mercoledì 14 febbraio 2018

AL CIRCOLO DELLA STAMPA : UNA PROPOSTA PER LA FERRIERA


Il Circolo della stampa di Trieste in collaborazione con Legambiente, l’associazione Sinistra per Trieste, l’associazione NoSmog organizza il dibattito pubblico

Ferriera: 

verso un nuovo accordo di programma 

venerdi’ 16 febbraio alle 17.00

presso la sede del Circolo della Stampa in Corso Italia 13

La collocazione in ambito portuale, che vede un forte sviluppo dei traffici commerciali, potrebbe aprire nuovi percorsi di riconversione sia nella logistica che in attività manifatturiere alternative e innovative negli ampi spazi disponibili anche all’interno di aree free zone.

Presenta e modera 
Pierluigi Sabatti presidente del Circolo della Stampa di Trieste

Relazione introduttiva di Waldy Catalano dell’Associazione Sinistra per Trieste

Interventi di:

Mario Sommariva Segretario generale dell’Autorità portuale di Trieste
Alda Sancin  Associazione NoSmog
Lino Santoro Legambiente

Segue dibattito
 
Sono invitati

La Presidente della Regione FVG Debora Serracchiani
L’assessore regionale all’ambiente Sara Vito
Il Sindaco di Trieste Roberto Dipiazza
L’assessore comunale all’ambiente Laura Polli
I parlamentari del territorio di Trieste
I capigruppo in Consiglio regionale
I capigruppo in Consiglio Comunale di Trieste
Le organizzazioni sindacali del territorio

Porto: il valore si fa con l’attività logistica e la manipolazione delle merci. Parole di Zeno D’Agostino, presidente dell’Autorità di sistema portuale del Mar Adriatico orientale che intende condurre lo scalo giuliano a diventare uno dei porti italiani in maggiore crescita. Un percorso che passa attraverso lo sviluppo dell’intermodalità, con un sempre maggiore utilizzo della ferrovia, e dei punti franchi, ovvero zone dell’area portuale triestina dove si può operare, e fare attività industriali, in regime extradoganale (free zone). 

Sviluppi che permettono di stimare un forte incremento dell’occupazione di mano d’opera.

In questo interessante contesto come è possibile immaginare un futuro per la Ferriera in cui sia prevista la dismissione dell’area a caldo risolvendo da una parte l’impatto ambientale e dall’altra prevedendo spazi occupazionali per i lavoratori della Siderurgica Triestina?

Sull’area a caldo lo stesso Arvedi afferma nel Piano industriale e finanziario 2014-2016 che con l’eventuale dismissione della cokeria si renderà disponibile un’area di circa 50 mila mq che sarà riconvertita ad area retro portuale; la vecchia banchina dello Stabilimento prospicente i carbonili sarà attrezzata con gru mobili gommate e consentirà una capacità di scarico aggiuntiva di 400 mila ton/anno di rinfuse e prodotti finiti, portando la capacità complessiva del hub portuale multipurpose a circa 2,5 Mton di rinfuse.

Di fronte al costoso adempimento previsto dall’Accordo di programma del 21 novembre 2014 (Accordo di programma del progetto integrato di messa in sicurezza, riconversione industriale e sviluppo economico produttivo nell’area della Ferriera di Servola) della copertura dei parchi minerale e carbone (durata prevista per la realizzazione 4-5 anni e costi dell’ordine dei 40 milioni di euro) e davanti alle problematiche sanitarie e ambientali, è necessaria una svolta politica che è possibile realizzare esclusivamente attraverso un nuovo Accordo di Programma concordato fra le parti in un’apposita conferenza dei servizi che preveda la chiusura nell’arco di 2-3 anni dell’area caldo facendo quindi decadere l’obbligo della copertura dei parchi. 

Automaticamente, con la modifica dell’assetto industriale dell’area, decadrebbe l’attuale AIA. Il ruolo dell’Autorità portuale può rappresentare il tassello risolutivo in questo percorso.


Riportiamo volentieri la notizia di questa iniziativa che ha il merito di avanzare una proposta verso la soluzione di un problema, che almeno viene definito come tale: un problema.

Per nostra onestà integriamo il testo - che contiene anche le linee guida della proposta che verrà illustrata - con alcune delle nostre domande particolarmente corrosive in questo caso. E' il nostro contributo al dibattito pubblico che viene proposto.

1. Perchè è necessario che soggetti terzi indichino cosa è conveniente ad Arvedi per la gestione della Ferriera e in particolare dell'area a caldo ? Se i vantaggi economici e di risparmio sono così evidenti come si spiega la "resistenza" di Arvedi sulla chiusura dell'area a caldo ?

2. Può l'Autorità di Sistema portuale assumersi tra gli altri gravosi impegni l'assicurazione , la garanzia, di un assorbimento nel tempo degli operai siderurgici che risulterebbero esuberi dopo una possibile chiusura dell'area a caldo ?

3. Quanti sono gli operai siderurgici che resterebbero senza lavoro a seguito della chiusura dell'area a caldo ?

4. Quale caratteristica particolare hanno questi operai rispetto a quelli che sono stati licenziati in questi anni dalle tante aziende che hanno chiuso in questo territorio ?




1 commento:

  1. Ringrazio FAQ TS per aver dato spazio a questa iniziativa. Domande corrosive? Ma no, domande che entrano, giustamente, all'interno del problema, e di cui ci facciamo carico. Forse, nel dibattito, troveremo alcuni spunti di risposta.

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