Accordo-compromesso sulla Riforma tutti dicono ok (con molta
prudenza)
06/04/2016
Sbloccato formalmente l’iter del decreto Madia, va visto come
applicare in chiave concreta l’emendamento che concede fino a 3 anni di proroga
ad “alcuni” accorpamenti – Al presidente del consiglio i passaggi definitivi
dopo le commissioni parlamentari.
LIVORNO – Come quasi sempre accade in politica, tutti sono
vincitori e nessuno è Che minimizza l’emendamento che da facoltà alle Regioni
che lo richiederanno di prorogare fino a tre anni l’autonomia finanziaria delle
singole Autorità portuali. Da parte loro i presidenti delle Regioni più
critiche, come Campania e Liguria, dicono che il governo ha ceduto sugli
accorpamenti immediati e che l’accordo raggiunto lascia aperte possibilità di
accorpamenti diversi e anche chiude l’eccesso di accentramento romano.
L’importante – ha detto il governatore della Liguria Toti – è che si finisca al
più presto con il regime dei commissariamenti”. il che pare confermare che la
battaglia ora si sposterà sul piano strettamente partitico, per la scelta dei
nuovi presidenti.
Sulle dichiarazioni, tutti sono estremamente prudenti.
Sarebbe a dire: allineati e coperti. «È una giornata positiva per l’economia
italiana – ha detto dopo l’accordo il ministro Delrio – e per l’occupazione dei
nostri porti; perché sono convinto che con un forte coordinamento centrale, le
autorità di sistema, la modernizzazione della portualità, ci mettiamo in
condizioni molto migliori rispetto a mesi fa». La Conferenza Unificata e la
conferenza Stato-Regioni hanno approvato, come noto, il decreto sulla
riorganizzazione delle autorità portuali e il piano strategico della portualità
e della logistica.
I provvedimenti sono passati «con l’intesa di tutte le
Regioni, per noi era molto importante», ha spiegato Delrio: «Siamo convinti che
questo tipo di riforma dia una competitività molto maggiore ai porti italiani,
abbiamo lasciato sempre ampi spazi di autonomia e di iniziativa, il Paese deve
correre, i porti italiani devono correre perché altrimenti perderanno traffici
nei prossimi anni, come già hanno fatto in questi anni». Per il ministro, i
porti italiani «devono diventare sempre più competitivi, pensate che Copenaghen
e Malmo si sono uniti in un’unica autorità portuale pur essendo in paesi
diversi perché la competitività è a livello globale».
Per quanto riguarda l’intesa, Delrio si è confermato
soddisfatto anche del periodo transitorio: «Mi ha fatto molto piacere la
posizione delle Regioni di grande responsabilità, noi lasciamo aperture anche
con i periodi transitori, ma confidiamo che il sistema si muova tutto in questa
direzione. Autonomia e cooperazione: questo è il motto di questa riforma.
Soprattutto, mi fa piacere sia stato condiviso il piano della logistica e della
portualità», ha continuato il ministro, «che dà un quadro generale dove la
digitalizzazione, lo sdoganamento delle merci, i fast corridor, il collegamento
con gli interporti, tutte cose in cui l’Italia è stata molto debole, diventano
centrali. Mi fa piacere che questa strategia sia stata condivisa. Così si sana
anche l’obiezione della Corte Costituzionale».
Riguardo alla moratoria di 36
mesi chiesta dalle Regioni per valutare le procedure da seguire per gli
accorpamenti di alcune autorità portuali il ministro ha aggiunto: «E’ una
facoltà che lasciamo aperta per coloro che lo riterranno opportuno. Io spero
che tutti comprendano – ha chiosato Delrio – che stare insieme aumenterà le
potenzialità. Questa facoltà fa parte del rispetto che abbiamo dell’autonomia, ma
questo governo è abituato a correre sulle riforme e a fare in fretta. Mi auguro
che nessuno si prenda troppo tempo».
* * *
Sui tempi, è stato concordato che le Regioni potranno, entro
due mesi dall’approvazione del decreto legislativo, presentare “una istanza
motivata al ministero delle Infrastrutture e Trasporti per chiedere di
mantenere, per un periodo massimo di 36 mesi, l’autonomia amministrativa delle
Autorità portuali destinate alla soppressione”. Simili modalità anche per
chiedere l’inserimento di altri scali – oltre a quelli previsti dal decreto
Madia – nelle Autorità di sistema. Però a decidere sarà anche in questo caso il
governo, con un decreto ad hoc del presidente del consiglio. Dopo ulteriori
incontri Stato-Regioni nell’ambito del tavolo nazionale di coordinamento da
istituire presso il MIT.
Sul piano operativo, il decreto Madia emendato come dagli
accordi di giovedì scorso passerà alle commissioni parlamentari, quindi tornerà
al Consiglio di Stato e dovrebbe diventare legge entro l’estate. Si apre adesso
il capitolo delle presidenze. E non sarà un capitolo facile.
Fonte - La Gazzetta Marittima
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