Ravenna, Venezia, Trieste tre regine con
problemi L’Abruzzo vuole il Tirreno
e si ribella ad Ancona
CHI SPERAVA che con l’approvazione del decreto sulla
«Riorganizzazione, razionalizzazione e semplificazione delle autorità
portuali», varato a fine gennaio dal consiglio dei ministri su proposta di
Graziano Delrio, i porti trovassero pace dopo anni di scontri e guerre di
campanile, si sbagliava di grosso anche sul fronte adriatico.
Erano circolate diverse ipotesi sugli accorpamenti delle
Autorità Portuali, fino al decreto che, nell’ambito di 15 Autorità di sistema
portuale, per l’Adriatico ha sancito l’indipendenza di Trieste, Venezia e
Ravenna e l’aggregazione, sotto la definizione Autorità di sistema del Mare
Adriatico Centrale, di Ancona, sede dell’Ap, con il controllo sui porti di
Falconara, Pescara, Pesaro, San Benedetto del Tronto (esclusa la darsena turistica)
e Ortona.
Il decreto Delrio, già nell’avvìo del suo iter parlamentare,
sta incontrando polemiche e resistenze. Ancona, che aveva tirato un sospiro di
sollievo evitando l’accorpamento con Ravenna e diventando addirittura capofila
dell’aggregazione Marche-Abruzzo, si trova sotto il fuoco di fila degli
amministratori regionali confinanti che vorrebbero unirsi a Civitavecchia per
fare l’Autorità portuale di sistema dei due mari.
«La riforma apre nuovi scenari per il ruolo di Marche e
Abruzzo all’interno della Macro regione Adriatico-Ionica – aveva commentato
Rodolfo Giampieri, presidente di Ancona (8,5 milioni di tonnellate di merce
movimentata lo scorso anno) – riconoscendo e rafforzando l’importanza
strategica di questi territori». Peccato che il presidente della Regione
Abruzzo, Luciano D’Alfonso, guardi con più interesse Civitavecchia: «Ora il
punto è stabilire le modalità di alleanza».
RAVENNA, che nel 2015 ha movimentato 24,7 milioni di
tonnellate di merce, è stata ben felice di mantenere l’autonomia, ma non ha
certo risolto per decreto i problemi di approfondimento dei fondali. Ai primi
di marzo è scaduto il mandato del presidente Galliano Di Marco; teoricamente
avrebbe potuto farne un secondo, ma il ministro Delrio ha nominato un
commissario, il contrammiraglio Giuseppe Meli, comandante della Capitaneria di
porto. Le elezioni amministrative sono previste per giugno e difficilmente le
draghe saranno attivate prima della nomina del nuovo presidente effettivo,
probabilmente dopo il voto.
VENEZIA (poco più di 25 milioni di tonnellate) rilancia
Marghera con 12 progetti, cantierabili da quest’anno per un valore di 75
milioni di euro. «Il settore passeggeri, in particolare crocieristi – spiega
però Claudia Marcolin, segretario generale dell’AP - è l’unico che mostra segni
negativi rispetto alla stagione 2014, a seguito delle limitazioni al traffico,
in attesa dell’individuazione di una via alternativa al passaggio davanti a
S.Marco».
A TRIESTE, dove si movimentano 57 milioni di tonnellate di
prodotti, di cui però i due terzi nel terminale petrolifero Siot è stato
confermato da poco commissario Zeno D’Agostino, in Friuli ormai da un anno. La
recente visita in Italia del presidente iraniano Hassan Rouhani ha portato in
dote allo scalo giuliano l’incremento del servizio container di Iranian
Shipping Line, con l’impegno ad un consistente investimento in un terminal.
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