sabato 29 aprile 2017

CENSIMENTO LAVORATORI PORTUALI : VARI RETROSCENA

LA NOTIZIA : Il ministero dei trasporti e delle infrastrutture ha chiesto alle Autorità di Sistema Portuale di fornire i dati sui lavoratori portuali impiegati nei vari scali. 



THE MEDITELEGRAPH propone come retroscena di questa richiesta la necessità di avere al ministero una fotografia puntuale in vista di provvedimenti di prepensionamenti.

IL NOSTRO RETROSCENA : Pensiamo che il ministero abbia raccolto il suggerimento sulla necessità di realizzare un censimento della forza lavoro portuale impiegata nei porti come primo passo indispensabile per affrontare il tema del lavoro portuale conoscendone consistenza e rilevanza anche sul fronte occupazionale. ( La proposta di censimento è contenuta nel Documento di discussione per Assoporti redatto da A.I.O.M. FVG agli inizi di febbraio di quest'anno ).




Dobbiamo a questo punto fissare alcuni punti ormai largamente condivisi e altri che stanno prendendo forma nel confronto preliminare di questi mesi. 

CONDIVISI :

  • La precedente riforma 84/94 con la definizione dei diritti ed oneri degli art. 16, 17 e 18 è stata adattata e interpretata in modi diversi nei vari porti italiani
  • Le differenze tra porto e porto e i diversi rapporti di forza all'interno degli scali hanno consegnato una variegata lista di soluzioni e di interpretazioni della legge precedente
  • C'è la volontà da parte del Governo e del ministero in particolare di unificare i trattamenti e le regole per il lavoro portuale. Nell'agenda del ministero questa è probabilmente la prossima voce da affrontare all'interno di questa Riforma della portualità e della logistica costruita a pezzi ( la Riforma puzzle come l'abbiamo definita )
IN FORMAZIONE :

  • L'agenzia del lavoro portuale sulla carta sembra la soluzione di molti dei problemi ma dietro a questa definizione si stanno costruendo modelli differenti tra loro e trattamenti diversificati tra porto e porto
  • L'originale Agenzia del Lavoro Portuale modello Livorno che è stata reinterpretata a Trieste è molto diversa dalle soluzioni proposte per Gioia Tauro e Taranto sotto la stessa denominazione. "15 milioni di euro di differenza tra agenzia del lavoro di Gioia Tauro e di Trieste " ARTICOLO DI FAQ TRIESTE
  • L'obiettivo finale di queste varie forme organizzative definite genericamente Agenzie del Lavoro Portuale non è sempre lo stesso ma contempla esiti differenti : ristrutturazione, regolarizzazione o riduzione del lavoro portuale. Anche per capire questo passaggio è una buona cosa che il ragionamento parta da un censimento della forza lavoro in campo.
  • Il porto di Genova continua ad essere un "caso a parte" nel panorama nazionale come spiega bene l'articolo che vi proponiamo qui sotto

Lavoratori portuali, via al censimento / RETROSCENA

Genova - Avviate le procedure in tutti gli scali italiani in vista dei pensionamenti anticipati. A Genova resta alta la tensione. Benvenuti (Culmv): «Non vogliamo aiuti».

Genova - In vista del secondo giro di consultazioni con le categorie di settore al ministero dei Trasporti previsto ai primi di maggio - e che ha come obiettivo la riforma del lavoro portuale - Assoporti, l’associazione delle Autorità di sistema portuale, ha chiesto a tutte le imprese portuali (articolo 16 della legge sui porti), alle compagnie (art. 17) e ai terminalisti (art. 18) di presentare i numeri dei propri dipendenti, suddivisi per fascia d’età. Obiettivo, tracciare la geografia di chi lavora sulle banchine italiane attraverso un censimento sistematico. Oggi esistono stime (22 mila lavoratori in tutto, di cui 2.000 nelle compagnie portuali), ma non numeri certi. Questa mappa servirà per rispondere, porto per porto, alla domanda “chi fa cosa” e se gli anelli che compongono il ciclo portuale lavorino nel dettato normativo. 

Avere inoltre l’insieme della comunità portuale potrà permettere di valutare le ipotesi di avviamento alla pensione tramite fondo di solidarietà, necessarie per avviare un ringiovanimento della categoria: la stratificazione tra imprese, terminalisti e manodopera che interviene nei picchi di lavoro sancita 23 anni fa dalla legge, se sulla carta ha prodotto un compromesso accettabile sulla flessibilità del lavoro, ha spesso creato una situazione di compromesso che ha disincentivato le assunzioni e indebolito i soggetti più deboli del ciclo portuale.

Intanto ieri mattina a Genova, presso il Psa Terminal Voltri-Pra’ e il Terminal San Giorgio, si è registrata la tensione dei lavoratori della Compagnia Unica a seguito delle voci, riportate dal Secolo XIX, che ribadirebbero l’intenzione dei terminalisti a non coprire il saldo annuale delle giornate di avviamento svolte dai portuali nel 2016: la tariffa media uomo/turno/prestazione (salario più costo aziendale) fissata dall’allora Comitato portuale è 232 euro. In base ai singoli accordi presi con i terminalisti dalla Culmv a fine 2016 la tariffa è di fatto risultata di 224 euro, ma per chiudere il bilancio in pareggio va ritoccata a 229 (meno dei 230 e rotti del 2015), per una cifra complessiva di 1,3 milioni di euro: un’operazione che serve a pareggiare il bilancio e che, torna a spiegare il console Antonio Benvenuti, è nei crismi di quanto stabilito dall’Authority, proprio in virtù del fatto che la tariffa di riferimento è 232 euro .

«Quello che chiediamo non sono “aiuti” - dice il console Antonio Benvenuti - ma fatture che devono essere saldate per un lavoro già svolto, come sanno i terminalisti e l’Adsp, e come ci è stato confermato dal consigliere del ministro dei Trasporti, Ivano Russo. 

Abbiamo l’obbligo di chiudere il bilancio a maggio, per convocare l’assemblea a giugno. Abbiamo anche in campo l’ipotesi che l’Adsp rimborsi i soldi investiti per la formazione, 583 mila euro. Sono il primo a dire che questo meccanismo va riformato, e visto che non siamo in Spagna dove c’è l’obbligo a servirsi della compagnia portuale, ricordo che nulla vieta ai terminalisti di assumere personale, nel caso in cui vogliano ridurre le nostre prestazioni che invece sono in continuo aumento. Ma rimane il fatto che queste cifre vanno corrisposte, per poter pagare gli stipendi del prossimo mese e chiudere il bilancio 2016».

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