domenica 18 dicembre 2016

QUARTA LEZIONE CORSO DI POLITICA ASSEMBLEA NAZIONALE PARTITO DEMOCRATICO

QUARTA LEZIONE
CORSO DI POLITICA 

FAQ TRIESTE


Stiamo scrivendo domande e risposte per la quarta lezione del corso di politica che verranno pubblicate sul blog domenica mattina. 


E’ inevitabile iniziare dal fatto del giorno:  l’Assemblea Nazionale del Partito Democratico. 



Che cos’è una Assemblea Nazionale nel Partito Democratico ? Come è composta l’Assemblea Nazionale ? Cosa può decidere l’Assemblea Nazionale ? 




E’ l’organo che comprende tutti gli eletti PD nelle diverse regioni e ha un numero rilevanti di componenti (qualche centinaio) e decide su diversi argomenti importanti quali la elezione della direzione nazionale, lo Statuto del Partito e sue modificazioni e i documenti programmatici .


Nella prima lezione ci hai insegnato che non c’è più una struttura di partito che decida strategia e tattica ma “gruppi” attorno ad un “capo”. Puoi essere più chiaro su questo punto ? Cosa sono i “cerchi magici o i gigli magici “ ? 

Il sistema elettorale interno al PD è anch’esso a vocazione maggioritaria, il segretario nazionale viene eletto direttamente dal popolo delle primarie che gli conferisce un notevole potere decisionale. 

Ne consegue che il partito o comunque gran parte di esso lo sostiene e che le varie sue “anime” rappresentano una fetta importante di consenso e di capacità decisionale. Nel passato c’era, invece, una forma partito che consentiva di dare rappresentanza alle varie sensibilità interne dando spazio a un dibattito maggiormente democratico rispetto a quanto consentito con le attuali regole interne del PD. Infatti il capo o leader che dir si voglia è colui che determina la conduzione a volte autoritaria del partito. 

L’esempio del cosiddetto “cerchio magico” è esaustivo nel far comprendere come il capo si avvalga di alcuni suoi luogotenenti fedelissimi per portare avanti le sue condizioni. Il caso di Renzi è un esempio fulgido di un capo che oltre tutto rivestiva il doppio incarico di Presidente del Consiglio dei Ministri e di Segretario del partito. Insomma, quasi un padrone. E come è noto il capo, leader o padrone che prevale su tutto non consente di dare spazio al confronto democratico per assicurare decisioni collegiali.

Sono le vecchie correnti che hanno cambiato nome ? Quali somiglianze e quali differenze ? 
Quando c’erano i partiti della cosiddetta prima repubblica le correnti erano considerate aree di pensiero che producevano idee e progetti politici di lungo termine. Ora il nome forse non è cambiato ma sono cambiati profondamente gli altri valori che le correnti avevano. Oggi sono più gruppi di potere fine a se stesso che elaboratori di progettualità

Visto che l’esperto sei tu, ti mettiamo alla prova, chiedendoti una previsione sulle mosse che Matteo Renzi farà all’Assemblea Nazionale.

E’ difficile decifrare in anticipo ciò che vuol fare Renzi. Però mi sembra di immaginare che le bellicose intenzioni che aveva preannunciato qualche giorno fa di chiedere il voto all’assemblea per il congresso anticipato sia venuto meno perché ha forse capito che la gran parte dei suoi componenti preferiscono il dibattito interno al braccio di ferro per far vedere i muscoli.

Se abbiamo studiato bene le prime lezioni la vicesegretaria Serracchiani del Partito Democratico stava in segreteria nazionale per conto della corrente di Franceschini ? Quando i giornali la indicavano in difficoltà rispetto ai renziani doc era una bufala ? Non la invitavano in pizzeria a Roma con Lotti o la Boschi che ritornavano a fare i ministri perché la Serracchiani fa riferimento a Franceschini assieme al capo gruppo della Camera Rosato ?  

Affermare che Serracchiani è di tizio o di caio doc mi sembra assai arduo visto i suoi precedenti di saltare con facilità da un carro all’altro (prima con Veltroni poi con Bersani e dopo con Renzi e ……). Il fatto stesso che non la invitavano a certi incontri la dice lunga. Che Serracchiani fosse con Franceschini è vero, che lo sia ancora non è dato sapere. Certo è che il sospetto che sia in fase di ulteriore pre-movimento è altrettanto probabile perché è il suo stile.

Noi che seguiamo il tuo corso di politica stiamo imparando che serve diventare un po’ cinici per capire bene la politica del Palazzo. Esiste forse una politica delle lacrime in Consiglio regionale che ha permesso alla vice segretaria del Partito Democratico di ottenere una pagina completa di intervista su Repubblica di venerdì 16 dicembre ? Siamo buoni allievi o siamo fuori strada ? 

E’ chiaro che le lacrime di Serracchiani hanno dato spunto a tutti i giornali di riprendere l’atteggiamento di un personaggio come la Serracchiani che ha responsabilità nazionali. Non bisogna altresì dimenticare che Repubblica è un giornale amico del centro sinistra. 

Non penso proprio esista una politica del pianto in consiglio regionale ma è certo che quel gesto è il frutto di un forte nervosismo di Serracchiani per aver accumulato una serie di sconfitte quali le elezioni amministrative locali, la sconfitta del Si che ha sostenuto spasmodicamente e, ma non da ultimo, il fatto di non far parte della nomenclatura renziana palesatasi con la sua esclusione quale vice segretaria nazionale pd dalla delegazione trattante per la scelta del nuovo governo dopo le dimissioni di Renzi.

Da mesi ci stanno assillando con la strategia comunicativa di Donald Trump per vincere le elezioni presidenziali americane, quindi se anche dietro alle lacrime in Consiglio regionale si cela una strategia di comunicazione non vogliamo dare alcun giudizio morale, vogliamo solo capire. 

Trump ha vinto le elezioni presidenziali certamente per la sua strategia comunicativa sostanzialmente diversa da quella che sempre conoscevamo. Però non possiamo nemmeno trascurare il fatto che la Clinton perde per una non buona politica del governo Obama sia sul piano della sua politica interna sia per quella estera. Molte promesse non sono state mantenute pur essendo cresciuto il Pil e troppi errori di politica internazionale sono stati gli elementi che hanno consentito a Trump di vincere.

La presidente della Regione FVG ha preso decisioni e intrapreso diverse iniziative che andrebbero giudicate una per una. Buone o cattive, efficaci o dannose non sta a noi giudicare. In questo corso di politica vogliamo solo capire i meccanismi della politica. 

Serracchiani è una presidente accentratrice e sia i suoi assessori sia la sua maggioranza appaiono delle semplici comparse. Nulla si fa se non è lei a decidere. La sua frenetica attività un po’ in Regione, un po’ a Roma e un po’ nel resto d’Italia non le consente di essere produttiva in nessuno di questi ambiti. La mancanza poi di coinvolgere il territorio con tutte le sue varie articolazioni l’hanno portata a fare qualche riforma approvandole senza la condivisione dei protagonisti come quella delle Uti e della sanità che ancor oggi trovano forti contrarietà e proteste. Bisogna quindi coinvolgere, avere la pazienza di attuare un confronto politico con il territorio e gli amministratori locali. 


Oggi per chiudere ti chiediamo una definizione di tattica e strategia. Sono parole che risuonano costantemente nei discorsi dei politici e ormai suonano come “aria fritta” ma magari riesci a trovare qualche esempio dalla cronaca di queste giornate per spiegarci la differenza tra i due termini. Il tatticismo pur importante per definizione, ha lo scopo di raggiungere obiettivi ma senza che ci sia una pianificazione e programmazione a lungo termine capace di disegnare il futuro come lo è invece la strategia politica.

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