martedì 21 marzo 2017

ARVEDI E LA GARA PER L'ILVA - VASO DI COCCIO TRA VASI DI FERRO

Due notizie che non si incontrano mai. L'ILVA di Taranto è stata messa in vendita e al 6 marzo sono state presentate due offerte per l'acquisto dello stabilimento da due cordate. In qualche articolo che abbiamo letto le due cordate vengono presentate con i nomi dei riferimenti italiani : Marcegaglia e Arvedi ma si tratta di incrociare le notizie in modo di rappresentare nel modo migliore la situazione che si è venuta a creare. Questo post lo dedichiamo a tutti coloro che da mesi stanno sostenendo che l'impegno di Arvedi nello stabilimento di Servola a Trieste è propedeutico e promozionale per la partecipazione dello stesso Arvedi alla gara per l'acquisto dello stabilimento di Taranto.



JINDAL                                 MITTAL


La cordata Jindal ha come partner industriale il gruppo indiano Jindal ma la maggioranza del capitale è suddivisa fra tre soci italiani : il gruppo cremonese Arvedi, l'imprenditore degli occhiali Leonardo del Vecchio e la pubblica Cassa Depositi e Prestiti.

La cordata dell'indiano Mittal e guidata dal gruppo ArcelorMittal e una piccola quota della mantovana Marcegaglia. 

Da indiscrezioni stampa sembra che le offerte verranno valutate al 50% per il prezzo d'acquisto proposto da ciascuna cordata ma per l'altro 50% ci saranno altre valutazioni che contribuiranno a definire la decisione finale.

Mettiamo in fila alcune considerazioni e curiosità:

Come sempre in casi simili chi si trova a dover decidere deve valutare il pericolo che l'offerta di acquisto sia una offerta finalizzata a comperare per eliminare nel breve tempo un concorrente. Quello che in piccolo può essere successo nella piccola esperienza della Sertubi a Trieste. Sertubi che è stata costretta a smettere l'attività industriale per mantenere solo il profilo commerciale.

Sempre da indiscrezioni i piani industriali prevedono un livello di produzione che nel caso della cordata Mittal potrebbe mettere in difficoltà un colosso siderurgico come ArcelorMittal che già oggi produce 30 dei 90 milioni di tonnellate di acciaio usati sul mercato europeo: e quindi controlla il 33% della produzione. L'Autorità europea Antitrust farebbe scattare l'infrazione per monopolio al raggiungimento del 40% dell'acciaio europeo prodotto e quindi questo pone da subito un limite fisso alle tonnellate che il gruppo si appresta a produrre in quel di Taranto.

A favore della offerta Jindal c'è la proposta ( ambientalista ?) di produrre una parte dell'acciaio con un procedimento che sostituisce il carbone con il gas e che produce un prodotto denominato "preridotto" che poi può essere lavorato nei forni elettrici. per vostra curiosità uno dei gruppi specializzati in questo genere di produzione è proprio il gruppo friulano Danieli. 

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