lunedì 25 febbraio 2019

MARIO SOMMARIVA SPIEGA LO SPIRITO DEL PIANO DELL'ORGANICO


Domanda: Per concludere, viste le caratteristiche emerse in quest’intervista riguardo al Porto di Trieste e alla sua vocazione particolare rispetto al resto della portualità italiana, quale può essere nel suo complesso il contributo che il porto può dare al sistema-Italia?

Mario Sommariva: Lo dico con grande circospezione e prudenza, e anche in modo sommesso: può dare un contributo di innovazione: la visione strategica che il porto di Trieste ha dispiegato ha prodotto su tutta una serie di fenomeni che riguardano la portualità, dai collegamenti ferroviari e di gestione ferroviaria alla gestione del lavoro, dal rapporto fra porto e manifattura all’utilizzo delle zone franche, alla questione del ruolo pubblico/ privato, e quindi anche di un’innovazione sotto il profilo della governance.

Credo che si tratti nel complesso di un contributo di innovazione, di elaborazione, di visione, che può essere condivisa o meno, ma deve essere principio di confronto. 


Da un certo punto di vista non è un caso se Zeno d’Agostino è presidente di AssoPorti, dell’Associazione dei Porti italiani. Probabilmente questo è avvenuto perché è stata riconosciuto a Trieste un ruolo innovativo e propulsivo. 

Aggiungo l’attenzione per la questione delle tecnologie, che può essere riconosciuta a Trieste. 

Questo lo dico senza nessuna arroganza e senza pensare che i nostri modelli siano vincenti rispetto ad altri o debbano essere imposti a qualcuno. Però credo che abbiamo proposto qualcosa di nuovo, come la conclusione del piano dell’organico del porto, che è una pianificazione in materia di lavoro che abbiamo impostato in un modo, credo, particolarmente efficace. 

C’è un’elaborazione, anche sui modelli organizzativi e sull’intreccio tra traffici e organizzazione del lavoro, fabbisogni di formazione e disciplina del lavoro portuale, che mi pare possa essere utile anche sul piano nazionale. 

Questo è il contributo che possiamo fornire, molto serenamente e senza pensare di costituire un modello. Stiamo provando a dare soluzione innovative a problemi che tutti i porti vivono, e che debbono però essere affrontati. Se c’è un potenziale contributo crediamo ad un’Autorità Portuale che si sporchi le mani e che entri nel vivo dei problemi, cercando di districarsi e non nascondendosi di fronte ai problemi: questo è il nostro approccio e questo può essere il nostro contributo.

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