COMUNICATO DEL COLLETTIVO AUTONOMO
LAVORATORI PORTUALI DI GENOVA
«VALE PIÙ UN CARRO PONTE DELLA VITA
DI UN LAVORATORE PORTUALE?»
Il terminalista Spinelli, dopo essere
stato il protagonista durante l’allerta rossa a negarne i rischi dando della
“testa calda” a chi invece li aveva denunciati, ha avuto la sfrontatezza di
lamentarsi per le spese che ha sostenuto al Terminal Rinfuse per riparare un
carro ponte di 250 tonnellate che la notte dell’allerta rossa, la stessa in cui
nella banchina accanto aveva costretto dei giovani portuali a scaricare un
traghetto, “era stato lanciato da raffiche di vento di 180 km orari per la
lunghezza dei 400 metri di binari schiantandosi contro le barriere finali, in
cemento armato, sfondandole e abbattendole”. Ora Spinelli reclama i soldi
pubblici o dell’assicurazione per essere rimborsato delle spese sostenute per
il carro ponte.
PARTECIPIAMO TUTTI AL PRESIDIO DI FRONTE
A PALAZZO SAN GIORGIO
MERCOLEDÌ 12 DICEMBRE 2018 ORE 14,30
IN OCCASIONE DELL’INCONTRO DELLE OOSS CON
ADSP E TERMINALISTI SUL TEMA DELLA SICUREZZA DEI
LAVORATORI DURANTE L’ALLERTA ROSSA
Basta chiacchiere e riunioni dilatorie
per prendere una decisione semplice e chiara: l’unica prevenzione certa nella
situazione straordinaria e estrema dell’allerta rossa rispetto alla sicurezza
dei lavoratori portuali è la sospensione delle operazioni.
Una decisione che spetta alla Pubblica
amministrazione competente. Come spetta al Comune nel suo territorio, così
spetta all’Autorità di Sistema Portuale nel porto.
L’AdSP ha rinviato ancora di assumersi
questa responsabilità dopo un mese e mezzo, proponendo alla terza riunione con
i sindacati un documento di 4 pagine fitte di parole con l’elencazione delle
cosiddette “linee guida” per le attività portuali in caso di allerta rossa.
Parole ridondanti e inutili rispetto alle
norme già vigenti e agli obblighi di legge delle imprese. Che semmai finirebbero
per complicare il rispetto delle procedure. C’è anche qualcosa di utile, come
l’implementazione da parte di ARPAL del sistema di monitoraggio dell’area
portuale o come l’intenzione dell’AdSP di fornire ai terminalisti una direttiva
per l’integrazione dei DVR. Ma si tratta di misure che possono migliorare la gestione
delle situazioni di condizioni meteo critiche, ma che non risolvono la
questione: la prevenzione dei rischi dei lavoratori in una situazione estrema e
rara come l’allerta rossa.
Ma la più assurda delle misure proposte
dall’AdSP è la costituzione di una “cellula istituzionale” in Prefettura dove
durante l’allerta rossa si riunisce l’unità di crisi che coordina le iniziative
di protezione civile. Un ulteriore coordinamento dedicato al porto, peraltro
consultivo, che serve solo per evitare che debba essere l’AdSP a assumersi la
responsabilità, così come invece fa un sindaco per i propri cittadini.
L’AdSP continua a omettere i presupposti
di legge che la vincolano a assumersi le sue responsabilità. Infatti omette di
segnalare che la legge portuale 84/94, all’art.6 comma 4 a) assegna all’AdSP ”poteri
di ordinanza, in riferimento alla sicurezza rispetto a rischi di incidenti
connessi alle attività”. Il potere di ordinanza si esercita proprio in
situazioni di necessità e urgenza, limitate nel tempo, in cui la Pubblica
Amministrazione adotta un provvedimento restrittivo della sfera giuridica del
destinatario.
In porto l’insieme dei destinatari privati
opera in maniera interferenziale all’interno di un’area pubblica, in cui ci
sono zone di accesso e di circolazione gestite direttamente dall’AdSP.
Una gara di automobilismo, per fare un
paragone con una situazione che presenta rischi di una gravità analoga a quelli
che si corrono lavorando in porto, viene sospesa in condizioni di grave
pericolo dalla Direzione gara. Non si lascia la decisione alle singole
scuderie!
L’AdSP è in grado di garantire che alla
prossima “allerta rossa” nessuna gru sarà spostata o travolta dal vento, nessun
container volerà dai tiri nelle banchine e nei depositi, nessuna nave romperà
gli ormeggi durante le operazioni portuali?
Tutti questi fatti sono avvenuti nel
corso dell’ultima allerta rossa. Solo la fortuna ha evitato delle vittime.
Eppure ci sono stati terminalisti che hanno obbligato i lavoratori a continuare
a operare e solo con il loro legittimo rifiuto e con lo sciopero indetto dai
sindacati si è riusciti a fermare le operazioni.
GUAI SE DURANTE UN’ALLERTA ROSSA SI FA MALE ANCHE SOLO UN
LAVORATORE!
Solidarietà ai Portuali genovesi. Sembrano non bastare i 3 morti al giorno per infortuni sul lavoro. Le leggi italiane sulla materia sono le migliori eppure i risultati deludono. Forse intervenendo sul profitto delle Imprese si potrebbe invertire il trend. Meno incidenti meno tasse, più incidenti più tasse.
RispondiEliminaSalve
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