martedì 24 novembre 2015

EFFETTI DEL GIGANTISMO NAVALE SECONDO IL MEDITELEGRAPH

 Genova - Una combinazione micidiale: introduzione di nuovo tonnellaggio in acqua e calo della domanda. Sono queste, più di altre, le due cause che stanno affossando il mercato dei noli nel settore del trasporto container e, in buona sostanza, costringono molte navi a viaggiare, in alcuni casi, addirittura in perdita.

Negli ultimi tempi, le principali compagnie marittime hanno cercato di tagliare la capacità della propria flotta, riducendo o accorpando linee e servizi, ma la decisione non pare aver risolto, per ora, quello che sembra essere uno dei principali problemi degli armatori internazionali, specialmente sulla rotta Asia-Europa, che sta fortemente risentendo del rallentamento economico della Cina. 

Recentemente, i noli sono passati da una media 1.005 dollari a meno di 250 dollari per un carico trasportato dalla Cina ai porti del Nord Europa, mentre mediamente il nolo per un container in viaggio da Tianjin a Genova costa circa 310 dollari. Ma quel che più preoccupa sono le prospettive: secondo una recente analisi di analisi di Drewry, il settore del trasporto container dovrà affrontare altri tre anni di overcapacity ed entro la fine del 2015 verrà introdotto sul mercato più di un milione di teu di nuova capacità.



«Siamo di fronte a una crisi molto simile a quella del 2008 – commenta Piero Lazzeri, numero uno degli spedizionieri italiani – ed è difficile ipotizzare un’inversione di tendenza a breve termine, nonostante nel 2016 crediamo potrà esserci qualche timido miglioramento». «L’unica soluzione – prosegue il presidente di Fedespedi - è che gli armatori decidano di togliere altra stiva dai servizi, ma non mi pare di vedere questa volontà».

Nel frattempo i tentativi di risollevare i livelli dei noli si sono arenati. Un campanello d’allarme importante è arrivato, nei giorni scorsi, con la messa a riposo della prima nave classe “Triple E” (da 18.000 teu) da parte di Maersk.  ( VAI AL POST DI FAQ TRIESTE )
Al momento la flotta globale di navi portacontainer di capacità superiore a 500 teu ha superato il milione di teu.

Sono 278 le unità ferme per un totale di stiva di 1,04 milioni di teu, equivalente al 5,3% della flotta complessiva. Agli inizi di novembre sono state dismesse 35 navi per 109 mila teu. Il totale è triplicato dalla scorsa primavera e si tratta della cifra più alta dal 2010 a oggi. L’unico segmento in controtendenza è quello delle navi inutilizzate fra 1.000 e 2.000 teu, il cui numero è leggermente sceso. Quelle più colpite sono invece le unità fra 3.000 e 5.100 teu, con 58 navi ferme.

«Il servizio che oggi viene offerto dalla compagnie – sottolinea Gian Enzo Duci, presidente di Assagenti – è inferiore rispetto al passato. Con le grandi alleanze, infatti, sono stati ridotti i servizi da parte delle società internazionali, ma la crisi dei noli persiste. Le compagnie puntano a riempire navi sempre più grandi, riducendo la presenza di servizi che penalizza di conseguenza i produttori. La Cina sta poi spingendo verso il proprio mercato interno – aggiunge il numero uno degli agenti marittimi genovesi – e gli scambi tra Europa e Asia stanno diminuendo. Pechino alimenta la crisi dei noli anche con i propri cantieri navali, che continuano a costruire nuove unità in un mercato già saturo. Questi aspetti porteranno probabilmente il settore verso una nuova fase di aggregazioni societarie: vedi il caso tra i due colossi asiatici China Shipping e Cosco».

C’è di più: secondo gli analisti internazionali, il perdurare delle crisi dei noli nel settore container produrrà un pesante effetto sui conti economici e spingerà molti vettori al rosso in bilancio.

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