mercoledì 23 settembre 2015

SDEMANIALIZZAZIONE PORTO VECCHIO: TEMPI, MODALITA' E COSTI DELL'OPERAZIONE



- Interrogazione dd 22 settembre 2015  

INTERROGAZIONE A RISPOSTA IN COMMISSIONE

Aris Prodani

Al Ministro dell’Ambiente e Tutela del Territorio e del Mare, Al Ministro delle Infrastrutture e Trasporti

-per sapere

-premesso che

la legge 23 dicembre 2014, n. 190 (legge di stabilità 2015) all’art. 1 comma 618 dispone che il regime giuridico internazionale di punto franco del Porto Vecchio di Trieste sia spostato ad
altre zone legate alle attività portuali per posizione, funzione e logistica;

il successivo comma 619 stabilisce che: “… le aree, le costruzioni e le altre opere  appartenenti  al  demanio  marittimo comprese  nel  confine  della  circoscrizione  portuale,  escluse  le banchine, l’Adriaterminal e la fascia costiera del Porto  vecchio  di Trieste, sono sdemanializzate e assegnate al  patrimonio  disponibile del comune di Trieste per essere destinate  alle  finalità  previste dagli  strumenti  urbanistici.  Il  comune  di  Trieste  aliena,  nel rispetto della legislazione nazionale ed europea in materia, le  aree e gli immobili sdemanializzati e i relativi introiti sono  trasferiti all’Autorità   portuale   di   Trieste   per   gli   interventi   di infrastrutturazione del Porto nuovo e delle nuove aree  destinate  al regime internazionale di punto franco.”;

si apprende da articoli di stampa locale (Il piccolo del 27 e 28 marzo) che nel mese di marzo il sindaco Cosolini ed il commissario dell’Autorità Portuale Zeno D’Agostino abbiano raggiunto, alla presenza di rappresentanti della Direzione Generale e della Struttura Territoriale dell’Agenzia del Territorio e di dirigenti della Regione, un accordo formale per la sdemanializzazione dell’area del Porto Vecchio individuando le aree da destinare al patrimonio disponibile del Comune -magazzini storici, edifici ed aree scoperte- e quelle da lasciare al demanio marittimo- tutta la linea di costa, le banchine inclusa la stazione marittima del Molo Quarto, l’Adriaterminal, gli stabilimenti balneari del dopolavoro ferroviario e del Cral del porto e le società nautiche con sede sul terrapieno di Barcola-;

in particolare, nell’articolo del 28 marzo viene riportata l’intenzione del sindaco Cosolini di voler accelerare i tempi per la sdemanializzazione e di procedere allo spostamento del punto franco nonché alla vendita delle aree e degli immobili a investitori internazionali appena dopo l’estate;

come riportato dal Il Piccolo del 9 luglio, l’accordo per la delimitazione dei confini  tra gli immobili dell’antico scalo  da trasferire al patrimonio disponibile del Comune e quelli  di proprietà del demanio marittimo è stato firmato l’8 luglio dal direttore dell’agenzia del Demanio Roberto Reggi, dalla presidente regionale Debora Serracchiani, dal commissario straordinario del Porto Zeno D’Agostino, dal comandante della Capitaneria di porto Natale Serrano e dal dirigente del Provveditorato interregionale alle opere pubbliche Giorgio Lillini;

da un articolo de Il Piccolo del 20 agosto si apprende che la giunta Cosolini abbia approvato, con delibera, una Convenzione con l’Autorità Portuale relativa all’espletamento in autunno di una gara per l’individuazione di un Advisor che abbia finzioni di consulenza in merito all’approvazione del Piano Strategico per la Valorizzazione del Porto Vecchio. Inoltre, l’articolo specifica che si sia individuata, per il vincitore della gara, la somma di 180 mila euro di cui 110 a carico del Comune e 70 dell’Autorità Portuale;

sul blog “F.A.Q. Trieste” è stato pubblicato il 2 settembre un commento in merito alla sdemanializzazione del Porto Vecchio, ripercorrendo le tappe temporali dell’iter attuativo e mettendo in evidenza il ritardo dell’intero procedimento rispetto alle previsioni ottimistiche annunciate lo scorso marzo dal Sindaco Cosolini; inoltre, vengono annotate una serie di riflessioni relative al passaggio delle aree e delle strutture dal demanio marittimo al patrimonio comunale, che mettono in risalto la necessità di interventi amministrativi e di passaggi burocratici specifici quali la registrazione, la valutazione, la catalogazione ed infine il trasferimento al Comune dei beni e delle strutture. Viene anche evidenziato che per la realizzazione di tutti i procedimenti amministrativi si debbano sostenere delle spese, di cui non si conosce l’ammontare, e sia necessario del tempo che difficilmente si possa prevedere;


  • quali provvedimenti, anche normativi, intendano adottare per garantire chiarezza e trasparenza nelle procedure amministrative necessarie per la realizzazione della sdemanializzazione del Porto Vecchio di Trieste;

  • se esista una stima dei costi e dei tempi reali dell’intero procedimento di sdemanializzazione dell’area e del trasferimento del Punto Franco internazionale e quale sia il valore effettivo del Porto Vecchio di Trieste;

  • se reputino necessario prevedere dei controlli, di concerto con il Comune di Trieste, la Regione del Friuli Venezia Giulia, l’Autorità Portuale di Trieste e l’Agenzia del Demanio, per definire i costi dell’operazione ed evitare che lievitino eccessivamente a danno dei cittadini e dell’economia della città di Trieste.




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