CORSO DI POLITICA
FAQ TRIESTE
Stiamo scrivendo domande e risposte per
la quarta lezione del corso di politica che verranno pubblicate sul blog
domenica mattina.
E’ inevitabile iniziare dal fatto del giorno:
l’Assemblea Nazionale del Partito Democratico.
Che cos’è una Assemblea Nazionale nel
Partito Democratico ? Come è composta l’Assemblea Nazionale ? Cosa può decidere l’Assemblea Nazionale ?
E’ l’organo che comprende
tutti gli eletti PD nelle diverse regioni e ha un numero rilevanti di componenti
(qualche centinaio) e decide su diversi argomenti importanti quali la elezione della direzione nazionale, lo Statuto del Partito e sue modificazioni e i
documenti programmatici .
Nella prima lezione ci hai insegnato che
non c’è più una struttura di partito che decida strategia e tattica ma “gruppi”
attorno ad un “capo”. Puoi essere più chiaro su questo punto ? Cosa sono i
“cerchi magici o i gigli magici “ ?
Il sistema
elettorale interno al PD è anch’esso a vocazione maggioritaria, il segretario
nazionale viene eletto direttamente dal popolo delle primarie che gli
conferisce un notevole potere decisionale.
Ne consegue che il partito o
comunque gran parte di esso lo sostiene e che le varie sue “anime”
rappresentano una fetta importante di consenso e di capacità decisionale. Nel
passato c’era, invece, una forma partito che consentiva di dare rappresentanza
alle varie sensibilità interne dando spazio a un dibattito maggiormente
democratico rispetto a quanto consentito con le attuali regole interne del PD.
Infatti il capo o leader che dir si voglia è colui che determina la conduzione
a volte autoritaria del partito.
L’esempio del cosiddetto “cerchio magico” è
esaustivo nel far comprendere come il capo si avvalga di alcuni suoi
luogotenenti fedelissimi per portare avanti le sue condizioni. Il caso di Renzi
è un esempio fulgido di un capo che oltre tutto rivestiva il doppio incarico di
Presidente del Consiglio dei Ministri e di Segretario del partito. Insomma,
quasi un padrone. E come è noto il capo, leader o padrone che prevale su tutto
non consente di dare spazio al confronto democratico per assicurare decisioni
collegiali.
Sono le vecchie correnti che hanno
cambiato nome ? Quali somiglianze e quali differenze ?
Quando c’erano i partiti della cosiddetta prima repubblica le
correnti erano considerate aree di pensiero che producevano idee e progetti
politici di lungo termine. Ora il nome forse non è cambiato ma sono cambiati
profondamente gli altri valori che le correnti avevano. Oggi sono più gruppi di
potere fine a se stesso che elaboratori di progettualità
Visto che l’esperto sei tu, ti mettiamo
alla prova, chiedendoti una previsione sulle mosse che Matteo Renzi farà
all’Assemblea Nazionale.
E’ difficile decifrare in anticipo
ciò che vuol fare Renzi. Però mi sembra di immaginare che le bellicose
intenzioni che aveva preannunciato qualche giorno fa di chiedere il voto
all’assemblea per il congresso anticipato sia venuto meno perché ha forse capito
che la gran parte dei suoi componenti preferiscono il dibattito interno al
braccio di ferro per far vedere i muscoli.
Se abbiamo studiato bene le prime
lezioni la vicesegretaria Serracchiani del Partito Democratico stava in
segreteria nazionale per conto della corrente di Franceschini ? Quando i
giornali la indicavano in difficoltà rispetto ai renziani doc era una bufala ?
Non la invitavano in pizzeria a Roma con Lotti o la Boschi che ritornavano a
fare i ministri perché la Serracchiani fa riferimento a Franceschini assieme al
capo gruppo della Camera Rosato ?
Affermare che Serracchiani è di tizio o di caio doc mi sembra assai arduo visto i suoi
precedenti di saltare con facilità da un carro all’altro (prima con Veltroni
poi con Bersani e dopo con Renzi e ……). Il fatto stesso che non la invitavano a
certi incontri la dice lunga. Che Serracchiani fosse con Franceschini è vero,
che lo sia ancora non è dato sapere. Certo è che il sospetto che sia in fase di
ulteriore pre-movimento è altrettanto probabile perché è il suo stile.
Noi che seguiamo il tuo corso di
politica stiamo imparando che serve diventare un po’ cinici per capire bene la
politica del Palazzo. Esiste forse una politica delle lacrime in Consiglio
regionale che ha permesso alla vice segretaria del Partito Democratico di
ottenere una pagina completa di intervista su Repubblica di venerdì 16 dicembre
? Siamo buoni allievi o siamo fuori strada ?
E’ chiaro che le
lacrime di Serracchiani hanno dato spunto a tutti i giornali di riprendere
l’atteggiamento di un personaggio come la Serracchiani che ha responsabilità
nazionali. Non bisogna altresì dimenticare che Repubblica è un giornale amico
del centro sinistra.
Non penso proprio esista una politica del pianto in
consiglio regionale ma è certo che quel gesto è il frutto di un forte
nervosismo di Serracchiani per aver accumulato una serie di sconfitte quali le
elezioni amministrative locali, la sconfitta del Si che ha sostenuto
spasmodicamente e, ma non da ultimo, il fatto di non far parte della nomenclatura
renziana palesatasi con la sua esclusione quale vice segretaria nazionale pd
dalla delegazione trattante per la scelta del nuovo governo dopo le dimissioni
di Renzi.
Da mesi ci stanno assillando con la
strategia comunicativa di Donald Trump per vincere le elezioni presidenziali
americane, quindi se anche dietro alle lacrime in Consiglio regionale si cela
una strategia di comunicazione non vogliamo dare alcun giudizio morale,
vogliamo solo capire.
Trump ha vinto le elezioni presidenziali
certamente per la sua strategia comunicativa sostanzialmente diversa da quella
che sempre conoscevamo. Però non possiamo nemmeno trascurare il fatto che la
Clinton perde per una non buona politica del governo Obama sia sul piano della
sua politica interna sia per quella estera. Molte promesse non sono state
mantenute pur essendo cresciuto il Pil e troppi errori di politica
internazionale sono stati gli elementi che hanno consentito a Trump di vincere.
La presidente della Regione FVG ha preso
decisioni e intrapreso diverse iniziative che andrebbero giudicate una per una.
Buone o cattive, efficaci o dannose non sta a noi giudicare. In questo corso di
politica vogliamo solo capire i meccanismi della politica.
Serracchiani è una presidente accentratrice e sia i suoi assessori sia la
sua maggioranza appaiono delle semplici comparse. Nulla si fa se non è lei a
decidere. La sua frenetica attività un po’ in Regione, un po’ a Roma e un po’
nel resto d’Italia non le consente di essere produttiva in nessuno di questi
ambiti. La mancanza poi di coinvolgere il territorio con tutte le sue varie
articolazioni l’hanno portata a fare qualche riforma approvandole senza la
condivisione dei protagonisti come quella delle Uti e della sanità che ancor
oggi trovano forti contrarietà e proteste. Bisogna quindi coinvolgere, avere la
pazienza di attuare un confronto politico con il territorio e gli
amministratori locali.
Oggi per chiudere ti chiediamo una
definizione di tattica e strategia. Sono parole che risuonano costantemente nei
discorsi dei politici e ormai suonano come “aria fritta” ma magari riesci a
trovare qualche esempio dalla cronaca di queste giornate per spiegarci la
differenza tra i due termini. Il tatticismo
pur importante per definizione, ha lo scopo di raggiungere obiettivi ma senza
che ci sia una pianificazione e programmazione a lungo termine capace di
disegnare il futuro come lo è invece la strategia politica.
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