sabato 15 luglio 2017

I DECRETI ATTUATIVI IN UN ROMANZO DEL NOVEMBRE 2013

Ma quello di cui vorrei parlarle sono le potenzialità del Porto Franco Internazionale di Trieste. 

Esiste una lunga serie di opportunità che non sono state sviluppate in questi anni. Abbiamo dovuto arginare gli attacchi a questa nostra speciale caratteristica, ma non siamo mai riusciti a fare passi in avanti, siamo stati costretti a stare sulla difensiva. Sono stati necessari interventi specifici, io sono segretario dell’Associazione per la difesa del Porto Franco Internazionale
di Trieste, ed e stato stancante predicare per anni le potenzialità del nostro status, rintuzzare tutti gli attacchi e le imboscate. 

Esiste una legge italiana che regola i porti, la legge 84 del 1994,
dove ci sta un paragrafo che ricorda la particolarità di Trieste.
Ad ogni stesura o modifica della legge questo riferimento rischia di essere cancellato. Mi ricordo quando ho dovuto ricordare e spiegare al Senatore l’importanza di mantenere quel riferimento. Devo dargli atto che poi si e impegnato”.


“Magari non e stato il solo? Anche il Presidente dell’Autorità Portuale si era dato da fare e poi ha ringraziato pubblicamente un sindacalista per l’impegno dimostrato” precisò Herbert, per far sapere all’esperto che lui non era un novellino, aveva fatto le sue ricerche. Il segretario dell’Associazione era già entrato nel ruolo ed aveva iniziato a leggere l’art. della legge che varie volte era stato in pericolo di cancellazione: “ Vede qui... capitolo 6 Autorità Portuale articolo 12. E fatta salva la disciplina vigente per i punti franchi compresi nella zona del porto franco di Trieste. Il Ministro dei trasporti e della navigazione, sentita l’autorità portuale di Trieste, con proprio decreto stabilisce l’organizzazione amministrativa per la gestione di detti punti franchi. Questo per la legge. Certo che lei ha ragione, non mi prendo nessun merito, ci sono stati altri interventi in difesa e in varie occasioni. La difficoltà sta nel fatto che non c’è un intento comune della città o almeno delle istituzioni più importanti. 

Molte volte ho ascoltato il paragone con Genova, li prima portano a casa la legge, il finanziamento, l’idea e lo fanno tutti assieme, genovesi contro il mondo. Quando il risultato e assicurato magari si scontrano tra loro e si dividono. Noi a Trieste facciamo il contrario, prima ci scorniamo tra noi e poi deboli e già stanchi cerchiamo di farci valere a livello nazionale.

Se viene presentato un progetto in città per prima cosa provvediamo a demolirlo da noi, poi il colpo definitivo arriva dall’Italia o dall’Europa. Eppure, e non mi stanco di ripeterlo, le potenzialità ci sono state e ci sono per il futuro. Trieste ha già avuto un grande porto”.

Ma non basta, l’esperto e un fiume in piena: “Veda qui. legge 1020. - D.P.R. 23 gennaio 1973 n. 43. Approvazione del testo unico delle disposizioni legislative in materia doganale Art. 169. (Punti franchi nel porto di Trieste). - Per i punti franchi compresi nella zona del porto franco di Trieste di cui all’allegato VIII al Trattato di pace fra l’Italia e le potenze alleate ed associate, firmato a Parigi il 10 febbraio 1947 e reso esecutivo con D.L.C.P.S. 28 novembre 1947 n. 1430, restano ferme, in deroga a quanto stabilito nei precedenti articoli, le vigenti disposizioni più favorevoli...Le disposizioni più favorevoli. 
E’ chiaro?”
“Quindi Lei e d’accordo con i triestini che sono stati l’altro giorno a Vienna a manifestare? Appartengono alla sua Associazione?”

“No guardi, questo movimento che si richiama al Territorio Libero di Trieste rischia di essere definito antitaliano e quindi avrà tutte le difficoltà del caso. Abbiamo già avuto una forte spinta autonomista con la Lista per Trieste, nata prima della più famosa Lega Nord, ma poi e finita anche li con divisioni politiche tra destra e sinistra. Io credo che la soluzione migliore sarebbe staccarsi dal Friuli e costruire l’autonomia della Venezia Giulia concentrandosi sul Porto internazionale e franco. Questo cerchiamo di fare, ed e realizzabile, basta volerlo. C’è la possibilità di impiantare industrie che lavorino le merci in regime franco, con risparmi su tasse e dazi. Nella stanza accanto ci sono al lavoro i redattori della Gazzetta Giuliana, una pubblicazione quindicinale, che sostiene proprio questa tesi. Ora mi scusi ma devo proprio lasciarla, mi telefoni se prima di ripartire vuole che ci incontriamo ancora una volta”
“La ringrazio molto, mi faccio dare alcune indicazioni dalla sua segretaria e magari mi rifaccio vivo”.


Nessun commento:

Posta un commento