giovedì 22 febbraio 2018

LA SAIPEM 12000 BLOCCATA DALLE MANOVRE MILITARI DELLA MARINA TURCA

L'ipotesi più ottimista prevedeva che la piattaforma SAIPEM 12000 avrebbe potuto riprendere la navigazione dopo la fine delle esercitazioni della marina militare turca prevista  per il 22 febbraio.


Così non è stato e già nei giorni scorsi diversi organi di stampa affermavano che il blocco della Saipem 12000 sarebbe continuato per almeno altri dieci giorni.


             AGI - ESTERO   HUFFINGTON    LA STAMPA

PERCHE' METTIAMO UNA FOTO DEL PORTO DI PALERMO A COMMENTO DI QUESTA NOTIZIA ?



Perchè il premier turco Erdogan durante la visita in Italia oltre ad annunciare il fastidio per le trivellazioni Saipem nel mare di Cipro ha manifestato anche l'interesse per il porto di Palermo come riportato da diverse testate.

PALERMO. La Turchia guarda con interesse al porto di Palermo, in particolare per il progetto di sviluppo del terminal crociere ma anche per le aree dedicate alle navi ro-ro (per rotabili). Durante la visita a Roma del presidente Recep Tayyip Erdogan il premier turco ha manifestato il sempre maggior interesse turco, e segnatamente della Global ports holdings di Istanbul, per lo scalo siciliano. Interesse non solo per il terminal crociere ma anche per le aree dedicate alle navi ro-ro.

Un interesse, peraltro non sorprendente, scrive il Sole 24 Ore, visto che la Gph controlla già diverse società di gestione di terminal crociere in Italia. Detiene, infatti, il 70% della Cagliari cruise port, il 62% della Catania cruise terminal e il 51% della Ravenna terminal passeggeri. Ma il colosso turco è anche nel consorzio che controlla il 53% della Venezia terminal passeggeri (Vtp). La quale, a sua volta, vanta una partecipazione nella Brindisi cruise port. Mentre società turche operano sulle banchine italiane anche nel settore ro-ro e container.

Ad esempio a Trieste sul Molo V (la Samer Seaports, partecipata al 40% dal gruppo Samer e al 60% dalla turca Un Ro-ro Istanbul) e sul Molo VI (Emt è per il 65% dell’operatore turco Ekol, per il 18,3% della storica famiglia di spedizionieri Parisi); e il gruppo turco Arkas è socio del Terminal del golfo di La Spezia.

Ad attirare l’attenzione della Gph su Palermo sarebbe stato il progetto di sviluppo dei terminal per le crociere e per le navi ro-ro messo a punto dall’Autorità di sistema portuale del Mar di Sicilia occidentale, guidata da Pasqualino Monti (già presidente della port Authority di Civitavecchia). 

A gennaio, in effetti, l'Adsp siciliana ha bandito un concorso internazionale di idee per la progettazione dei nuovi terminal crociere, passeggeri e ro-ro a Palermo. Il 20 aprile scadrà il termine ultimo per ricevere gli elaborati. 

Il vincitore del concorso riceverà un premio da 77mila euro e l’Adsp si riserva la facoltà di affidargli le successive fasi di progettazione, per un importo di 3,27 milioni. Il costo complessivo delle opere ammonta, invece, a circa 70 milioni. 

L’obiettivo, almeno per quanto riguarda le crociere, è di creare un homeport (porto capolinea) capace di far sostare più a lungo le navi (attualmente siamo sulle 4 ore al giorno, che potrebbero salire a 9) e aumentare la movimentazione di passeggeri (col funzionamento in sinergia delle banchine di Palermo, Trapani e Porto Empedocle, per le navi più piccole) dagli attuali 400mila a 1,2 milioni l’anno.





1 commento:

  1. La SAIPEM 12000 bloccata dalle manovre militari della marina turca assieme all’articolo sui desiderata turchi sul porto di Palermo .
    Allora sembra finalmente assodato che il motivo del blocco della nave sia dovuto a manovre militari della Turchia. Alcune domande : 1) Queste manovre sono state annunciate con il preavviso dovuto mediante Avvisi ai Naviganti dandone le coordinate delle aree interessate? 2) Fermo restando la possibilità di transito a loro rischio e pericolo nella zona adibita a esercitazioni da parte di navi estranee purchè non turbino le esercitazioni dobbiamo pensare che la SAIPEM 12000 abbia provocato turbamento alle esercitazioni turche ? 3) Perché alla nave non è stato ‘consigliato’ di uscire dalla zona di esercitazioni ? 4) Perché la nave continua ad essere sotto sequestro? Cosa dobbiamo pensare di fronte al silenzio del nostro Governo che quanto meno dovrebbe dare all’opinione pubblica il suo punto di vista? E poi, come mai i Turchi fanno esercitazioni nella zona economica esclusiva della Repubblica di Cipro unico Stato legale dell’isola? Sappiamo bene della loro tesi ma la zona occupata di Cipro Nord non è stata riconosciuta da nessun Stato al di fuori della stessa Turchia e in ogni caso è Cipro Nord che potrebbe parlare per i propri interessi e non uno Stato terzo quale la Turchia. Insomma si tratta di domande retoriche che non risolvono nulla e non portano a nulla se non vi è la volontà dell’Italia di fare rispettare il Diritto Internazionale posto che ce ne siano le basi congrue. La questione è politica è i nodi stanno venendo al pettine! Che fare con una Turchia il cui dinamismo politico rasenta e talvolta raggiunge (Siria) l’aggressività conclamata? Cosa chiedere ai nostri alleati quale segno di solidarietà? E se questa solidarietà non ci viene data oppure resta solo di facciata, quale potrà (o meglio dovrebbe..) essere in futuro il nostro rapporto con loro stante i precedenti ( Gasdotto South Stream ; guerra di Libia )? Adesso veniamo all’altro punto che ci interessa direttamente: la Turchia desidera un pied-à-terre a Palermo sia come terminal crociere che come movimentazione ro-ro. Per quanto riguarda il terminal crociere mi pare che Palermo- come terminal – sia abbastanza fuori dai grandi mercati delle crociere e perciò che la richiesta tenda piuttosto al secondo punto: i ro-ro! Ma le condizioni dell’Allegato VIII non sono ora ripetibili altrove che a Trieste. E dunque poiché non mancano né i cappelli a cilindro né i conigli che ne escono miracolosamente fuori, non sarebbe opportuno vigilare sulla estensione di zone franche o espedienti similari in vari approdi che sviliscano le nostre prerogative? E allora, se così fosse, appare evidente come l’applicazione totale dell’Allegato VIII sia assolutamente non più eludibile . Per cui il dato che il Decreto Del Rio è palesemente insufficiente, perché – come già accennato - non chiedere ai candidati una dichiarazione circa il loro impegno a favore dell’applicazione totale e senza riserve mentali dell’Allegato VIII ( che- come si sa – impedisce ogni azione di dumping contro il porto di Trieste, oggi messa in atto con determinate tariffe ferroviarie, al recupero delle somme dovute al porto e transitate per altre strade ; somme che ci permetterebbero di accedere a mutui per ammodernamenti senza nulla pitoccare). Frattanto la Commissione Trasporti della Camera ha dato parere favorevole alla sinergia Trieste-Monfalcone. Io non cambio le mie preoccupazioni; penso che avremo solo guai a non finire trovandoci impelagati in discussioni defatiganti sulle ripartizioni e annacqueremo le nostre prerogative cedendone a Monfalcone: staremo a vedere e gli esperti – non per nulla sono esperti - sapranno bene come girare la frittata.

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