Abbiamo rilanciato la notizia del parere non favorevole espresso dall'Assemblea del Consiglio di Stato dei Lavori Pubblici sul progetto del porto off-shore di Venezia pubblicata dal Gazzettino di domenica scorsa (22 marzo 2016).
Sarà il periodo pasquale e quindi prefestivo ma la notizia della "bocciatura" non ha trovato grande eco a livello nazionale nelle riviste del settore solitamente attente. Con nostra sorpresa nemmeno a livello locale ci sono stati commenti politici o dei media, anche loro sempre pronti a esternare sulle questioni logistiche e portuali dell'Alto Adriatico.
PORTO OFF- SHORE , COSTA NEL MIRINO DI DELRIO
Il ministro Del Rio non gradirebbe un terzo mandato per il presidente dell'autorità. Riuscirà il nostro eroe a convincere il governo per portare a casa il progetto Tresse Nuovo?
Paolo Costa, presidente dell’autorità portuale di Venezia,
sulla Nuova Venezia di oggi fa la faccia truce: il clamoroso niet del Consiglio
superiore dei lavori
pubblici (Cslp) al porto off shore di Venezia non fermerà
né lui né il suo progetto, che piace anche al sindaco Brugnaro: «Il Consiglio
superiore ha dato delle prescrizioni sul primo progetto, quello fatto dal
Consorzio Venezia Nuova, Mantovani e Tethis (…) Lo abbiamo completamente
rivisto.
Era stato concepito nell’ambito della Legge speciale per i petroli,
pagato con i soldi pubblici. Adesso non c’è più la diga in massi, costava
troppo, le protezioni sono fatte con cassoni». Ma é lui stesso ad ammettere che
se il governo non erogherà fondi pubblici, non ne arriveranno neanche di
privati. Che Costa non lo abbia presa
bene lo si capisce anche dallo svarione del professore sul Gazzettino del 21
marzo (che per vero non cita direttamente il presidente, ma astrattamente
l’autorità portuale), quando afferma che il parere del Cslp sia solo
consultivo. Una balla facilmente smontabile: basta una visitina al sito del
Consiglio, che è un organo indipendente ancorché di nomina governativa, per
capire che il parere del Cslp pesa come un macigno. Tanto da avere rispedito la
pratica off shore letteralmente in alto mare.
GRANDI NAVI & GRANDI AFFARI
Costa, classe 1943, è stato di tutto e di più: docente
universitario, consigliere comunale e sindaco di Venezia, ministro dei
trasporti, deputato europeo, rettore dell’università di Ca’ Foscari,
commissario straordinario alla realizzazione del Dal Molin Usa a Vicenza e
molto altro ancora. Che sotto sotto pensi al terzo mandato al Porto veneziano
lo si era intuito quando, puntualmente bacchettato dal M5S, aveva chiesto per
sé una parte dei poteri un tempo del Magistrato alle Acque. Con la facoltà, tra
le altre, di autorizzare lo scavo dei canali portuali. In realtà il suo
progetto attraverso il canale Tresse Nuove e quello del porto artificiale per
lui non sono che due facce della stessa medaglia: proseguire il flusso di finanziamenti
pubblici, ma non mediante procedure ordinarie bensì con procedure identificate
ad hoc.
Le preoccupazioni di coloro che da decenni criticano
radicalmente questo approccio sono corroborate da una serie di intercettazioni
tra Costa in foto e l’ex dominus del Consorzio Venezia Nuova, Giovanni
Mazzacurati, nell’ambito dell’inchiesta sul Mose. Lo stesso dicasi per la
vicenda degli scavi in laguna (illuminante la lettura di un servizio della
Nuova Venezia del 17 dicembre 2014, intitolato “La cricca del Mose voleva il
Contorta”). «Una circostanza, specie in riferimento al porto d’altura, che non
va dimenticata», come spiega Giampietro Piz dell’associazione Venezia Cambia.
Che si domanda «quali sviluppi sul piano delle indagini abbia avuto quella
intercettazione».
BALLE E POTERE
In autunno inoltrato si procederà al rinnovo delle
presidente di tutte le autorità portuali italiane. Le modalità con cui si
designerà il prescelto sono cambiate per legge: il governo ha l’obbligo di
indicare il dettaglio con cui la designazione viene attuata. Per questo motivo
se entro l’autunno non avrà promulgato i decreti attuativi si farà alla vecchia
maniera, che vede protagonisti Comune, Regione e governo. Se invece i decreti
attuativi saranno operativi allora si procederà col nuovo sistema, che prevede
nomine effettuate di concerto tra governatore regionale (Luca Zaia, nel nostro
caso) e ministro dei Lavori Pubblici (Graziano Delrio). Il quale però in
mancanza di un accordo può procedere in completa autonomia. Secondo le voci che
escono da Palazzo Chigi, Delrio non avrebbe nessuna intenzione di avallare un
terzo incarico a Costa. Primo, perché finora la prassi si é fermata a due
mandati. Secondo, perché Costa, almeno sino ad oggi, non sarebbe riuscito a
entrare nelle grazie del premier Renzi e del suo entourage. Terzo, perché la
bocciatura del Cslp suona come una bocciatura per Costa, facendo il paio con
quella decretata dalla magistratura amministrativa sullo scavo nel Canale
Petroli.
A Venezia c’è chi scommette che il professore non abbia
alcuna intenzione di andare in pensione. E che per lui sia pronto comunque un
posto al sole. Un posto di riguardo, naturalmente.
Marco Milioni
22 marzo 2016
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