sabato 9 aprile 2016

ACCORDO GOVERNO REGIONI SU RIFORMA PORTI CON PROROGA DI TRE ANNI

Accordo-compromesso sulla Riforma tutti dicono ok (con molta prudenza)

06/04/2016

Sbloccato formalmente l’iter del decreto Madia, va visto come applicare in chiave concreta l’emendamento che concede fino a 3 anni di proroga ad “alcuni” accorpamenti – Al presidente del consiglio i passaggi definitivi dopo le commissioni parlamentari.

LIVORNO – Come quasi sempre accade in politica, tutti sono vincitori e nessuno è Che minimizza l’emendamento che da facoltà alle Regioni che lo richiederanno di prorogare fino a tre anni l’autonomia finanziaria delle singole Autorità portuali. Da parte loro i presidenti delle Regioni più critiche, come Campania e Liguria, dicono che il governo ha ceduto sugli accorpamenti immediati e che l’accordo raggiunto lascia aperte possibilità di accorpamenti diversi e anche chiude l’eccesso di accentramento romano. L’importante – ha detto il governatore della Liguria Toti – è che si finisca al più presto con il regime dei commissariamenti”. il che pare confermare che la battaglia ora si sposterà sul piano strettamente partitico, per la scelta dei nuovi presidenti. 




Sulle dichiarazioni, tutti sono estremamente prudenti. Sarebbe a dire: allineati e coperti. «È una giornata positiva per l’economia italiana – ha detto dopo l’accordo il ministro Delrio – e per l’occupazione dei nostri porti; perché sono convinto che con un forte coordinamento centrale, le autorità di sistema, la modernizzazione della portualità, ci mettiamo in condizioni molto migliori rispetto a mesi fa». La Conferenza Unificata e la conferenza Stato-Regioni hanno approvato, come noto, il decreto sulla riorganizzazione delle autorità portuali e il piano strategico della portualità e della logistica.

I provvedimenti sono passati «con l’intesa di tutte le Regioni, per noi era molto importante», ha spiegato Delrio: «Siamo convinti che questo tipo di riforma dia una competitività molto maggiore ai porti italiani, abbiamo lasciato sempre ampi spazi di autonomia e di iniziativa, il Paese deve correre, i porti italiani devono correre perché altrimenti perderanno traffici nei prossimi anni, come già hanno fatto in questi anni». Per il ministro, i porti italiani «devono diventare sempre più competitivi, pensate che Copenaghen e Malmo si sono uniti in un’unica autorità portuale pur essendo in paesi diversi perché la competitività è a livello globale».

Per quanto riguarda l’intesa, Delrio si è confermato soddisfatto anche del periodo transitorio: «Mi ha fatto molto piacere la posizione delle Regioni di grande responsabilità, noi lasciamo aperture anche con i periodi transitori, ma confidiamo che il sistema si muova tutto in questa direzione. Autonomia e cooperazione: questo è il motto di questa riforma. Soprattutto, mi fa piacere sia stato condiviso il piano della logistica e della portualità», ha continuato il ministro, «che dà un quadro generale dove la digitalizzazione, lo sdoganamento delle merci, i fast corridor, il collegamento con gli interporti, tutte cose in cui l’Italia è stata molto debole, diventano centrali. Mi fa piacere che questa strategia sia stata condivisa. Così si sana anche l’obiezione della Corte Costituzionale». 

Riguardo alla moratoria di 36 mesi chiesta dalle Regioni per valutare le procedure da seguire per gli accorpamenti di alcune autorità portuali il ministro ha aggiunto: «E’ una facoltà che lasciamo aperta per coloro che lo riterranno opportuno. Io spero che tutti comprendano – ha chiosato Delrio – che stare insieme aumenterà le potenzialità. Questa facoltà fa parte del rispetto che abbiamo dell’autonomia, ma questo governo è abituato a correre sulle riforme e a fare in fretta. Mi auguro che nessuno si prenda troppo tempo».

* * *

Sui tempi, è stato concordato che le Regioni potranno, entro due mesi dall’approvazione del decreto legislativo, presentare “una istanza motivata al ministero delle Infrastrutture e Trasporti per chiedere di mantenere, per un periodo massimo di 36 mesi, l’autonomia amministrativa delle Autorità portuali destinate alla soppressione”. Simili modalità anche per chiedere l’inserimento di altri scali – oltre a quelli previsti dal decreto Madia – nelle Autorità di sistema. Però a decidere sarà anche in questo caso il governo, con un decreto ad hoc del presidente del consiglio. Dopo ulteriori incontri Stato-Regioni nell’ambito del tavolo nazionale di coordinamento da istituire presso il MIT.
Sul piano operativo, il decreto Madia emendato come dagli accordi di giovedì scorso passerà alle commissioni parlamentari, quindi tornerà al Consiglio di Stato e dovrebbe diventare legge entro l’estate. Si apre adesso il capitolo delle presidenze. E non sarà un capitolo facile.

Fonte - La Gazzetta Marittima



Nessun commento:

Posta un commento