mercoledì 23 marzo 2016

BOCCIATO DAL CONSIGLIO DEI LAVORI PUBBLICI L'OFF-SHORE DI VENEZIA


Abbiamo rilanciato la notizia del parere non favorevole espresso dall'Assemblea del Consiglio di Stato dei Lavori Pubblici sul progetto del porto off-shore di Venezia pubblicata dal Gazzettino di domenica scorsa (22 marzo 2016).

Sarà il periodo pasquale e quindi prefestivo ma la notizia della "bocciatura" non ha trovato grande eco a livello nazionale nelle riviste del settore solitamente attente. Con nostra sorpresa nemmeno a livello locale ci sono stati commenti politici o dei media, anche loro sempre pronti a esternare sulle questioni logistiche e portuali dell'Alto Adriatico.




Noi continuiamo a fare la nostra parte riportando questo articolo apparso ieri sul sito Vvox 



PORTO OFF- SHORE , COSTA NEL MIRINO DI DELRIO

Il ministro Del Rio non gradirebbe un terzo mandato per il presidente dell'autorità. Riuscirà il nostro eroe a convincere il governo per portare a casa il progetto Tresse Nuovo?



Paolo Costa, presidente dell’autorità portuale di Venezia, sulla Nuova Venezia di oggi fa la faccia truce: il clamoroso niet del Consiglio superiore dei lavori
pubblici (Cslp) al porto off shore di Venezia non fermerà né lui né il suo progetto, che piace anche al sindaco Brugnaro: «Il Consiglio superiore ha dato delle prescrizioni sul primo progetto, quello fatto dal Consorzio Venezia Nuova, Mantovani e Tethis (…) Lo abbiamo completamente rivisto. 

Era stato concepito nell’ambito della Legge speciale per i petroli, pagato con i soldi pubblici. Adesso non c’è più la diga in massi, costava troppo, le protezioni sono fatte con cassoni». Ma é lui stesso ad ammettere che se il governo non erogherà fondi pubblici, non ne arriveranno neanche di privati.  Che Costa non lo abbia presa bene lo si capisce anche dallo svarione del professore sul Gazzettino del 21 marzo (che per vero non cita direttamente il presidente, ma astrattamente l’autorità portuale), quando afferma che il parere del Cslp sia solo consultivo. Una balla facilmente smontabile: basta una visitina al sito del Consiglio, che è un organo indipendente ancorché di nomina governativa, per capire che il parere del Cslp pesa come un macigno. Tanto da avere rispedito la pratica off shore letteralmente in alto mare.

GRANDI NAVI & GRANDI AFFARI

Costa, classe 1943, è stato di tutto e di più: docente universitario, consigliere comunale e sindaco di Venezia, ministro dei trasporti, deputato europeo, rettore dell’università di Ca’ Foscari, commissario straordinario alla realizzazione del Dal Molin Usa a Vicenza e molto altro ancora. Che sotto sotto pensi al terzo mandato al Porto veneziano lo si era intuito quando, puntualmente bacchettato dal M5S, aveva chiesto per sé una parte dei poteri un tempo del Magistrato alle Acque. Con la facoltà, tra le altre, di autorizzare lo scavo dei canali portuali. In realtà il suo progetto attraverso il canale Tresse Nuove e quello del porto artificiale per lui non sono che due facce della stessa medaglia: proseguire il flusso di finanziamenti pubblici, ma non mediante procedure ordinarie bensì con procedure identificate ad hoc.

Le preoccupazioni di coloro che da decenni criticano radicalmente questo approccio sono corroborate da una serie di intercettazioni tra Costa in foto e l’ex dominus del Consorzio Venezia Nuova, Giovanni Mazzacurati, nell’ambito dell’inchiesta sul Mose. Lo stesso dicasi per la vicenda degli scavi in laguna (illuminante la lettura di un servizio della Nuova Venezia del 17 dicembre 2014, intitolato “La cricca del Mose voleva il Contorta”). «Una circostanza, specie in riferimento al porto d’altura, che non va dimenticata», come spiega Giampietro Piz dell’associazione Venezia Cambia. Che si domanda «quali sviluppi sul piano delle indagini abbia avuto quella intercettazione».

BALLE E POTERE

In autunno inoltrato si procederà al rinnovo delle presidente di tutte le autorità portuali italiane. Le modalità con cui si designerà il prescelto sono cambiate per legge: il governo ha l’obbligo di indicare il dettaglio con cui la designazione viene attuata. Per questo motivo se entro l’autunno non avrà promulgato i decreti attuativi si farà alla vecchia maniera, che vede protagonisti Comune, Regione e governo. Se invece i decreti attuativi saranno operativi allora si procederà col nuovo sistema, che prevede nomine effettuate di concerto tra governatore regionale (Luca Zaia, nel nostro caso) e ministro dei Lavori Pubblici (Graziano Delrio). Il quale però in mancanza di un accordo può procedere in completa autonomia. Secondo le voci che escono da Palazzo Chigi, Delrio non avrebbe nessuna intenzione di avallare un terzo incarico a Costa. Primo, perché finora la prassi si é fermata a due mandati. Secondo, perché Costa, almeno sino ad oggi, non sarebbe riuscito a entrare nelle grazie del premier Renzi e del suo entourage. Terzo, perché la bocciatura del Cslp suona come una bocciatura per Costa, facendo il paio con quella decretata dalla magistratura amministrativa sullo scavo nel Canale Petroli.

A Venezia c’è chi scommette che il professore non abbia alcuna intenzione di andare in pensione. E che per lui sia pronto comunque un posto al sole. Un posto di riguardo, naturalmente.

Marco Milioni 

22 marzo 2016

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