venerdì 12 maggio 2017

TERMINALI DI RIGASSIFICAZIONE E RISCHI NUCLEARI NEL GOLFO DI TRIESTE

Terminali di rigassificazione e 

rischi nucleari nel golfo di Trieste                                                                      

Le proposte emerse dall'incontro del 19 aprile '17                                                                                                                                                    
Alessandro Capuzzo


L'incontro su Terminali di rigassificazione e rischi nucleari nel golfo di Trieste svoltosi alla Casa per la pace "Danilo Dolci" di via Valdirivo 30 ha aperto un ragionamento comune sull'argomento, a partire dalla lettera inviata mesi fa alle pubbliche autorità civili e militari di Trieste e Koper-Capodistria. Il discorso intrapreso è giunto alle seguenti conclusioni e proposte:




Riguardo al rigassificatore, bisogna vincere l'apatia e tornare in piazza, iniziando da una richesta precisa alla Presidente della Regione, affinchè concordi col governo una conferenza dei servizi conclusiva volta a bloccare definitivamente il progetto di Zaule, autorizzato dal ministero dell'Ambiente. Ora che con la vittoria al referendum costituzionale del 4 dicembre, il rischio di decisione unilaterale dall'alto in base alla cosiddetta norma di "supremazia" è decaduto.

L'incontro di mercoledì 19 aprile - promosso da Democracy in Europe Movement 2025 e Forum per cambiare Trieste - è servito anche ad aprire lo sguardo sulle implicazioni geopolitiche di questi impianti, fermamente contestati dalla popolazione per il pericolo ambientale, attraverso una messa a confronto del traffico gasiero qui ipotizzato con quello nucleare esistente.

Per quanto riguarda i porti nucleari, avendo le istituzioni italiane responsabilità omissive per non aver considerato l'esistenza di questo rischio nelle Valutazioni d'impatto ambientale sui progetti di rigassificatore, è stato proposto di costruire intorno ai porti nucleari civili e militari di transito di Trieste e Koper-Capodistria, un caso di studio da sottoporre ad esempio alla Scuola di prevenzione nucleare, che ha sede presso l'ICTP di Miramare a Trieste, ed è emanazione delle Nazioni Unite e dell'Agenzia internazionale per l'energia atomica di Vienna. Interrogazioni in proposito sono state presentate al Comune di Trieste e alla Regione Friuli Venezia Giulia.

È stato anche proposto di sollecitare l'interesse in questo senso dei comitati operanti negli altri porti nucleari militari italiani (Venezia, Brindisi, Taranto, Augusta, Napoli, Gaeta, Livorno, La Spezia, Cagliari e La Maddalena). 

E di coinvolgere ovviamente il Diem25 spontaneous collective, le istituzioni e l'associazionismo di Koper / Capodistria e di Slovenia, visto che l'iniziativa può interessare loro e la vicina Croazia, dove un rigassificatore è già previsto sull'isola di Krk-Veglia, presso Rijeka-Fiume nel golfo del Quarnaro.

Quanto descritto si inserisce nel più ampio ventaglio di iniziative della campagna ICAN (International Campaign to Abolish Nuclear Weapons) grazie alla quale 127 Paesi stanno discutendo alle Nazioni unite un Trattato per la messa al bando delle armi nucleari, che dovrebbe essere approvato a luglio. È stato quindi proposto ai Diem25 Spontaneous Collectives Italiani di sostenere la campagna e spingere i riluttanti Stati europei - in massima parte aderenti alla Nato - a seguire i Paesi promotori nell'iniziativa.

Giova infine ricordare che l'Italia alle Nazioni Unite ha votato a favore della discussione sul Trattato per la messa al bando delle armi nucleari, salvo ritrattare in un secondo momento il voto, probabilmente a causa della violazione del Trattato di non proliferazione nucleare in cui stiamo incorrendo, e della stessa Costituzione, essendo distribuite fra Ghedi e Aviano diverse decine di bombe nucleari in via di ammodernamento offensivo. L'Olanda e il Parlamento europeo hanno invece mantenuto il voto favorevole. Qui di seguito il link alla pagona della campagna ICAN


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