lunedì 7 dicembre 2015

LA CORSA AD OSTACOLI DELLA RIFORMA DEI PORTI TARGATA DEL RIO

Riforma dei porti, 
il decreto rischia di finire
sul binario morto


Genova - Intanto il governo salva Bari: potrebbe presto diventare Authority di Sistema.

Genova - Al bivio ci sono due binari: uno conduce ad una tratta tutta in salita e piena di curve, l’altro invece è un binario morto.

Il ministero dei trasporti ha aperto i tavoli di confronto nei giorni scorsi come ha anticipato il Secolo XIX/The MediTelegraph. Assoporti è stata la prima a sedersi per cercare di limare alcuni aspetti del decreto. Due in particolare i punti su di discussione con il presidente dell’associazione degli scali italiani, Pasqualino Monti.


Il primo è la durata del mandato: tre anni - sostengono i presidenti delle Authority - sono troppo pochi. Il ministero avrebbe acconsentito ad allungare il periodo a quattro anni, la durata prevista con la legge attuale. Secondo nodo, tra gli altri, quello del ruolo delle Direzioni di scalo. Così non contano nulla e le Authority che diventeranno direzioni sono in rivolta. Oltre ad allargare le maglie sulle concessioni, il ministro è andato oltre. Nella sua visita per l’inaugurazione della piattaforma logistica di Taranto, Delrio ha aperto alla possibilità che anche Bari diventi porto core. Si starebbe lavorando ad un protocollo per garantire che in Puglia da una sola Autorità di sistema a Taranto, si possa passare a due, includendo proprio il capoluogo. 

E Savona vorrebbe partecipare alla partita: «Se quel protocollo si può applicare in Puglia, perchè non possiamo farlo anche noi?» si ragiona nella città del ponente ligure. Intanto continua la rivolta. In particolare la Cgil toscana si è scagliata contro l’ipotesi di fusione dello scalo di Carrara con quello della Spezia.


L’altro fronte aperto, quello con la presidenza del Consiglio, sembra essere il più insidioso per la riforma. Delrio ha dato il via alla stagione dei confronti, ma Palazzo Chigi potrebbe decidere di imporre una pausa lunga. In campo per il premier ora c’è anche Antonella Manzione che si è incaricata di studiare il dossier. Una situazione di stallo che rischia di bloccare la riforma, già in ritardo rispetto ai piani degli uomini di Delrio. 

E mentre tutti discutono e “smontano” la bozza di decreto - anche gli altri ministeri stanno opponendo resistenza sulle parti dei controlli e della sanità marittima - i porti italiani sono in maggioranza commissariati. 

«Si rischia la paralisi - spiega un presidente di Authority - per questo forse il governo pensa al piano B». Se si dovesse andare per le lunghe, spiega, si potrebbe ricominciare dalla vecchia 84/94 e nominare presidenti a tempo, in attesa della riforma che per ora non arriva.


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