giovedì 27 aprile 2017

MARIO SOMMARIVA SU LA PILOTINA BLOG E LA RISPOSTA DI GIORGIO CAROZZI

 Spedito da: Trieste 

Pubblicato su Pilotina blog il 26 aprile 2017 

Mario Sommariva




Ho esitato a lungo prima di decidere di inviare questo “ post”. Infatti né il porto di Trieste, né D’Agostino, né Serracchiani hanno bisogno di avvocati difensori.
Ho però riflettuto sul rispetto che merita il “ blog” di Pilotina, sul fatto che in questo luogo il dibattito è animato da persone che, a vario titolo, vivono il porto (in particolare quello di Genova ) con grande passione e onestà intellettuale. 

La “ciurma” di Pilotina è fatta di operatori, di lavoratori , di persone che hanno vissuto e vivono il porto dall’interno. 

Non siamo di fronte a soggetti che parlano per “ sentito dire” e nemmeno per voglia di apparire. Per questo ho ritenuto che possa essere utile fare qualche riflessione sul tema “ Genova vs Trieste “ per come si è sviluppato in questi giorni. In particolare dopo gli “apprezzamenti”, anche di tipo personale, del tutto ingenerosi, ingiustificati se non offensivi nei confronti di Zeno D’Agostino. Prima di formulare certi giudizi sarebbe forse bene conoscere meglio le persone e soprattutto come lavorano. Tuttavia io vorrei cercare di rimettere la questione con i piedi per terra ed a mio avviso, dargli una giusta dimensione.


Parto dalla questione se Trieste sia o meno il primo porto d’Italia, dato il peso, indubitabile, che, sui volumi complessivi di merce movimentata, hanno i prodotti petroliferi a partire dal crude oil. Questione mal posta. Trieste è il terzo porto della Germania, il primo porto dell’Austria, il secondo porto dell’Ungheria.
Vi è il peso di una componente storica e geografica che pone, nei fatti, Trieste, in una dimensione atipica rispetto al resto della portualità nazionale. 

Come cercherò di rappresentare sinteticamente in queste righe, questa amministrazione del Porto sta cercando di rivitalizzare al massimo la vocazione internazionale di Trieste. 

Da questo punto di vista si può affermare, senza termini di smentita, che Trieste e Genova insistono su mercati totalmente diversi e quindi non sono, fra loro porti in concorrenza diretta. 

Se il Governo vede nei due porti “ ascellari”, ai vertici geografici dei due mari che circondano la penisola italiana, i cardini di un sistema logistico in grado di avere una funzione di “ gate” anche per aree dell’Europa centrale, occidentale ed orientale, altro non fa che dare attuazione alle scelte strategiche già definite nel Piano Generale dei Trasporti e della Logistica del 1999 e frettolosamente archiviato nel 2001 dal Ministro Lunardi. Fu in quella fase che si interruppe, al netto della congiuntura economica internazionale, una virtuosa politica dei trasporti nel nostro paese.

Cosa significa dunque l’elezione di D’Agostino alla Presidenza di Assoporti ? Sempre per il rispetto che porto al luogo che mi ospita, riterrei che la questione non possa essere esaminata alla luce di un ragionamento sulla “famelica ricerca di poltrone”. Si farebbe torto all’intelligenza dei frequentatori di Pilotina Blog. Occorre invece ragionare alla luce dell’attuale fase politica ed istituzionale, delle necessità e priorità che emergono. 

La riforma portuale può piacere oppure no. Io stesso ritengo che molti aspetti, anche relativamente alla governance, potessero essere affrontati diversamente, tuttavia, per l’economia marittima e portuale italiana, per il lavoro e lo sviluppo, la cosa peggiore sarebbe un’altra lunga ed ulteriore fase di paralisi. La riforma deve essere attuata. Non può che essere attuata. Le Autorità di Sistema debbono partire e lavorare, comprese le nuove sedi di coordinamento nazionale che sono state previste nella legge. Dovrebbero essere proprio quelle sedi a colmare quelle contraddizioni e dispersioni, sotto il profilo della pianificazione e dell’utilizzo delle risorse pubbliche, che proprio su Pilotina vengono quotidianamente denunciate.

La pianificazione, anche dei singoli porti, deve avere punti di riferimento che facciano capo a scelte prioritarie nazionali. Un dibattito sull’” overcapacity” dei terminal si è aperto persino in Cina. Il che non significa bloccare ogni tipo di intervento infrastrutturale, specie se finalizzato a migliorare l’accessibilità marittima, ferroviaria e stradale. 

Questo significa per Genova andare avanti sulle opere prioritarie che da tempo sono state individuate ( Terzo valico, Gronda etc. ). Bisogna però comprendere che, nell’attuale contesto, Assoporti cambia pelle. Da associazione di rappresentanza diventa struttura tecnica di interlocuzione con il Governo, sede di discussione per la formulazione di proposte, momento di sintesi e riflessione dove convergono tutti i rappresentati istituzionali deputati a governare il sistema portuale italiano.

Poiché serve capacità di dialogo e di ascolto, equilibrio e capacità di fare squadra oltre ad un minimo di esperienza maturata nell’esercizio del ruolo di guida di un’Autorità portuale, D’Agostino rappresenta, in questo momento, la persona che meglio può esercitare queste funzioni e raggiungere questi obiettivi.

Io penso che, se negli anni scorsi, Assoporti non si fosse divisa e fosse stata più autorevole, forse il cammino della riforma sarebbe stato più agevole e magari i risultati acquisiti sarebbero stati migliori. Dobbiamo però guardare al domani, perché i porti, da nord a sud, da est a ovest, rappresentano pur sempre uno dei punti di forza dell’economia del nostro paese. Senza i porti, senza una forte economia marittima ed sistema logistico efficiente, non c’è futuro per l’Italia.

Lo sviluppo ed il lavoro sono i nostri punti di riferimento nell’azione di governo che, come amministrazione, stiamo portando avanti da due anni nel porto di Trieste. Rilancio delle ferrovie con 17 collegamenti intermodali dei quali 15 internazionali, oltre 150 treni in arrivo e partenza settimanalmente, rilancio della leva del “ porto franco” in funzione anche logistica e manifatturiera nelle aree retro portuali, riqualificazione e nuova dignità per il lavoro portuale, recupero delle aree industriali dismesse e da bonificare. Questi sono gli assi portanti della nostra azione di governo del porto. Cerchiamo inoltre, anche sviluppando nuovi servizi a favore dell’utenza, di far funzionare meglio il porto. Facciamo questo in un contesto molto competitivo. Koper è un porto che lavora benissimo, a pochissime miglia marittime da Trieste, ben organizzato e con costi “ sloveni” inferiori del 30 per cento rispetto ai nostri. Koper lavora in un contesto totalmente pubblico, non senza contraddizioni sociali e non senza problemi infrastrutturali ( ferroviari). Ma la competizione ci stimola a non dormire.

Quando D’Agostino dice che i collegamenti intermodali settimanali che partono da Koper e da Trieste sono più numerosi di quelli di Rotterdam intende dire che una via adriatica da sud - est per contendere al northern range traffici che gravitano su aree est e mitteleuropee si è ormai aperta. Si tratta di un dato di fatto del quale anche a livello dei porti nord europei si è ormai preso atto.
Ciò che servirebbe dunque, non è un dibattito “ Genova vs Trieste” ma fare crescere una riflessione comune per esprimere al meglio il contributo che i porti italiani, sia quelli a vocazione internazionale ( Genova, Trieste e hub di transhipment) che quelli a dimensione regionale e locale, possono dare alla creazione di lavoro e di ricchezza diffusa. Il resto ritengo sia poco utile ed interessante.

Mario Sommariva

segretario generale AdSP Trieste


Spedito da: Genova 

Pubblicato il: 27 aprile 2017 


Giorgio Carozzi


DIALOGO TRA UN VENDITORE DI PORTO
E UN NON SO…

1) Confesso a scanso di equivoci il conflitto di interesse: conosco Mario Sommariva da oltre trent’anni, è mio amico e quando ancora lavorava a Bari con Franco Mariani ho cercato invano di convincerlo a farsi candidare alla segreteria generale dell’Ap di Genova.

2) Con il suo magistrale uso del linguaggio razionalista, Sommariva è certamente molto convincente nella sua analisi critica e non avrebbe senso cercare argomenti contrari sul suo stesso terreno. Anche se qualcuno esiste.

3) Mario è un galantuomo e cerca di indorarci una pillola amarissima, ma ha ragione lui, basta riflettere un instante per prendere coscienza della nostra pochezza. Esiste secondo voi una sola persona nel bunker gerontocomio di Palazzo San Giorgio o nelle centrali salottiere della borghesia mercantile in grado di pensare e poi scrivere un intervento di questa portata, indipendentemente dal giudizio di merito sul contenuto?

4) La crisi perenne in cui galleggiamo – testimoniata dalla meschina, desolante e astiosa contrapposizione intorno alla Culmv – è soprattutto assenza di uomini, di cervelli, di cultura, di visioni, di politica. E se il nostro amico Paolo Emilio Signorini non si sbriga, siamo del gatto…
Giorgio Carozzi

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