Porti quasi pronti alle grandi portacontainer
Venerdì 18 Dicembre 2015
Vado Ligure, Voltri e Gioia Tauro saranno i primi scali in
grado di accogliere e lavorare anche le portacontainer da 18mila teu. Gli
operatori rispondono ai dubbi espressi in un convegno di Federagenti.
Quale ruolo sta giocando l'offerta portuale italiana nella
partita del gigantismo navale internazionale? È pronta ad accogliere le navi di
più grandi dimensioni in grado di trasportare a bordo fino a 19mila teu? A
queste domande ha cercato di dare risposta il convegno dedicato al gigantismo
navale organizzato da Federagenti (Federazione nazionale degli agenti
marittimi), secondo cui gli scali italiani saranno in grado di ospitare solo
navi fino a un massimo di 15mila teu, in casi eccezionali forse 16mila.
Federagenti sostiene che le navi portacontainer di ultima
generazione non arriveranno in Italia per due motivi economici di base: il
primo è che, in assenza di un'effettiva concentrazione in pochi poli portuali,
non esiste in Italia il mercato in grado di garantire il carico sufficiente ad
alimentare questi giganti; il secondo è che le strategie già decise dai global
carrier non prevedono scalo in Mediterraneo (se non occasionalmente a Malta),
in carenza di strategie politiche italiane coerenti. Non a caso le navi di
ultimissima generazione da 18mila teu scalano solo il Nord Europa.
Michele Pappalardo, presidente degli agenti marittimi
italiani, sottolinea che
"tutti gli interventi legislativi, regolatori e
infrastrutturali del settore sono fermi al palo e il Paese si trova a subire
passivamente scelte sulle quali non può incidere, perché non può neppure
contare sulla definizione di un piano logistico o su scelte precise su quali
porti (e su quali sistemi infrastrutturali coerenti) potranno ambire a un ruolo
sulle grandi rotte del trasporto container".
Lontano dalle sale convegni, però, il mercato sembra aver
già avviato il suo processo di selezione naturale e diversi porti nel giro di due
anni saranno in grado di accogliere e lavorare anche le navi di ultima
generazione. Daniele Testi, marketing manager di Contship Italia, rivela
infatti che "Gioia Tauro e a La Spezia lo scorso febbraio sono stati i
primi porti in Italia a operare già una nave da 16.600 teu. Dal 2011 il La
Spezia Container Terminal opera le navi da 14mila teu e oggi i volumi scambiati
con navi superiori a 300 metri di lunghezza superano l'80%. Questo terminal può
accogliere contemporaneamente due navi da 14mila teu ogni settimana e può
operare, seppur con un numero di gru limitate, anche quelle da 16mila. Unità,
queste ultime, che per ora non sono utilizzate sui trade Asia-Mediterraneo per
precisa scelta delle compagnie".
Testi aggiunge poi che "a Gioia Tauro il Medcenter
Container Terminal di Contship può già operare sulle navi da 18mila teu anche
se non sono ancora impiegate sulle rotte Asia-Med ma solo sui servizi verso il
Nord Europa.
Questo terminal di transhipment ha già dimostrato la propria
capacita di operare su 3 navi da 14mila teu in contemporanea grazie a un parco
di 22 gru, di cui 9 da 23 file e un banchina lineare da oltre 3,4 km con
profondità fino a 18 metri. È importante sottolineare che la vera partita sulla
grandi navi sarà giocata sulla capacità dei porti di gestire questi picchi di
volumi verso le destinazioni finali interne. Su questo punto in Contship da
sempre sappiamo che la risposta è una maggiore quota di uso del treno
attraverso piattaforme intermodali ben infrastrutturate ed efficienti".
Non bisogna poi dimenticare che il Voltri Terminal Europa di
Genova ha ordinato otto gru di banchina (80 milioni di euro d'investimento) che
saranno consegnate a partire dal prossimo anno facendo sì che il terminal
"potrà lavorare senza problemi le navi di ultima generazione da 16mila e
18mila teu» aveva spiegato a suo tempo l'amministratore delegato Gilberto
Danesi. Dal 2018, anche a Vado Ligure potranno arrivare queste mega navi, non
appena sarà operativa la nuova Piattaforma Maersk che, come spiegato dall'amministratore
delegato di Apm Terminals Italia Carlo Merli, "lavorerà tre servizi di
linea oceanici operati con navi di portata superiore a 14mila teu".
Anche il futuro concessionario di questo terminal ha già
annunciato un piano d'investimenti da 150 milioni di euro per la costruzione e
consegna di quattro 4 gru di banchina e 14 da piazzale, per una capacità annua
di 800mila teu movimentati e con possibilità di gestire anche le navi da 18mila
teu. Come per Gioia Tauro e La Spezia, anche Vado Ligure punta tutto sulla
ferrovia: "L'obiettivo dichiarato è quello di far arrivare e partire via
treno il 40% dei container movimentati al terminal", dice Merli.
In Adriatico è e sarà Trieste (almeno fino a quando non
diventerà realtà il porto offshore di Venezia) l'unico scalo italiano in grado
di ricevere le grandi portacontainer. In settimana l'Autorità Portuale giuliana
ha firmato il prolungamento della concessione per 60 anni al Trieste Marine
Terminal per la gestione del locale terminal container che già oggi può accogliere
navi fino a 10.000 teu di capacità. Il terminalista si impegna a investire fino
a 188 milioni di euro effettuando lavori di allungamento del Molo VII in due
fasi, ciascuna finalizzata ad allungare di 100 metri la banchina d'accosto.
Al
termine dei lavori sarà raggiunta una lunghezza complessiva d'accosto di 970
metri e, grazie all'allungamento del molo, sarà possibile formare treni
completi lunghi 750 metri. Fabrizio Zerbini, presidente di TMT, spiega che
"il completamento della prima fase dei lavori ci consentirà di accogliere
contemporaneamente due navi portacontainer da 14mila teu mentre, dopo la
seconda fase e con l'acquisto di nuove gru, potremo lavorare anche le
18mila".
Nicola Capuzzo
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