L’annuncio del ministro Franceschini sulle navi da crociera
in Porto Vecchio apparso su IL PICCOLO, IL SOLE 24 ORE e altri ha fatto discutere Trieste di buona
mattina.
Una ipotesi ragionevole l’hanno definita la presidente della Regione
FVG e il Sindaco di Trieste.
La stampa locale ( e nostri corrispondenti da
Venezia confermano) segnala che ci sono “ veneti infuriati “ per la
dichiarazione del Ministro. Noi possiamo aggiungere che accanto ai veneziani
infuriati ci sono altri veneziani che vedono in questa affermazione del
ministro Franceschini la naturale conclusione della “politica e delle scelte fatte “ dal presidente dell’Autorità Portuale
di Venezia Paolo Costa.
A Trieste come accade di solito è iniziato il gioco “passa o
non passa “ Come pensano di
mettere le navi da crociera in Porto Vecchio dove
sostengono che le banchine e i fondali non sono adatti neanche per le navi
mercantili ?
Come al solito noi di FAQ TRIESTE vi proponiamo delle
riflessioni di un esperto che serviranno sicuramente ad arricchire il
dibattito. Mettiamo da parte per il momento tutte le altre interpretazioni
“politiche o filosofiche “ e andiamo a fornire argomenti al dibattito.
IL MIGLIOR MODO DI ENTRARE IN UN PORTO E’ CON LA PRUA AL
VENTO

Per inciso lo stabilimento balneare sulla diga vecchia ( se
sottoposto a vincolo storico ) potrebbe essere spostato sulla parte rimanente
della diga stessa. Non ci dovrebbero essere difficoltà di sorta per tecnici
italiani che negli anni hanno spostato i templi dei Faraoni per salvarli dalla
realizzazione della Diga di Assuan.
Con l’allungamento del MOLO III, e lo scavo necessario del fondale nella
parte a mare della Diga Vecchia, realizzare interamente il
progetto del Molo Bersaglieri che prevede l’
allungamento dello stesso destinando tali finanziamenti
alla nuova realizzazione del molo III – fermo restando che l’attuale Stazione Marittima potrebbe accogliere le
navi fino a 240 metri di lunghezza , mentre il molo III ospiterebbe quelle di oltre 300
metri. In questo modo a pieno regime il porto potrebbe accogliere quattro navi contemporaneamente.
La particolare prudenza dei comandanti delle navi che
ultimamente hanno scelto di non attraccare al MOLO Bersaglieri è hanno scelto
di ripartire senza sosta a Trieste ha una sua spiegazione.
La bora a Trieste ha sempre soffiato e le
navi sono sempre attraccate. Non è venuto meno il rapporto di fiducia tra i
comandanti e le strutture per l’ormeggio del porto. La vera spiegazione sta nel fatto che dopo l’incidente della
Costa Concordia le compagnie marittime hanno ristretto i margini di scelta dei
comandanti delle navi che rimangono comunque i responsabili finali
dell’operazione di ormeggio. Ovviamente con vincoli tecnici stretti preferiscono non azzardare.
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IPOTESI ALLUNGAMENTO MOLO TERZO |
Sul progetto del Ministro non si possono al momento
esprimere giudizi perché si tratta di un annuncio. Senza interventi simili a
quello che qui postiamo il Porto potrebbe ricevere due navi alla volta sul Molo
Bersaglieri mantenendo i problemi legati al vento che già si manifestano,
tenendo presente che le manovre sul lato sud della Stazione Marittima
comportano difficoltà maggiori e richiedono vento più debole ancora.
Le navi mercantili sono più stabili e fanno meno resistenza
alle raffiche perché sono più basse e pescano a carico pieno anche più di dieci
metri mentre le navi da crociera pescano 8 metri e sono alte una cinquantina.
L’effetto bandiera è garantito quando soffia la bora.
Sulla scelta di spostare le navi da crociera da Venezia a
Trieste le variabili sono tante. Se le meganavi non potranno più entrare a
Venezia sarebbe bene trovare un altro scalo per evitare che il traffico finisca
altrove. Andrebbe seguito l’esempio degli scali liguri che hanno visto
allargare lo sviluppo del traffico crocieristico nel tempo da Genova a Savona e
negli ultimi anni a La Spezia.
5 anni e non e' cambiato nulla. A Trieste si fanno e si faranno solamente chiacchiere da bar. Trieste non e' nei piani dell' Italia e non lo sara' mai, salvo per erigere nuovi altari della patria e fomentare l'odio con le genti locali e vicine ai confini.
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