Porto Franco Trieste Confetra sollecita
30 aprile 2015
Occorre accelerare la definizione della gestione dei siti
TRIESTE – Il presidente della Associazione degli
Spedizionieri del porto di Trieste, dottor Stefano Visintin, ha ribadito che
l’associazione è sempre stata ferma nella sua difesa del Porto Franco, anche
quando tutti gli altri, o quasi, indicavano nel regime di porto franco
addirittura un freno allo sviluppo del porto.
Ora, avendo disgiunto il regime
del porto franco dalla sua fisicità insistente nelle aree del Porto Vecchio,
quasi tutti riconoscono che si tratta di un asset da valorizzare.
L’ASPT ASTRA FVG, sollecita da tempo in tutte le sedi
politiche un intervento legislativo
che riconosca definitivamente in capo
all’Autorità Portuale di Trieste i poteri di amministrazione, organizzazione e
promozione del Porto Franco internazionale di Trieste come stabiliti dal
Trattato di pace di Parigi del 1947, ed in particolare che vengano chiaramente
attribuiti al presidente della Autorità Portuale di Trieste i poteri del
direttore del Porto Franco stabiliti negli articoli da 1 a 20 del Trattato
predetto.
Siamo in attesa fin dal 1994 dell’emanazione del decreto
ministeriale previsto dall’art. 6, comma 12, della legge n. 84/1994, con cui si
doveva stabilire l’organizzazione amministrativa per la gestione dei punti
franchi del Porto di Trieste.
La revisione della legge n. 84/1994, di cui si parla da
anni, continua ad essere rimandata. Oggi si parla di “non prima del dicembre 2015”.
Il Porto Franco Internazionale di Trieste – dice Visentin –
non può continuare ad aspettare oltre.
L’Associazione degli Spedizionieri del porto di Trieste
ritiene che la normativa vigente consenta alla Autorità Portuale ed al
commissario del Governo nella Regione Friuli Venezia Giulia di adottare
autonomamente i provvedimenti necessari per definire l’organizzazione
amministrativa per la gestione dei punti franchi del Porto Franco di Trieste,
nonché i relativi poteri del presidente della Autorità Portuale di
Trieste/direttore del Porto Franco, le modalità per lo spostamento del Punto
Franco Vecchio e l’individuazione delle nuove aree in cui attivare il o i nuovi
Punti Franchi.
Essendo così individuato nella Autorità Portuale di Trieste
e nel suo commissario il soggetto amministratore e garante dello speciale
regime del Porto Franco, l’ASPT ASTRA FVG auspica che si dia finalmente piena
attuazione alle prerogative del Porto Franco medesimo, inclusa la possibilità
di effettuare all’interno operazioni di manipolazione e di trasformazione
industriale.
Premesso che, fatta eccezione per il “Punto Franco
Industriale”, i Punti Franchi del Porto Franco di Trieste devono essere
soggette alla amministrazione della Autorità Portuale di Trieste,
l’Associazione ritiene ciò faciliterà il cosiddetto ”trasferimento” del regime
di porto franco dalle aree del Punto Franco Vecchio ad altre aree site
nell’ambito territoriale della provincia di Trieste, nella misura in cui si
tratti di aree portuali adeguate ai traffici commerciali marittimi o di aree
retroportuali funzionalmente collegate alle aree portuali.
NOTA di FAQTrieste: " Qui sopra vi abbiamo proposto l'articolo della Gazzetta Marittima di Livorno sulla conferenza stampa del presidente Visentin sulla questione dei Punti Franchi. Ora solo per fare il "GIOCO DELLE DIFFERENZE " sul modello della Settimana Enigmistica vi propomiamo anche un articolo de IL PICCOLO sulla stessa notizia.
Noi ci siamo accorti che mancano sul PICCOLO tutti i riferimenti al Trattato di Pace di Parigi e agli articoli dell'allegato VIII. Forse per evitare che le argomentazioni degli spedizionieri siano similari a quelle dei vari indipendentismi triestini. "
Controllate da voi :
Por fine a un'attesa durata ventuno anni. E' quel che chiede per il futuro del porto franco la Aspt-Astra Fvg, l'associazione degli spedizionieri del porto di Trieste. Il presidente Stefano Visintin, accompagnato dal segretario Ampelio Zanzottera, ha tenuto una conferenza stampa per proporre all'Autorità portuale di prendere l'iniziativa e dare operatività al regime "azzoppato" dai tempi della legge 84 del 1994: secondo Astra, infatti, la normativa vigente consentirebbe all'Ap di prendere in mano la questione senza attendere nuovi interventi legislativi. Con tutto ciò che comporta in termini di attività industriali e di spostamento dei punti franchi.
NOTA di FAQTrieste: " Qui sopra vi abbiamo proposto l'articolo della Gazzetta Marittima di Livorno sulla conferenza stampa del presidente Visentin sulla questione dei Punti Franchi. Ora solo per fare il "GIOCO DELLE DIFFERENZE " sul modello della Settimana Enigmistica vi propomiamo anche un articolo de IL PICCOLO sulla stessa notizia.
Noi ci siamo accorti che mancano sul PICCOLO tutti i riferimenti al Trattato di Pace di Parigi e agli articoli dell'allegato VIII. Forse per evitare che le argomentazioni degli spedizionieri siano similari a quelle dei vari indipendentismi triestini. "
Controllate da voi :
Pressing sullo spostamento del Punto franco
Appello degli spedizionieri: «Perso fin troppo tempo. Ora la Torre del Lloyd ha gli strumenti per agire» IL PICCOLO 29 aprile 2015

«Noi sostenevamo l'importanza di questo strumento anche quando tutti ne dubitavano - spiega Visintin -. Ora l'onda lunga dell'emendamento Russo ha svincolato il regime dalla sua fisicità insistente nelle aree del Porto vecchio, e quasi tutti ne riconoscono il valore». Da ventuno anni l'associazione attende che il ministero dei Trasporti emani il decreto attuativo della legge 84, con cui si doveva stabilire l'organizzazione amministrativa per la gestione dei punti franchi del porto triestino. «Doveva esser fatto tempo fa ma oggi sarebbe desueto - dice Visintin -. La revisione della legge 84, di cui si parla da anni, continua ad essere rimandata e pare non possa arrivare prima del prossimo anno. Ma il porto franco internazionale di Trieste non può aspettare oltre».
Da questa esigenza di passare ai fatti nasce la proposta di Astra: «Riteniamo che la normativa vigente consenta all'Autorità portuale ed al commissario del governo di adottare autonomamente i provvedimenti necessari per definire l'organizzazione amministrativa per la gestione dei punti franchi, nonché i relativi poteri del presidente dell'Ap/direttore del Porto franco, le modalità per lo spostamento del punto franco vecchio e l'individuazione delle nuove aree in cui attivare i punti franchi».
L'associazione auspica che in questo modo si arrivi «alla piena attuazione delle prerogative del porto franco, inclusa la possibilità di effettuare all'interno operazioni di manipolazione e di trasformazione industriale». Il discorso si applica anche a quello che viene definito impropriamente "trasferimento" dei punti franchi. Con l'eccezione del punto franco industriale, soggetto ad Ezit, tutti gli altri sono amministrati dall'Autorità portuale: ciò consentirebbe all'Ap di estendere il regime ad aree del demanio o anche private, purché il gestore sia pronto ad operare sotto l'ombrello amministrativo dell'Autorità:
«La svolta faciliterà il "trasferimento" dal punto franco vecchio ad altre aree site nell'ambito territoriale della provincia di Trieste - conclude l'Astra -, nella misura in cui si tratti di aree portuali adeguate ai traffici commerciali marittimi o di aree portuali retroportuali funzionalmente collegate».
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