venerdì 19 ottobre 2018

A BREVE CAPITALI CINESI IN OPERATORI PORTO DI TRIESTE






18/10/2018 16:11

D'Agostino, a breve capitali cinesi in operatori Porto di Trieste

(Il Sole 24 Ore Radiocor Plus) - Milano, 18 ott - 

'Con i cinesi c'e' un discorso avviato da tre anni con visite nostre in Cina e loro qui da noi. Posso dire che sono in corso delle trattative con societa' statali cinesi che vogliono entrare nel capitale di alcuni degli operatori che operano sul porto di Trieste. Possiamo dire che sono dialoghi maturi e a breve, nel giro di qualche mese, avremo qualche notizia ufficiale'.

Lo ha dichiarato a Radiocor il presidente dell'Autorita' di Sistema Portuale del Mare Adriatico Orientale, Zeno D'Agostino. 

'Va sottolineato che non si tratta di investimenti finanziari perche' altrimenti avremmo una lunga fila di soggetti che vogliono investire nelle attivita' del porto - ha spiegato - ma di soggetti che lavorano in un'ottica industriale'. 

Nei capitali degli operatori del porto di Trieste sono gia' presenti ora investitori stranieri, ha aggiunto D'Agostino, ad esempio turchi, per cui non si tratterebbe di una novita' assoluta. 

Certamente, ha sottolineato, l'elemento di particolare interesse e' che i soggetti che investiranno a Trieste sono gli stessi soggetti che stanno investendo sulla via delle Seta terrestre o marittima. 

Dunque per il porto di Trieste, che e' porto franco dal 1719, si tratterebbe di un'ulteriore conferma di quella che e' una proiezione preminentemente internazionale e che la porta inevitabilmente a essere presa come un punto di riferimento importante per il nuovo grande piano logistico globale ideato a Pechino.

'Quello che sicuramente intendiamo mantenere - ha detto D'Agostino - e' una pluralita' di soggetti all'interno del Porto. Non avverra' cio' che e' avvenuto al porto del Pireo dove la Cina ha acquistato l'intero porto e del resto in quel caso la Grecia era costretta a vendere per il programma della privatizzazioni.

Noi riteniamo che un porto abbia bisogno di una pluralita' di operatori per poter prosperare altrimenti rischia il declino'.


IL PICCOLO riprende e integra la notizia :


«Cinesi in porto a Trieste, lo sbarco è imminente»

Il presidente dell’Autorithy D’Agostino: «Sono società interessate allo sviluppo industriale e non a pure logiche finanziarie»

di Giovanni Tomasin

TRIESTE «Società statali cinesi vogliono entrare nel capitale di alcuni degli operatori del porto di Trieste. Possiamo dire che sono dialoghi maturi e a breve, nel giro di qualche mese, avremo notizie ufficiali». Il presidente dell’Autorità di sistema portuale del Mare Adriatico orientale Zeno D’Agostino sintetizza così lo stato delle cose per quanto attiene il porto di Trieste e la Nuova Via della Seta cinese.

«Con i cinesi c’è un discorso avviato da tre anni con visite nostre in Cina e loro qui da noi», afferma il presidente dello scalo in un’intervista rilasciata al Sole 24 Ore Radiocor. «Posso dire - ribadisce - che sono in corso delle trattative con società statali cinesi che vogliono entrare nel capitale di alcuni degli operatori che operano nel porto di Trieste».

D’Agostino coglie l’occasione per tranquillizzare chi teme ripercussioni negative per il porto: «Va sottolineato che non si tratta di investimenti finanziari, perché altrimenti avremmo una lunga fila di soggetti che vogliono investire nelle attività del porto. Ma non ci interessa qualcuno che ci fa un prestito che poi dobbiamo restituire, non è quello che stiamo cercando».

Il presidente sottolinea invece che si tratta «di soggetti che lavorano in un’ottica industriale». In ogni caso, precisa dialogando con Il Piccolo, l’Autorità di sistema ha un ruolo di coordinamento in questa operazione: «Non è l’Adsp l’interlocutore delle società cinesi. Sono gli operatori portuali di Trieste, l’Autorità si limita ad aprire i canali e a favorire il confronto. Ed è chiaro che l’interesse di questi investitori è far crescere gli operatori, certo non mantenere lo status quo».

Nei capitali degli operatori del porto di Trieste sono già presenti ora investitori stranieri, aggiunge D’Agostino, ad esempio turchi, per cui non si tratterebbe di una novità assoluta. Certamente, sottolinea, l’elemento di particolare interesse è che «i soggetti che investiranno a Trieste sono gli stessi soggetti che stanno investendo sulla Via delle Seta terrestre o marittima». E ancora: «Quello che sicuramente intendiamo mantenere – dichiara D’Agostino – è una pluralità di soggetti all’interno del porto. Non avverrà ciò che è avvenuto al porto del Pireo dove la Cina ha acquistato l’intero porto e del resto in quel caso la Grecia era costretta a vendere per il programma della privatizzazioni. Noi riteniamo che un porto abbia bisogno di una pluralità di operatori per poter prosperare altrimenti rischia il declino».

Infine il presidente dell’Adsp risponde ad altri porti italiani, che invocano «l’aiuto di Roma» per espandere i mercati di riferimento: «L’operazione ha baricentro a Trieste, non a Roma. Siamo noi a gestire il canale, il governo aiuta e offre un supporto diplomatico come fa sempre in questi casi, ma la regia è in mano a Trieste».

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