sabato 25 giugno 2016

UN NOIOSO DOPO ELEZIONI - DOMANDE E APPUNTI

Se la campagna elettorale non è stata emozionante e brillante, il dopo elezioni siamo buoni a definirlo noioso. 

Ieri quasi tutti i giornali quotidiani hanno sbagliato la notizia sul risultato di Brexit

Eppure hanno fatto i titoli e gli articoli guardando ai risultati dello spoglio dei voti "veri", che poi nella notte sono cambiati. ... i redattori del Piccolo devono andare a nanna molto presto... è l'sms che ci è arrivato ieri mattina quando qualcuno di noi è andato in edicola. Poi ci siamo accorti, appunto, che tutti i quotidiani avevano "toppato".

Questa mattina in edicola avrebbero dovuto darci i giornali gratis visto che quelli di ieri erano pieni di notizie sbagliate ? Soddisfatti o rimborsati dovrebbe essere una regola per l'informazione ?

Ma quando i sondaggisti lavorano con " proiezioni ed exit-poll " colpiscono nel segno ?

Roberto Weber sul Messaggero Veneto : ( vedi qui ) 


«Purtroppo avevo ragione». Comincia dal dato di Trieste l’analisi di Roberto Weber, presidente dell’Istituto di ricerche Ixè. Un dato che vede il sindaco uscente del Pd Roberto Cosolini al ballottaggio contro Roberto Dipiazza (centrodestra), ma sotto di 11,5 punti percentuali (11 mila 218 voti). 


Un gap che secondo il sondaggista sarà difficile da recuperare,



Quanti voti ha recuperato il candidato Cosolini tra il primo turno e il ballottaggio ? Ne ha recuperati 12.086 ( vedi qui )

A questo punto è meglio lasciar perdere sondaggi e sondaggisti ? Ma certo, lasciamo stare le letture del flusso dei voti, di come i voti sono passati da un partito all'altro. Saranno anche metodi scientifici ma noi restiamo scettici.



Se non sarà la scienza dei sondaggi sarà l'arte della politica ad interpretare le ultime elezioni. Ma la politica cerca di capire i sondaggi e i voti. Cercano di capire dove sono finiti e perchè i loro consensi. Hanno fretta di comprendere perchè è vero che le prossime comunali probabilmente saranno tra cinque anni ma loro possono candidarsi anche alle regionali, alle politiche e poi c'è anche il Referendum d'autunno sulla riforma della Costituzione. Vi ricordate le teorie complottiste di cui era vittima il protagonista di Beautiful Mind ?

POLITICO TRIESTINO CERCA DI CAPIRE ELEZIONI
Da questo lavorio "intelletuale" e " interpretativo " nascono le leggende elettorali metropolitane.

Abbiamo sentito dire o letto da qualche parte :

 che i cittadini di Servola non sono stati riconoscenti verso coloro che si sono adoperati per loro. 

che il comitato 5 dicembre ha tirato la volata a Dipiazza in zona Servola

che tra il primo turno e il ballottaggio Cosolini avrebbe recuperato 4000 voti nella 7° circoscrizione e quindi anche in zona Servola

Le prove o gli indizi sarebbero nel comunicato entusiasta fatto dal Comitato 5 dicembre a tre giorni dalle elezioni dopo il primo incontro con il sindaco Dipiazza e altre amenità del genere.

NOI DI FAQ TRIESTE abbiamo fatto un po' di conti plausibili, basati su dati comunali, e relativi alle sezioni della zona di Servola e potete trovarli in questo post COME HA VOTATO SERVOLA ALLE COMUNALI 2016 ?



Se escludiamo quindi novità nel voto di Servola le domande che ci interessano devono essere altre:

Il sindaco Cosolini aveva promesso di prendere una decisione sull'area a caldo entro la fine di dicembre 2015

il " sindaco " Arvedi aveva dichiarato che per avere dati certi su cui basare una decisione era necessario lasciar passare tre mesi e quindi che il mese buono sarebbe stato aprile 2016.   FAQ TRIESTE     IL PICCOLO

Dopo la prima manifestazione del Comitato 5 dicembre il sindaco Cosolini annunciava che avrebbe preso una decisione prima delle elezioni di giugno.

Dopo alcuni incontri pubblici sul tema il Comitato 5 dicembre fa la sua seconda manifestazione e a seguito di questa slitta a tempi meno certi la decisione del Sindaco. Il resto è noto: Cosolini perde le elezioni e non prende provvedimenti sulla area a caldo, Dipiazza scrive un decalogo per la chiusura dell'area a caldo e con il favore e l'entusiasmo del comitato 5 dicembre si da cento giorni di tempo per la realizzazione.

Nei fatti quindi dopo due manifestazioni, il cambio del Sindaco cittadino, sei mesi di dichiarazioni dei protagonisti, promesse e impegni la decisione sull'area a caldo dal dicembre 2015 è stata fissata al momento per la fine di settembre del 2016. 

E' stato un successo del comitato 5 dicembre, di Arvedi o Dipiazza ?



CHI HA VINTO E CHI HA PERSO ALLE COMUNALI 2016 ?

Solitamente dopo le elezioni "tutti" i politici dichiarano di aver vinto. Questa volta non è andata proprio così. 




Come stabilire chi ha perso ? Ha perso chi per i prossimi cinque anni non sarà presente in Consiglio comunale!
Ecco quindi l'elenco di coloro che hanno inequivocabilmente perso.

A destra Carini e Rosolen, a sinistra Furlanic e Sossi e anche Sinistra Ecologia e Libertà che aveva invece appoggiato Cosolini e avrebbe usufruito del premio di maggioranza in caso di vittoria. 

Non ci saranno in consiglio comunale neppure gli indipendentisti con nessuna delle tre formazioni che si sono presentate. 
E' difficile prevedere che iniziative e quali attività riusciranno a mettere in campo nei prossimi cinque anni questi partiti e movimenti senza la pubblicità garantita da una presenza in Consiglio comunale.

Come sarà il prossimo Consiglio comunale ?

Roberto Dipiazza sindaco più 24 consiglieri della Lista Civica per Dipiazza, di Forza Italia, Lega Nord e Fratelli d'Italia.

All'opposizione il candidato sindaco Menis e 5 consiglieri eletti dal Movimento 5 Stelle. 

         Ma l'opposizione potrà anche contare sul candidato Sindaco Cosolini e i 6 consiglieri eletti dal Partito Democratico più la presidente della Provincia Bassa Poropat eletta dalla civica Cosolini Insieme per Trieste ?

Abbiamo messo un punto di domanda che formalmente non ha ragione d'essere. Cosolini e i suoi saranno all'opposizione, ma ci saranno davvero ?

Cosolini non ci sembra abbia deciso se resterà a fare il consigliere comunale o meno ? 



Nel football americano, a differenza del calcio, le fasi di attacco e difesa sono ben distinte durante la partita. Quando una squadra è in possesso di palla e quindi attacca gli avversari schierano una formazione di difesa. 

Se la difesa riesce ad intercettare la palla degli attaccanti ritorna a sedersi in panchina e entra in campo la formazione d'attacco.

Che squadra ha schierato il Partito Democratico alle elezioni comunali di Trieste: una squadra di governo o di opposizione ?

Roberto Cosolini sindaco uscente
Fabiana Martini vice sindaco uscente
Antonella Grim assessore uscente
Giovanni Barbo consigliere uscente
Valentina Repini 
Laura Famulari assessore uscente
Marco Toncelli capo gruppo consiliare
Maria Teresa Bassa Poropat presidente Provincia Trieste in liquidazione

Vi sembra una squadra pensata per stare al GOVERNO o all' OPPOSIZIONE ?

PERDENTI ECCELLENTI ? 
MA POI E' VERO CHE LA PRESIDENTE SERRACCHIANI HA PERSO ?

Oltre ad indicare i perdenti locali, da varie parti il risultato delle amministrative è servito ad individuare perdenti eccellenti, a cominciare da Renzi, indicato sia dal centrodestra che da settori del Partito Democratico come il vero perdente di questa consultazione elettorale.

Anche la presidente Serracchiani è finita nell'elenco di coloro che hanno perso : 

il centrodestra ha parlato di un " avviso di sfratto " per la presidente della Regione FVG.

Altri illustri esponenti politici hanno previsto un ridimensionamento e una resa dei conti romana con conseguente perdita della carica di vicesegretaria del Partito Democratico.

Lo stesso quotidiano locale IL PICCOLO ha usato la foto che pubblichiamo qui sopra per indicare una possibile caduta in disgrazia della Serracchiani. 

CI SONO ALCUNI DATI DI FATTO MA NON SI PUO' CREDERE A QUESTE RICOSTRUZIONI !

In tempi non sospetti avevamo presentato dei conteggi dai quali risultava che senza il voto di Trieste la vittoria della pres. Serracchiani alle ultime regionali non sarebbe stata così evidente e certa. La sconfitta a Pordenone e Trieste del centrosinistra pone alcuni problemi per le prossime regionali al Partito Democratico ma nessuna coalizione o raggruppamento  elettorale a due anni dal voto può dirsi certo e tranquillo.

PER QUANTO RIGUARDA LE RICADUTE "ROMANE" ? ROTTAMAZIONI ?

Piace a molti commentatori politici immaginare e prevedere che chi di rottamazione ha ferito di rottamazione perirà. Non aspettano altro che poter scrivere che noti rottamatori sono stati a loro volta rottamati. Questa attesa per poter fare il titolo ad effetto alimenta leggende politiche metropolitane che fanno solo confusione. 

E' sbagliato immaginare che sia sempre in atto una ricerca del "capro espiatorio " per salvare il politico più importante. Per comodità possiamo usare anche noi la definizione "renziani " per indicare coloro che fanno parte della maggioranza del Partito democratico ed hanno in Matteo Renzi il leader di riferimento.

Quando votano in direzione nazionale del partito vincono le votazioni e prendono le decisioni, l'ex segretario Bersani, il triestino Cuperlo e gli altri si chiamano " minoranza " non ha caso, sono la minoranza e quindi il loro voto non serve a prendere decisioni.

Non è difficile immaginare quindi che i renziani decidano di adeguare la loro strutturazione all'interno del partito democratico spostando alcune caselle ma evitando attentamente che questo sia una specie di resa dei conti. Stanno guidando il partito, stanno guidando il Governo, hanno una solida maggioranza e cercheranno di accentrare ancora più potere con la riforma costituzionale, la legge elettorale e il referendum di ottobre. Ci spiegate perchè dovrebbero iniziare uno scontro fratricida e iniziare a rottamarsi a vicenda ?

Si mettono attorno ad un tavolino, si gustano un caffè e preparano un nuovo organigramma adatto alla situazione creatasi dopo le amministrative. Questo immaginiamo succederà.

La presidente Serracchiani continuerà a fare la presidente del FVG, a decidere la destinazione dei 50 milioni per il Porto vecchio che Franceschini ha dato da gestire alla Regione FVG, ad essere il commissario per la terza corsia e per la Ferriera di Trieste, ad essere il responsabile per porti e infrastrutture del Partito Democratico e se non farà il vicesegretario del Partito Democratico avrà più tempo per occuparsi di costruire una sua area di sicurezza all'interno dei gruppi parlamentari.

CHI HA VINTO TRA IL SIMPATICONE E LO SGOBBONE ?

Ma torniamo ad occuparci di Trieste e del nuovo sindaco e del suo programma. Illustri commentatori indigeni o venuti da fuori hanno riempito di polemiche le due settimane del ballottaggio.

Il "comizio" di Sgarbi ha seriamente rischiato di far perdere le elezioni a Dipiazza, perchè ha prodotto una reazione indispettita e indignata di moltissimi che avevano punito Cososlini non andando a votare o protestato votando cinque stelle. In altri tempi si sarebbe indicata come una mobilitazione " democratica e antifascista " ma sono termini che usati oggi sembrano provenire dalla satira piuttosto che dalla vita vera.

Ci siamo poi annoiati a leggere le differenze caratteriali tra i due candidati che erano degne di un voto all'Isola dei Famosi. La gara degli aggettivi per definire i caratteri dei due candidati è stata giocata fino in fondo.

Altro che programmi a confronto, più si avvicinava il giorno del voto, più si allontanava il confronto sui programmi.

Facile criticare per voi di Faq Trieste che vi occupate solo di porto e ferriera chi ha cercato di illustrare le cose fatte (Cosolini) e quelle da fare (Dipiazza) !

Rispondiamo a questa obiezione che oggi occuparsi di informare su porto e ferriera cercando di capire e di aiutare a comprendere la posta in gioco è già un lavoro faticoso. Da questi due temi principali inevitabilmente si è costretti ad affrontare argomenti di crescita demografica, di edilizia, di urbanistica e di industria, di collegamenti stradali e ferroviari,....

Riportiamo qui una parte dell'editoriale del direttore de IL PICCOLO pubblicato proprio la domenica del ballottaggio dove conferma la centralità di questi argomenti anche nella scelta dei triestini sul nuovo sindaco.

Si è parlato molto di soldi e investimenti di là da venire, un po’ meno di diritti sociali — l’istruzione, la sanità, il lavoro — e quasi per niente di valori: come se non fossero infine questi ultimi a determinare lo sviluppo e l’identità di una città, a influenzare il benessere non solo economico dei suoi abitanti. 

Nella valanga di parole e dibattiti, è certo che la partita più grande per gli anni a venire è sul Porto Vecchio. Quei primi 50 milioni disponibili annunciati dal governo Renzi hanno rinverdito sogni e progetti. L’avvio del risanamento di 60 ettari di città, uno spazio di grande pregio urbanistico e architettonico, sarà determinante non solo per il waterfront di Trieste, ma per la sua stessa essenza. 

Per incoraggiare la cosiddetta “primavera” di Trieste — fatta di eccellenza scientifica, di vocazioni turistiche, di un porto più forte, di nuovi rapporti economici con l’Est e la Cina e persino di ansie e movide giovanili — Porto vecchio sarà il punto di non ritorno. Inutile qui raccontare nei dettagli i piani di recupero, quello che conta è la garanzia che il nuovo sindaco rispetti le attese dei cittadini e non degli affaristi. 

Gli chiediamo sin da adesso — anche se non conosciamo ancora il suo nome — una gestione etica e trasparente della cosa pubblica. E su questo Il Piccolo vigilerà senza fare sconti. L’onestà e la competenza saranno i requisiti fondamentali di cui tener conto oggi nei seggi elettorali. L’area a caldo della Ferriera di Servola è stata oggetto di grandi scontri, ma semplificando le posizioni sembrano queste: Cosolini interverrà se i livelli delle emissioni non scenderanno ai valori previsti, Dipiazza (che ha ignorato il problema quand’era sindaco, e quando alla fonderia non era stato avviato alcun risanamento) ha elencato dieci punti «necessari a rendersi effettivamente conto della situazione e agire di conseguenza»: ha promesso un tavolo con la proprietà e i comitati, e interverrà dopo una serie di controlli. 

Piani in definitiva abbastanza simili, perché certamente né Cosolini né Dipiazza vogliono che la salute dei loro concittadini sia messa a rischio. Trieste ha dunque bisogno che siano riaffermati tutti i diritti dei suoi abitanti, dall’ambiente pulito al welfare e alle scuole efficienti. Ma per superare il suo momento di crisi dell’economia e dell’occupazione ha bisogno anche di una visione strategica. Non la città ripiegata su se stessa predicata dalla destra xenofoba e da chi ha lo sguardo rivolto all’indietro. Ma una Trieste più aperta all’esterno, con più sentimenti di inclusione e di scambio. Nel rispetto della sua tradizione.

da IL PICCOLO domenica 19 giugno 2016























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