- Interrogazione dd 22 settembre 2015
INTERROGAZIONE A RISPOSTA IN COMMISSIONE
Aris Prodani
Al Ministro dell’Ambiente e Tutela del Territorio e del
Mare, Al Ministro delle Infrastrutture e Trasporti
-per sapere
-premesso che
la legge 23 dicembre 2014, n. 190 (legge di stabilità 2015)
all’art. 1 comma 618 dispone che il regime giuridico internazionale di punto
franco del Porto Vecchio di Trieste sia spostato ad
altre zone legate alle
attività portuali per posizione, funzione e logistica;
il successivo comma 619 stabilisce che: “… le aree, le
costruzioni e le altre opere
appartenenti al demanio
marittimo comprese nel confine
della circoscrizione portuale,
escluse le banchine,
l’Adriaterminal e la fascia costiera del Porto
vecchio di Trieste, sono
sdemanializzate e assegnate al
patrimonio disponibile del comune
di Trieste per essere destinate
alle finalità previste dagli strumenti
urbanistici. Il comune
di Trieste aliena,
nel rispetto della legislazione nazionale ed europea in materia, le aree e gli immobili sdemanializzati e i
relativi introiti sono trasferiti
all’Autorità portuale di
Trieste per gli
interventi di
infrastrutturazione del Porto nuovo e delle nuove aree destinate
al regime internazionale di punto franco.”;
si apprende da articoli di stampa locale (Il piccolo del 27
e 28 marzo) che nel mese di marzo il sindaco Cosolini ed il commissario
dell’Autorità Portuale Zeno D’Agostino abbiano raggiunto, alla presenza di
rappresentanti della Direzione Generale e della Struttura Territoriale
dell’Agenzia del Territorio e di dirigenti della Regione, un accordo formale
per la sdemanializzazione dell’area del Porto Vecchio individuando le aree da
destinare al patrimonio disponibile del Comune -magazzini storici, edifici ed
aree scoperte- e quelle da lasciare al demanio marittimo- tutta la linea di
costa, le banchine inclusa la stazione marittima del Molo Quarto,
l’Adriaterminal, gli stabilimenti balneari del dopolavoro ferroviario e del
Cral del porto e le società nautiche con sede sul terrapieno di Barcola-;
in particolare, nell’articolo del 28 marzo viene riportata
l’intenzione del sindaco Cosolini di voler accelerare i tempi per la
sdemanializzazione e di procedere allo spostamento del punto franco nonché alla
vendita delle aree e degli immobili a investitori internazionali appena dopo
l’estate;
come riportato dal Il Piccolo del 9 luglio, l’accordo per la
delimitazione dei confini tra gli
immobili dell’antico scalo da trasferire
al patrimonio disponibile del Comune e quelli
di proprietà del demanio marittimo è stato firmato l’8 luglio dal
direttore dell’agenzia del Demanio Roberto Reggi, dalla presidente regionale
Debora Serracchiani, dal commissario straordinario del Porto Zeno D’Agostino,
dal comandante della Capitaneria di porto Natale Serrano e dal dirigente del
Provveditorato interregionale alle opere pubbliche Giorgio Lillini;
da un articolo de Il Piccolo del 20 agosto si apprende che
la giunta Cosolini abbia approvato, con delibera, una Convenzione con
l’Autorità Portuale relativa all’espletamento in autunno di una gara per
l’individuazione di un Advisor che abbia finzioni di consulenza in merito
all’approvazione del Piano Strategico per la Valorizzazione del Porto Vecchio.
Inoltre, l’articolo specifica che si sia individuata, per il vincitore della
gara, la somma di 180 mila euro di cui 110 a carico del Comune e 70
dell’Autorità Portuale;
sul blog “F.A.Q. Trieste” è stato pubblicato il 2 settembre
un commento in merito alla sdemanializzazione del Porto Vecchio, ripercorrendo
le tappe temporali dell’iter attuativo e mettendo in evidenza il ritardo
dell’intero procedimento rispetto alle previsioni ottimistiche annunciate lo
scorso marzo dal Sindaco Cosolini; inoltre, vengono annotate una serie di
riflessioni relative al passaggio delle aree e delle strutture dal demanio
marittimo al patrimonio comunale, che mettono in risalto la necessità di
interventi amministrativi e di passaggi burocratici specifici quali la
registrazione, la valutazione, la catalogazione ed infine il trasferimento al
Comune dei beni e delle strutture. Viene anche evidenziato che per la
realizzazione di tutti i procedimenti amministrativi si debbano sostenere delle
spese, di cui non si conosce l’ammontare, e sia necessario del tempo che
difficilmente si possa prevedere;
- quali provvedimenti, anche normativi, intendano adottare per garantire chiarezza e trasparenza nelle procedure amministrative necessarie per la realizzazione della sdemanializzazione del Porto Vecchio di Trieste;
- se esista una stima dei costi e dei tempi reali dell’intero procedimento di sdemanializzazione dell’area e del trasferimento del Punto Franco internazionale e quale sia il valore effettivo del Porto Vecchio di Trieste;
- se reputino necessario prevedere dei controlli, di concerto con il Comune di Trieste, la Regione del Friuli Venezia Giulia, l’Autorità Portuale di Trieste e l’Agenzia del Demanio, per definire i costi dell’operazione ed evitare che lievitino eccessivamente a danno dei cittadini e dell’economia della città di Trieste.
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