venerdì 5 febbraio 2016

IL RECORD DEI TRAFFICI PERDE IL PELO MA NON IL VIZIO

Gennaio è il mese in cui escono i dati dei traffici marittimi dei vari porti ed è il momento di verifica dei risultati raggiunti. A scorrere i titoli dei giornali e delle riviste del settore alimentati dai comunicati delle varie autorità portuali la quantità di record raggiunti in tutti gli scali è più che impressionante quasi imbarazzante. 

Noi pensiamo che questi dati annuali siano l'occasione per fare un bilancio onesto e pensare al futuro con realismo. Siamo sospettosi di troppi record che danno per scontata una crescita esponenziale dei traffici quasi inarrestabile. Questa scuola di pensiero serve a rincorrere finanziamenti per mega progetti da realizzare in troppi anni per essere utili. I dati dei traffici dovrebbero servire a motivare gli investimenti fatti e a valutare il rapporto costi e benefici.

Per fare questo non basta semplificare la comunicazione e presentare il tutto come la classifica finale del Festival di Sanremo. Non possiamo perdere l'occasione per sottolineare che non si possono sommare pere e mele ed aspettarsi un risultato logico.

Dagli annunci della presidente Monassi del 2014 su Trieste primo porto italiano
per volumi di merci transitate sembra non essere cambiato nulla. Quella era stata per noi l'occasione ideale per proporre di confrontare i dati con un po' di buon senso ma ci vorrà ancora del tempo probabilmente.

Trieste rimane anche nel 2015 il primo porto italiano per tonnellate movimentate ma è anche vero che senza il calcolo del petrolio del terminal SIOT perde il primato. Ci sono porti che fanno della diversificazione delle merci trattate il loro punto di forza e altri che operano quasi esclusivamente su un'unica tipologia. Per questi motivi confrontare solo le tonnellate può portarci a non capire le particolarità e l'importanza effettiva di certi porti.

Solitamente la voce più consultata è quella che riguarda la movimentazione container e quindi il numero dei teu. Anche in questo caso servirebbero almeno due avvertenze per non prendere qualche granchio, proviamo almeno a dirle.

I porti che fanno trasbordo ( transhipment ) sbarcano i container e li ricaricano su navi più piccole. Fanno due movimentazioni che entrano nei conteggi ma non hanno ancora portato la merce a destinazione. per questo motivo alcuni porti inseriscono nei loro grafici la percentuale di trasbordi effettuati. Quelle sono merci che non comportano il lavoro di trasporto dalla banchina alla destinazione finale su gomma o rotaia.
Succede anche che i container viaggino vuoti e rientrano nei conteggi dei movimenti ma obiettivamente comportano solo lavoro di spostamento.

Facciamo ora un piccolo passo avanti nella comprensione dei volumi dei traffici e concentriamo la nostra attenzione sul traffico container dei porti del Nord Adriatico che avevamo illustrato in un post precedente : TRAFFICI MARITTIMI TEU IN NORD ADRIATICO

Inseriamo in quei grafici i dati finali della movimentazione teu del porto di Genova in modo che i nostri lettori si rendano conto al di la degli annunci dei record del diverso ordine di grandezza dei dati - vi forniamo un esempio pratico di come vanno confrontati i dati senza generare equivoci in chi legge i grafici.

In questo grafico mettiamo a confronto la somma dei quattro porti del Nord Adriatico con il solo porto di Genova nella movimentazione container.


in questo invece, sempre confrontando solo i dati dei teu, confrontiamo i cinque porti presi in esame



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