Terminali di
rigassificazione e
rischi nucleari nel golfo di Trieste
Le proposte emerse dall'incontro del 19 aprile '17
Alessandro Capuzzo
L'incontro su Terminali di
rigassificazione e rischi nucleari nel golfo di Trieste svoltosi alla Casa per
la pace "Danilo Dolci" di via Valdirivo 30 ha aperto un ragionamento
comune sull'argomento, a partire dalla lettera inviata mesi fa alle pubbliche
autorità civili e militari di Trieste e Koper-Capodistria. Il discorso
intrapreso è giunto alle seguenti conclusioni e proposte:
Riguardo al rigassificatore,
bisogna vincere l'apatia e tornare in piazza, iniziando da una richesta precisa
alla Presidente della Regione, affinchè concordi col governo una conferenza dei
servizi conclusiva volta a bloccare definitivamente il progetto di Zaule,
autorizzato dal ministero dell'Ambiente. Ora che con la vittoria al referendum
costituzionale del 4 dicembre, il rischio di decisione unilaterale dall'alto in
base alla cosiddetta norma di "supremazia" è decaduto.
L'incontro di mercoledì 19
aprile - promosso da Democracy in Europe Movement 2025 e Forum per cambiare
Trieste - è servito anche ad aprire lo sguardo sulle implicazioni geopolitiche
di questi impianti, fermamente contestati dalla popolazione per il pericolo
ambientale, attraverso una messa a confronto del traffico gasiero qui
ipotizzato con quello nucleare esistente.
Per quanto riguarda i porti
nucleari, avendo le istituzioni italiane responsabilità omissive per non aver
considerato l'esistenza di questo rischio nelle Valutazioni d'impatto
ambientale sui progetti di rigassificatore, è stato proposto di costruire
intorno ai porti nucleari civili e militari di transito di Trieste e
Koper-Capodistria, un caso di studio da sottoporre ad esempio alla Scuola di
prevenzione nucleare, che ha sede presso l'ICTP di Miramare a Trieste, ed è
emanazione delle Nazioni Unite e dell'Agenzia internazionale per l'energia
atomica di Vienna. Interrogazioni in proposito sono state presentate al Comune
di Trieste e alla Regione Friuli Venezia Giulia.
È stato anche proposto di
sollecitare l'interesse in questo senso dei comitati operanti negli altri porti
nucleari militari italiani (Venezia, Brindisi, Taranto, Augusta, Napoli, Gaeta,
Livorno, La Spezia, Cagliari e La Maddalena).
E di coinvolgere ovviamente il
Diem25 spontaneous collective, le istituzioni e l'associazionismo di Koper /
Capodistria e di Slovenia, visto che l'iniziativa può interessare loro e la
vicina Croazia, dove un rigassificatore è già previsto sull'isola di
Krk-Veglia, presso Rijeka-Fiume nel golfo del Quarnaro.
Quanto descritto si
inserisce nel più ampio ventaglio di iniziative della campagna ICAN
(International Campaign to Abolish Nuclear Weapons) grazie alla quale 127 Paesi
stanno discutendo alle Nazioni unite un Trattato per la messa al bando delle
armi nucleari, che dovrebbe essere approvato a luglio. È stato quindi proposto
ai Diem25 Spontaneous Collectives Italiani di sostenere la campagna e spingere
i riluttanti Stati europei - in massima parte aderenti alla Nato - a seguire i
Paesi promotori nell'iniziativa.
Giova infine ricordare che
l'Italia alle Nazioni Unite ha votato a favore della discussione sul Trattato
per la messa al bando delle armi nucleari, salvo ritrattare in un secondo
momento il voto, probabilmente a causa della violazione del Trattato di non
proliferazione nucleare in cui stiamo incorrendo, e della stessa Costituzione,
essendo distribuite fra Ghedi e Aviano diverse decine di bombe nucleari in via
di ammodernamento offensivo. L'Olanda e il Parlamento europeo hanno invece mantenuto
il voto favorevole. Qui di seguito il link alla pagona della campagna ICAN
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