lunedì 11 marzo 2019

IL PORTO DI TRIESTE NEL MIRINO (PUNTATA 1°)


Negli ultimi anni c'è stato un incremento del lavoro nel porto di Trieste, uno sviluppo dei traffici di cui ora i concorrenti di sempre cercano di far pagare un prezzo salato e di arrivare ad un blocco di questa fase.

 Nel giro di pochi giorni molti opinionisti e commentatori politici si sono scoperti esperti di logistica e geopolitica mondiale.
Le uscite pesanti dell'amministrazione statunitense sulla possibilità che l'Italia firmi il trattato sulla Nuova Via della Seta hanno trovato una lunga serie di improvvisati interpreti del monito degli U.S.A.

E' in queste occasioni che mantenere la calma e la lucida analisi dei fatti può essere utile a capire ciò che sta succedendo e le eventuali ricadute.

LA TEMPESTA MEDIATICA

Si è scatenata una campagna di stampa e delle televisioni che partendo dalle dichiarazioni USA ha finito per porre all'attenzione dell'opinione pubblica un inesistente " caso di svendita ai cinesi " del porto di Trieste. 

In questo contesto l'Huffington Post si permette di scrivere che :


Rixi non nasconde che l'obiettivo di creare la prima società di diritto italiano con la partecipazione di un colosso cinese rientra in una competizione oramai lampante tra il porto di Genova e quello di Trieste per attrarre i capitali e i container del Dragone. 

"Perché Trieste dovrebbe firmare un accordo con Pechino e il nostro porto no?". La Cina, d'altronde, pesa per il 30% dell'interscambio dei porti di Genova e Savona. 

La città della Lanterna non vuole restare tagliata fuori dalla Via della Seta. L'impressione però è che Trieste sia il baricentro scelto dall'Italia per il progetto One Belt One Road che tanto sta facendo storcere il naso agli alleati europei e soprattutto oltre Atlantico.

vai all'articolo dell'Huff Post

Invitiamo l'HuffPost a leggersi proprio il quotidiano di Trieste  IL PICCOLO di venerdì 9 marzo dove è correttamente riportato per quanto riguarda i lavori di allungamento del Molo VII che :

"La gara d'appalto sarà indetta ad aprile e non è esclusa la partecipazione di società cinesi, considerato che il gigantesco  gruppo  Communications Construction Company avrebbe già tentato di chiudere un'intesa con TMT nei mesi scorsi, senza tuttavia arrivare alla firma per l'affidamento dei lavori."

Riportiamo questo passaggio perchè la competizione tra porti ha le sue motivazioni ma anche delle regole che vanno rispettate.

All'interno di questa tempesta mediatica che pone Trieste e il suo porto al centro del mirino gli operatori, i portatori di interesse e l'opinione pubblica triestina si è resa conto che è diventato urgente per Trieste e il suo porto tutelarsi con un proprio strumento informativo all'altezza della situazione, efficiente e moderno nel funzionamento. Su questa necessità anche noi di FAQTRIESTE abbiamo fatto dei passi avanti e abbiamo qualche progetto nel cassetto.

LA SITUAZIONE GEOPOLITICA



Avevamo indicato la visita del presidente cinese in Italia a fine marzo o il Forum mondiale sulla Nuova Via della Seta al 25 aprile in Cina come le date probabili per la firma dell'accordo sulla Belt and Road. Vi ricordiamo, perchè va sottolineato doppiamente, che il percorso che potrebbe portare alla firma non è un'iniziativa di questo Governo ma vede una trasversalità che inizia con la presenza dell'allora presidente del Consiglio Paolo Gentiloni al precedente Forum. In quella occasione il primo ministro italiano parlò apertamente degli scali di Genova e Trieste come porti italiani destinatari della Via della Seta marittima. In quella occasione non si registrarono prese di posizione o critiche dall'amministrazione USA. 

SE GLI U.S.A. VINCONO IL BRACCIO DI FERRO ?

Si blocca la via della seta marittima? Smettono di arrivare le merci dalla Cina e dall'Asia ? Spariscono per incanto tutti gli investimenti cinesi in Europa ?



CHI HA PAURA DELLA BELT & ROAD INITIATIVE


(continua)











1 commento:

  1. Preme ricordare, a chi non fosse efferato in materia, che i terminali portuali non possono essere venduti ma esclusivamente dati in concessione a chi ne facesse richiesta. Se vi fossero più richieste va effettuata una gara internazionale. Il tutto è regolamentato dalla legge 84/94 e dal codice di navigazione. Il concessionario è tenuto a versare un canone ed è sottoposto alla vigilanza dell'Autorità Portuale nonché dell'Autorità Marittima. Leggi e regole sono quelle vigenti nel nostro Paese. Sembra pleonastico, ma i detrattori di questa opportunità sembrano fare finta di dimenticare lo. Inoltre vale la pena ricordare che, per ragioni di pubblica utilità l'Autorità Portuale può togliere la concessione in qualsiasi momento. Per fortuna a Trieste abbiamo i migliori manager del settore, essi sapranno gestire al meglio tutta la vicenda. Lasciamoli lavorare e avanti tutta. Mai più ci capiterà una occasione del genere e se non lo faremo noi, stiamone certi che altri lo faranno.

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