGURIA
Confassociazioni Liguria ha scelto il cuore dei porti liguri per riunire i più importanti, esperti, decision maker, esponenti del mondo istituzionale ed economico con un progetto che si delinea in tre fasi. Il primo è il duplice appuntamento del 13 e 14 giugno per fare il punto sul progetto Belt and Road Initiative, promosso dalla Repubblica Popolare Cinese e meglio conosciuto come New Silk Road, poi il 18 luglio un’assise degli stakeholders industriali pubblici e privati per discutere progetti sinergici e di cooperazione finanziaria ed industrial e il 17 settembre un simposio in cui far dialogare istituzioni e cittadini per far intendere meglio le opportunità della Nuova Via della Seta.
Alla base di questo progetto a cura di Confassociazioni Liguria, a cui lo Studio Legale Novario ha partecipato come ente sostenitore, vi è l’ambizione di cogliere le possibilità di sviluppo infrastrutturale e di crescita economica nelle aree del nostro Paese che potrebbero diventare le chiavi di volta infrastrutturali del sistema logistico intermodale europeo, connettendo il sistema marittimo con quello ferroviario, collegando l’Italia all’Africa ed all’Eurasia e rendendola una delle principali porte d’ingresso del sistema produttivo e commerciale comunitario.
Il convegno pubblico è svolto il 13 giugno a Palazzo San Giorgio, Sala del Capitano. Oltre a Novario, Bradanini, Berrino e Caracciolo, relatori sono stati Ernest Sultanov, presidente del Mir iniziative e Fondatore del Silk Road Cities Forum, Mario Virano direttore generale di Telt, Eugenio Muzio, amministratore delegato della Combitec e Angelo Deiana, il presidente di Confassociazioni.
Il 14 giugno presso il centro Cultura Formazione Attività Forensi in Via XII Ottobre, dalle 15.00 alle 17.30, gli esponenti delle professioni legali e dell’Università si confronteranno per approfondire le tematiche relative al Regulatory Approach alla New Silk Road. Il tema appare di fondamentale rilevanza: le fonti normative di diritto pubblico e commerciale internazionale saranno fondamentali per un’equa e condivisa realizzazione del progetto.
Un secondo passaggio del convegno dal titolo Economic Development Nerworking & Workshop si svolgerà il 18 luglio, dalle 10 alle 13.00, presso l’hotel Nh Collection. Confassociazioni Liguria riunirà le imprese e i professionisti per discutere sui progetti di investimento e verificare ipotesi di cooperazione industriale e finanziaria, sarà un meeting tra Stakeholders industriali pubblici & privati per discutere dei progetti sinergici e di cooperazione finanziaria ed industriale. L’incontro vuole essere uno strumento al servizio di imprese e istituzioni creando un appuntamento annuale dove le stesse possano dialogare, conoscere e far conoscere i propri progetti infrastrutturali e di business e sviluppare così una rete di partners industriali e finanziari. Il meeting vuole diventare un appuntamento annuale ed è in collaborazione con Bertolla Associati.
Mentre a settembre, con la terza parte del programma si discuterà di comunicazione tra istituzioni e cittadini, con anche un sondaggio su come gli studenti genovesi immaginano la Nuova Via della Seta, quest’ultimo in collaborazione con il Provveditorato agli Studi di Genova.
Il progetto La Nuova Via della Seta parte da un’idea del presidente di Confassociazioni Liguria Eugenio Novario, supportato da Enrico Molinari Martinelli portavoce del presidente di Confassociazioni, e dal presidente di Confassociazioni Angelo Deiana. Il comitato organizzativo è costituito anche da Marco Florian Enad, Valentina Renna, mentre tra i soggetti coinvolti di Confassociazioni sono presenti oltre ai già citati anche Riccardo Alemanno, presidente di Int (Istituto Nazionale Tributaristi) e il vicepresidente esecutivo Adriana Apicella e per il board di Confassociazioni Liguria il segretario generale Susanna Ivaldo, i vicepresidenti Tiziana Voarino e Luca B. Fornaroli.

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