il decreto rischia
di finire
sul binario morto
Genova - Intanto il governo salva Bari:
potrebbe presto diventare Authority di Sistema.
Genova - Al bivio ci sono due binari:
uno conduce ad una tratta tutta in salita e piena di curve, l’altro
invece è un binario morto.
Il ministero dei trasporti ha aperto i
tavoli di confronto nei giorni scorsi come ha anticipato il Secolo
XIX/The MediTelegraph. Assoporti è stata la prima a sedersi per
cercare di limare alcuni aspetti del decreto. Due in particolare i
punti su di discussione con il presidente dell’associazione degli
scali italiani, Pasqualino Monti.
Il primo è la durata del mandato:
tre anni - sostengono i presidenti delle Authority - sono troppo
pochi. Il ministero avrebbe acconsentito ad allungare il periodo a
quattro anni, la durata prevista con la legge attuale. Secondo nodo,
tra gli altri, quello del ruolo delle Direzioni di scalo. Così non
contano nulla e le Authority che diventeranno direzioni sono in
rivolta. Oltre ad allargare le maglie sulle concessioni, il ministro
è andato oltre. Nella sua visita per l’inaugurazione della
piattaforma logistica di Taranto, Delrio ha aperto alla possibilità
che anche Bari diventi porto core. Si starebbe lavorando ad un
protocollo per garantire che in Puglia da una sola Autorità di
sistema a Taranto, si possa passare a due, includendo proprio il
capoluogo.
E Savona vorrebbe partecipare alla partita: «Se quel
protocollo si può applicare in Puglia, perchè non possiamo farlo
anche noi?» si ragiona nella città del ponente ligure. Intanto
continua la rivolta. In particolare la Cgil toscana si è scagliata
contro l’ipotesi di fusione dello scalo di Carrara con quello della
Spezia.
L’altro fronte aperto, quello con la
presidenza del Consiglio, sembra essere il più insidioso per la
riforma. Delrio ha dato il via alla stagione dei confronti, ma
Palazzo Chigi potrebbe decidere di imporre una pausa lunga. In campo
per il premier ora c’è anche Antonella Manzione che si è
incaricata di studiare il dossier. Una situazione di stallo che
rischia di bloccare la riforma, già in ritardo rispetto ai piani
degli uomini di Delrio.
E mentre tutti discutono e “smontano” la
bozza di decreto - anche gli altri ministeri stanno opponendo
resistenza sulle parti dei controlli e della sanità marittima - i
porti italiani sono in maggioranza commissariati.
«Si rischia la
paralisi - spiega un presidente di Authority - per questo forse il
governo pensa al piano B». Se si dovesse andare per le lunghe,
spiega, si potrebbe ricominciare dalla vecchia 84/94 e nominare
presidenti a tempo, in attesa della riforma che per ora non arriva.
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