Piccolo non è più bello nello shipping italiano
Nell’industria
italiana dei trasporti e della logistica “piccolo è bello” non esiste più.
Il tema è tornato
d’attualità con l’intervista appena rilasciata dal presidente di Confetra, Marcucci (leggila su MF-MilanoFinanza o su Ship2Shore) che, parlando di futuro del settore, ha detto: “[…] ci sono anche i
terminal portuali per i carichi rotabili, multipurpose, i terminal rinfuse e i
terminal crociere, la cui dimensione dobbiamo domandarci se corrisponda a una
dimensione ottimale o se è figlia ancora degli ultimi 20 anni quando a nessuno
veniva negato un pezzetto di terra e una piccola banchina. Bisogna capire se
tutto questo corrisponda alle dinamiche di mercato in corso. La mia opinione è che non corrisponda più alle dinamiche attuali e
che le Autorità di sistema portuale dovrebbero, alla
scadenza naturale delle concessioni (in molti porti previste nel 2020, ndr), fare un’opera di sensibilizzazione o
comunque utilizzare gli strumenti a loro disposizione per aggregare.
Oggi piccolo è bello non mi pare che funzioni”.
E’ davvero così? I fatti degli ultimi
tempi dicono di sì.
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