mercoledì 1 novembre 2017

IL SENATORE RUSSO PERDE IL PELO MA NON IL VIZIO

Vi ricordate la domanda apparsa su IL PICCOLO un paio di giorni fa a proposito dell'insediamento Seleco al magazzino 5 del Portovecchio ? 
L'abbiamo segnalata e anche illustrata in modo che non si potesse eludere dalla domanda concreta con frasi in "politichese ".

la nostra domanda: QUALE EFFETTO HA AVUTO IL DECRETO RUSSO SULLA SDEMANIALIZZAZIONE NEL FAVORIRE L'INSEDIAMENTO SELECO ?

leggiamo assieme la risposta del senatore pubblicata sul quotidiano locale :

PORTO VECCHIO

Il punto franco non è stato cancellato. La lettera di Mario Cotta mi dà la possibilità di fare un po' di chiarezza - spero una volta per tutte - rispetto ad alcuni dubbi interpretativi (o talvolta vere e proprie bufale) relative all'emendamento che ha sdemanializzato Porto Vecchio.

Parto sfatando un grande mito: il Punto Franco di Porto Vecchio non è stato cancellato così come erroneamente dichiarato da alcuni. Esiste ancora nella fascia costiera e nell'area in cui sorge l'Adriaterminal; la Sèleco, in particolare, si insedierà in un'area attigua a quest'ultima, anch'essa soggetta a regime di punto franco.


A dire il vero neanche la restante parte è stata soppressa ma semplicemente spostata lì dove può essere davvero utile: mi riferisco, ad esempio, al piazzale dell'autoporto di Fernetti, ai due capannoni ex Wärtsilä a Bagnoli della Rosandra ed eventualmente - opzione che l'Autorità Portuale sta valutando - alla stazione di Prosecco e alla Valle delle Noghere.

La sdemanializzazione, quindi, è stata un'operazione a somma positiva che ha creato - non tolto - opportunità a Trieste: oltre a spostare i punti franchi lì dove potranno portare davvero valore aggiunto ha consentito alla città di riappropriarsi di un'area centrale, fronte mare e pregiata dal punto di vista architettonico.

Chi ha avuto la fortuna di visitare Genova, Barcellona, Rotterdam e Marsiglia sa come queste meravigliose città hanno trovato il modo di valorizzare i loro antichi scali. Vale anche per noi lo stesso principio: se saremo capaci di vincere la grande sfida della riqualificazione di Porto vecchio allora potremo davvero porre le basi per un "nuovo Rinascimento" di Trieste che, in termini concreti, significa dare una prospettiva di futuro sostenibile ai nostri figli e ai nostri nipoti.

Altrimenti il declino di questa città non solo sarà inesorabile (come è stato negli ultimi anni) ma sempre più rapido ed inarrestabile. Quindi, almeno stavolta, mettiamo da parte le polemiche e rimbocchiamoci le maniche tutti insieme. L'ho detto più volte: sui grandi temi che investono il futuro della città la politica ha il dovere di lavorare unita. Lasciando da parte divisioni ideologiche e interessi particolari.

Francesco Russo senatore del PD

NOTA DI FAQTRIESTE : Chi era presente all'incontro del Propeller Club su Portovecchio sa che il senatore continua a pianificare spiagge e teleferiche con il santuario di Monte Grisa... e non ci sembra esente dal "politichese" nemmeno la risposta pubblicata su IL PICCOLO.

L'insediamento della Seleco al magazzino 5 , nell'area rimasta di proprietà dell'APT prima e poi dell'Autorità di sistema portuale è un insediamento simile a quello della Saipem ( che in tutti questi anni , dalla presidenza Boniciolli all'APT, ha operato in Porto vecchio ).

I vantaggi che hanno convinto Seleco a questo investimento sono legati al punto franco e al fatto che con il Decreto Attuativo c'è finalmente un soggetto amministrativo chiaro e definito come interlocutore ( la presidenza dell'AdSP )
La sdemanializzazione è sempre stato l'obiettivo alternativo di chi non vedeva alcun possibile sviluppo del Portovecchio con il suo "obsoleto" Punto franco, di chi non comprendeva le attività di Saipem dell'Adriaterminal e prevedeva il declino rovinoso di quell'area. Possiamo aggiungere che questi soggetti sono quelli che hanno permesso o comunque condiviso lo smantellamento dei collegamenti ferroviari di quell'area attuato sotto la gestione Moretti delle ferrovie italiane.

Ora con la divisione in due aree del Portovecchio : l'area sdemanializzata voluta dall'emendamento Russo e l'area rimasta alla situazione precedente sotto l'AdSP i cittadini potranno verificare chi aveva e chi aveva avuto ragione. Per ora sul piatto della bilancia pesa il rinnovato e consistente investimento della Saipem e il prossimo insediamento Seleco a favore di chi aveva sempre difeso le potenzialità di sviluppo del Portovecchio con il suo Punto Franco. Vedremo se nei prossimi mesi l'area "restituita alla città " con l'emendamento Russo farà qualche risultato: per il momento ci sembra ferma alle parole e al palo di partenza.

Ad evitare equivoci ricordiamo che i Punti Franchi potevano venire allargati e quindi utilizzati in altre aree della provincia triestina senza bisogno dell'emendamento Russo, lo spostamento e l'allargamento erano già previsti e possibili: non possono essere vantati come risultato della sdemanializzazione che non ha modificato la materia.

A memoria delle cose da fare ricordiamo che l'emendamento Russo non ha previsto alcun indenizzo al Comune di Trieste per le spese ingenti che dovrà affrontare nel gestire la zona sdemanializzata del Portovecchio. Ci sono state in passato dichiarazioni politiche che affermavano di voler risolvere questo problema ma al momento abbiamo solo il riconoscimento del Sindaco dei grossi problemi e delle grosse spese che dovrà affrontare il Comune per quanto riguarda la copertura del torrente Chiave sia in via Carducci che all'interno del Portovecchio.

1 commento:

  1. Solo una domanda/curiosità. Dato per acquisito la libertà di spostare i punti franchi , quando si fa riferimento ad allargarli questo significa che : fatto 100 il perimetro del punto franco questo può diventare 101 o deve rimanere 100?

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