lunedì 14 novembre 2016

1) AGGIORNARE IL DIBATTITO SULLA FERRIERA

Ci sembra necessario e indispensabile aggiornare il dibattito sulla ferriera di Servola che si sta veramente ripetendo sempre uguale a se stesso e da cui non si riesce ad intravedere l'uscita. Per fare questo vi proponiamo un testo " forse provocatorio " ma sicuramente diverso su cui potete intervenire e che potrebbe essere la base di partenza per sviluppare dei "nuovi ragionamenti ".


GLI OPERAI DELLA FERRIERA E LA SINDROME DI STOCCOLMA

FOTO STORICA OPERAI BREDA SIDERURGICA 

Se vogliamo comprendere la vertenza sulla Ferriera di Servola dobbiamo trascurare tutta la strumentalizzazione politica e particolarmente elettorale che ci sta dietro, sotto e davanti. Troppe volte ormai l’alibi delle elezioni è servito a rimandare le scelte necessarie.

Prendiamo ad esempio le notizie degli ultimi giorni. A detta degli addetti ai lavori le due ordinanze ( quella dell’ex sindaco Cosolini e quella dell’attuale sindaco Dipiazza sono simili nei contenuti e nel porre uno sbarramento di 34 mila tonnellate al mese per la produzione di ghisa nello stabilimento ). 

Ordinanze simili e reazioni diverse da parte di tutti i soggetti interessati. Una parte dei commenti interpreta la ordinanza Dipiazza come un passo concreto verso la chiusura dell’area a caldo mentre la – simile – ordinanza Cosolini era favorevole all’azienda ? Dopo aver affermato che nuovamente la Ferriera è stato l’ago della bilancia delle ultime elezioni comunali ora qualche politico sostiene che è interesse del centrodestra tenere l’argomento in caldo fino alle prossime elezioni regionali. Tutto questo senza tener conto che il voto dei quartieri adiacenti alla Ferriera da decenni votano nella stessa direzione e non ci sono stati spostamenti tali di voti in quelle sezioni elettorali da giustificare certe affermazioni.

Possiamo affermare che seguire queste ricorrenti polemiche e dichiarazioni non ci porta a comprendere il problema ? Possiamo affermare che siamo di fronte ad un “ gioco dell’oca “ che dura ormai da più di vent’anni come segnalava un vecchio volantino del 20** ?


In questo gioco dell’oca che ad ogni tiro di dado ci riporta all’inizio del percorso si sono alternati dal ’94 ad oggi sindaci, presidenti di regione, assessori comunali provinciali e regionali e in qualche caso erano le stesse persone in periodi diversi. Sono cambiati i proprietari e gli investitori. Sono cambiati i riferimenti per i cittadini e le stesse organizzazioni ambientaliste. Come ci insegna la matematica cambiando l’ordine degli addendi il risultato non cambia …. E così è stato. 

Ognuno ha ricoperto il suo ruolo in commedia meglio che poteva e in qualche caso anche ruoli diversi o contraddittori principalmente a causa della collocazione politica : al governo o all’opposizione.


Ci sono tre soggetti che non abbiamo fin qui nominato e che meritano una riflessione specifica uno ad uno.

I MEDIA  (giornali e televisioni principalmente)
Si sono prestati ad essere il megafono e i portavoce dei “potenti “ di turno. Ogni volta che i problemi venivano in superficie hanno illustrato le buone intenzioni e annunciato la soluzione del problema. Quando cambiava il politico responsabile o quando la proprietà passava di mano da Lucchini al russo Mordachov, o dal commissario straordinario al nuovo proprietario erano sempre pronti a tendere una mano e un appoggio alla nuova ristrutturazione o riconversione, per poi ricominciare.

LA MAGISTRATURA
La magistratura è l’unica vera e inconfutabile testimone e memoria di tutta la vicenda. Ha sempre tenuto conto delle segnalazioni e delle indicazioni che provenivano dalla società, dall’opinione pubblica ed è intervenuta svariate volte. Ci sono stati sequestri degli impianti, ci sono state prescrizioni di interventi sul fronte ambientale e dell’inquinamento, valutazioni e controlli sulle operazioni finanziarie, indagini sul trattamento dei rifiuti delle produzioni per arrivare al rinvio a giudizio dei responsabili aziendali per le morti riconducibili alle esposizioni subite sul lavoro. L’azione della magistratura – in eguale misura di quella pugliese sul caso ILVA di Taranto – è stata più o meno incisiva ed efficace non tanto per l’impegno dei pubblici ministeri ma piuttosto per le caratteristiche della legislazione italiana sulla materia.

GLI OPERAI
Ultimi nel nostro elenco ma forse i principali e gli unici veri protagonisti di questa vicenda. Quando scriviamo di operai non intendiamo parlare di sindacati , che ricoprono un diverso ruolo di rappresentanza dai politici ma sono stati loro stessi attori in commedia. Vogliamo scrivere proprio di operai. Di quei mille e passa operai che lavoravano in Ferriera in occasione della prima crisi a seguito della privatizzazione della siderurgia all’inizio degli anni novanta. Vogliamo scrivere di quelli operai che protestarono per i loro posti di lavoro paralizzando la città di Trieste con i loro mastodontici mezzi di lavoro usciti dallo stabilimento.

Ci tocca scrivere di quegli operai che hanno visto morire per infortuni sul lavoro i loro colleghi e li hanno visti ammalarsi per la nocività del luogo di lavoro. Ci tocca scrivere di quegli operai che hanno visto cose che poi raccontano nei servizi televisivi senza farsi riprendere dalle telecamere. Ci tocca scrivere di quegli operai che hanno sacrificato e rischiato le loro vite e la loro salute in cambio di un posto di lavoro.

Ci tocca scrivere di una classe operaia vittima della  “sindrome di Stoccolma “, di quel perverso meccanismo che scatta nei sequestri di persona, per cui la vittima si allea e si convince delle buone ragioni del suo sequestratore. E’ stata questa identificazione con il sequestratore che ha impedito a questi operai di far valere le loro ragioni ? Per questo meccanismo hanno accettato e appoggiato tutte le promesse di miglioramento avanzate prima da Lucchini, poi da Mordachov e oggi da Arvedi con l’aggiunta di un abbonamento allo stadio per le partite della Triestina ?

SONO GLI OPERAI AMERICANI CHE HANNO VOTATO TRUMP ?

Ma chi sono gli operai della Ferriera ? Sono il corrispettivo italiano degli operai americani che il Partito Democratico non ha difeso e che alle ultime elezioni USA hanno votato per Donald Trump. Dobbiamo aggiornare la nostra descrizione della realtà se vogliamo cominciare almeno a comprenderla. Gli operai statunitensi che hanno votato Trump sono quelli dell’acciaio, della siderurgia americana che ha chiuso i siti industriali per effetto della globalizzazione. I loro colleghi italiani resistono all’interno della Ferriera di Servola, protezionisti e chiusi su se stessi, disponibili a credere alle promesse in cambio della garanzia del posto di lavoro.



MA QUANTO VIVE UNO STABILIMENTO SIDERURGICO ?


Quanto si può allungare la vita di uno stabilimento siderurgico ? Abbiamo visto nascere e chiudere fabbriche automobilistiche importanti nel nostro paese. Il Gruppo Danieli del Friuli Venezia Giulia vende impianti siderurgici nuovi in tuto il mondo con la formula “chiavi in mano”. Abbiamo appena scritto dello smantellamento della siderurgia americana. Esiste quindi un mercato di impianti produttivi, di nuovi investimenti, di stabilimenti siderurgici innovativi e con impatti ambientali notevolmente ridotti. Basterebbe la foto dei carbonili coperti e chiusi della lontana Corea del Sud a certificare le nostre affermazioni. Solo la Ferriera di Servola è destinata a produrre nei secoli dei secoli a partire dal 1896, data della sua costruzione ? 

1 commento:

  1. Le parole che si dicono hanno un valore e un peso.

    Certo possono essere negate o smentite,cambiano le condizioni o si presentano opportunità diverse e quelle dette non valgono più.

    Per esperienza personale , in oltre venti anni di attività sindacale , erano queste le motivazione che l'imprenditore di turno diceva quando comunicava al sindacato che i licenziamenti, prima negati , venivano confermati.

    Questa premessa torna utile per scrivere che la novella riportata nel testo pubblicato o la sua struttura se non reale è possibile in particolare nella sua parte finale e la scelta fatta dall'imprenditore di inserire l'area caldo nel gruppo potrebbe essere la condizione per , questa volta , confermare le sue dichiarazioni che , se ricordo bene , dicevano : l'area a caldo rimane se il mercato conferma la sua utilità.
    Infine per quanto riguarda il riferimento al voto degli operai a Trump ricordo che non sarebbe una novità nel nostro Paese , infatti è noto il voto dato alla lega , quella di Bossi per intenderci , dagli operai Italiani anche quelli iscritti alla FIOM e le motivazioni sono state ben espresse da Michael Moore nel video inserito.

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