giovedì 10 settembre 2015

IL SUPER ATTIVISMO DI PAOLO COSTA PER L'OFF-SHORE DI VENEZIA

"" E come la mettiamo riguardo al dualismo nord Adriatico tra Venezia e Trieste? Qual è nel merito il giudizio del governo rispetto al progetto di porto offshore coltivato da Venezia? Solo su questo capitolo il ministro chiede tempo: «Il progetto offshore di Venezia richiede un'istruttoria ancora molto importante. Sono prudente perché ci sono tanto sostenitori molto convinti, quanto oppositori altrettanto determinati. E io vorrei capire meglio»." 
da IL PICCOLO 8 agosto 2015 intervista al ministro Del Rio

LUCI E OMBRE

Super attivismo di Paolo Costa presidente Autorità Portuale di Venezia, ex Ministro e ex Sindaco della città, in appoggio al suo progetto di Porto off-shore per Venezia.

Dopo illustrazioni del progetto in giro per l'Europa ecco l'iniziativa estiva riportata sul sito dell'Autorità Portuale di Venezia. 


Il 23 luglio una folta delegazione di circa 160 rappresentanti delle realtà pubbliche e private cinesi e italiane è stata impegnata in un confronto sul tema della Via dellaSeta del ventunesimo secolo: non più solo storia e memoria, ma opportunità di sviluppo economico e culturale contemporaneo; il forum è infatti utile alla creazione di partnership concrete a favore dello sviluppo delle relazioni tra Italia e Cina.

Il Porto di Venezia, già individuato quale terminale occidentale della Via della Seta ricopre infatti un ruolo strategico non solo per le radici storiche di antico punto di arrivo e partenza
della Via della Setadescritta da Marco Polo nel Milione, ma anche economiche per le potenzialità di collegamento che da Venezia si irradiano verso il cuore dell’Europa manifatturiera.
Priorità Cultura e Autorità Portuale di Venezia sono i partner italiani del forum promosso da China Public Diplomacy Association, una delle più importanti associazioni di emanazione governativa della Repubblica Popolare Cinese, e Silk Road Cities Alliance che raggruppa tutte le città posizionate lungo la Via della Seta.
L'incontro, strategico dal punto di vista culturale ed economico, ha visto la partecipazione del Ministrodegli Esteri Paolo Gentiloni, del Sottosegretario al Ministero dell’Economia e Finanza, Pierpaolo Barettae dell’ex Ministro degli esteri cinese Li Zhaoxing.
L'evento si è concluso con la firma del Memorandum of Understanding tra i porti di Venezia e Ningbo,uno dei principali porti cinesi, e capolinea orientale della Via delle Seta del XXI°Secolo. I due scali quindilavoreranno insieme per rafforzare via mare il legame tra Oriente e Occidente grazie allo scambio diinformazioni, piani e progetti innovativi utili per rinsaldare quella rotta oggi già percorsa dalle navi della“Ocean3”, l’alleanza globale tra le compagnie CMA-CGM, Uasc e China Shipping.

E ORA L'ULTIMA TROVATA DI PAOLO COSTA

Annunciato un bando di gara per la realizzazione del Piano Regolatore del Porto di Venezia del valore di un milione e cinquecentomila euro. Questa la cifra che viene ipotizzata per ripagare chi si aggiudicherà la realizzazione del PRP di Ve.

NOTA 1: Cosa prevede la legge sui porti tutt'ora vigente, la legge 84/94 per i piani regolatori portuali ? 


10. Segretariato generale.
4. Il segretario generale:
f) elabora il piano regolatore portuale, avvalendosi della segreteria tecnico-operativa;
8. Presidente dell'autorità portuale.
3. Il presidente dell'autorità portuale:
c) sottopone al comitato portuale, per l'adozione, il piano regolatore portuale;
9. Comitato portuale.
3. Il comitato portuale:
b) adotta il piano regolatore portuale;

Non si parla di gare internazionali o di bandi milionari nella legge tutt'ora vigente

NOTA 2 : Come si garantisce il Presidente dell'APV che il PRP elaborato da terzi risponda ai suoi desideri ?

Lo fa vincolando l'esito della gara alle LINEE GUIDA elaborate da lui medesimo e dal suo staff. Per cui possiamo leggere nelle LINEE GUIDA che :

 MOSE

NOTA 3 : PERCHE' E' NECESSARIO IL PORTO D'ALTURA PER IL PORTO DI VENEZIA SECONDO COSTA ?

sempre dalle LINEE GUIDA leggiamo che :


Quindi la necessità del porto off-shore nasce dalla realizzazione delle paratie mobili per l'alta marea denominate MOSE di cui Paolo Costa era un accanito sostenitore.

NOTA 4 : MA IL PRESIDENTE COSTA CI HA ABITUATO A QUESTE CONTRADDIZIONI, COME QUANDO HA RICHIESTO IL RICONOSCIMENTO PER IL PORTO DEI DANNI REALIZZATI DAI LAVORI DEL MOSE DI CUI ERA UN ACCANITO SOSTENITORE

La nuova di venezia e mestre

Lavori in corso per il Mose: il Porto chiede i danni

Costa, Trevisanato e Santi (Agenti marittimi) al Consorzio Venezia Nuova: «La posa dei cassoni ci ha danneggiato». La grana sul tavolo del ministro Lupi
di Alberto Vitucci

16 aprile 2014

VENEZIA. Il Porto chiede i danni al Consorzio Venezia Nuova per aver dovuto «interrompere l’attività a causa dei lavori del Mose». 
Una vicenda che ha dell’incredibile. Anche perché la richiesta di danni milionaria – con tanto di calcoli al centesimo – è stata inviata da un ufficio dello Stato a un altro. E in copia al ministro delle Infrastrutture Maurizio Lupi, che adesso dovrà dirimere l’imbarazzante questione. 
Tre lettere distinte sono arrivate nei giorni scorsi alla sede del Consorzio Venezia Nuova in Arsenale. Una firmata dalla Venezia terminal passeggeri e dal suo presidente, l’avvocato Sandro Trevisanato, un’altra a fine marzo dal presidente del Porto Paolo Costa, altre due (il 5 e l’8 aprile) dal presidente degli agenti marittimi del Veneto Alessandro Santi. L’accusa rivolta al concessionario dello Stato è quella di aver danneggiato le attività portuali nella fase di posa dei cassoni del Mose nella bocca di Lido. 
Per questo Vtp chiede di essere risarcita con 676 mila euro. Ma il danno, scrive Costa, «è stato molto più grave e ha provocato guai all’intera struttura portuale». 
Il presidente del Consorzio Venezia Nuova Mauro Fabris non l’ha presa bene. Non commenta, ma si dice che abbia reagito piuttosto duramente alla richiesta. «Ma come? Proprio Paolo Costa, che del Mose è stato uno dei sostenitori e ben sa i passaggi che sono stati stabiliti per realizzarlo?»
Al Porto ha già risposto il Magistrato alle Acque, che come l’Autorità portuale dipende dal ministero delle Infrastrutture. «Il Mose è un’opera strategica di interesse nazionale», ha scritto a Costa, «e i tempi degli interventi erano noti». Sulla questioone è già stata indetta una riunione a Roma per le prossime ore. Ma certo non sembra che la richiesta avanzata dai tre soggetti portuali (Trevisanato, Costa e Santi) potrà essere accolta facilmente. «Noi abbiamo una concessione e siamo stati danneggiati», dice il presidente di Vtp. Ma nell’altro ufficio dello Stato obiettano che per interventi straordinari la concessione può anche essere sospesa per qualche tempo, come succede nelle autostrade in caso di lavori urgenti.
In ogni caso due dei «poteri forti» della città sono adesso contrapposti l’uno all’altro a suon di carte bollate. Secondo il Porto l’intera attività sarebbe stata danneggiata dai lavori in questi mesi. Tesi sostenuta proprio da Costa, che fu prima come ministro e poi come sindaco uno dei maggiori sostenitori della grande opera alle bocche di porto. Per respingere le critiche di allora – tra cui quelle che il Mose avrebbe danneggiato l’attività del porto – venne anche proposta nel 2002 dalla giunta Costa e adesso

costruita la conca di navigazione a Malamocco, che dovrebbe far passare le grandi navi in caso di chiusura delle barriere, una volta che queste sarenno state ultimate. Per la cronaca, la conca appena finita è già troppo piccola per le navi di ultima 

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