venerdì 5 giugno 2020

THE DAY AFTER. IL PRIMO GIORNO DEL PORTO DI TRIESTE SENZA IL SUO PRESIDENTE



La chiave dell’attività della nuova ANAC, nella visione attualmente espressa è quella di vigilare per prevenire la corruzione creando una rete di collaborazione nell’ambito delle amministrazioni pubbliche e al contempo aumentare l’efficienza nell’utilizzo delle risorse, riducendo i controlli formali, che comportano tra l’altro appesantimenti procedurali e di fatto aumentano i costi della pubblica amministrazione senza creare valore per i cittadini e per le imprese (dal sito dell’ANAC).

E’ difficile trovare le parole per esprimere lo sconcerto della comunità marittimo portuale di Trieste alla notizia che l’Autorità Nazionale Anticorruzione ha dichiarato Zeno d’Agostino decaduto dalla carica di Presidente dell’Autorità di Sistema Portuale del Mare Adriatico Orientale con effetto retroattivo, rendendo nulli gli atti firmati durante questi anni.
Tralasciando per il momento di esprimere i nostri sentimenti, ignorando i commenti di politici, amministratori e giornalisti, vorremmo sforzarci di capire cosa significa in concreto questa retroattività.
Cosa significa azzerare quattro anni di scelte, di decisioni, di processi messi in moto, di cantieri aperti, di impegni internazionali sottoscritti? Significa per esempio che l’Agenzia del Lavoro portuale viene sciolta? E torniamo al sistema delle cooperative? Significa che i lavori della piattaforma logistica vengono fermati e magari la parte già finita fatta saltare con la dinamite? Significa che l’Interporto di Fernetti deve sgomberare le aree ex Wartsila? Significa che Adriafer deve restituire le locomotive che ha acquistato? Significa che qualcuno dei concessionari di terminal deve andarsene?
Queste sono in questo momento, nella nostra comunità, le frequently asked questions, FAQ.
La sensazione che proviamo, come molti cittadini di Trieste oggi, è quel terribile senso d’insicurezza, d’inquietudine che ti dà il fatto di sentirti in una società dove è proprio lo stato a volerti dimostrare che tra diritto e buon senso non c’è conciliazione. Dove ti può capitare di tutto, dove un vigile ti può dare una multa perché attraversi la strada sulle striscie mentre dietro di lui, indisturbato, un uomo sta picchiando a sangue una donna.
Ci sarà un ricorso, dicono, magari le cose si aggiusteranno, ma questa sensazione di vivere in una condizione nella quale le regole invece di portare ordine e sicurezza arrecano disorientamento, spaesamento, non ce la toglie nessuno. Soprattutto in un momento nel quale stiamo uscendo dall’esperienza del virus che ci ha resi tutti più fragili e intimoriti, meno sicuri di noi stessi. L’etimologia del termine “regola” la fa derivare dal latino regere che significa “guidare diritto”. Qua si ha la sensazione di stare su una nave col timone in avaria, in una vettura che sbanda.
Ci sarà un ricorso, magari le cose si aggiusteranno. Certo, ma intanto sono riusciti a spezzare un percorso, a rompere quella “guida diritta” che ha portato lo scalo triestino e la sua comunità marittimo-portuale a uno sviluppo, a uno slancio, che non si vedeva da anni. E questo, al di là degli aggiustamenti, è un danno irreversibile, perché nulla sarà come prima.

4 commenti:

  1. L'ANAC sentenzia che Zeno D'Agostino non poteva assumere il ruolo di Presidente.

    Tutti uniti chiaramente a fianco del Presidente Zeno D'Agostino, ma come possiamo pensare che con questi discutibili esempi questo nostro Paese sia realmente in grado di risalire la china, ed attrarre nuovi investitori ed imprenditori per rilanciare le proprie economie e creare nuove opportunità occupazionali, se le leggi e le normative che regolano sia le nomine che lo svolgimento delle varie attività sono di fatto un vero colabrodo "dove purtroppo la grande assente é la certezza del diritto e la rapidità del giudizio" situazioni che chiaramente aprono le porte ad interminabili diatribe e contenziosi, con il conseguente congelamento/annullamento di atti, accordi, decisioni, e sopratutto della crescita delle nostre economie.

    Chiaramente non sono in grado di giudicare l'operato dell'ANAC, ma mi chiedo se servivano proprio quattro anni per accorgersi dell'incompatibilità della sua nomina a Presidente dello Scalo, ed a tal proposito in merito alla discutibile tempistica necessaria per analizzare e formalizzare l'istruttoria relativa alla congruità della nomina, penso che se questa lentezza fosse per l'ANAC davvero la norma allora mi sembra ampiamente condivisibile l'affermazione "che questa Autorità Amministrativa di Giudizio" abbia realmente dei seri problemi funzionali, in quanto con questi condizionamenti il nostro Paese non può certamente illudersi di poter realmente generare adeguati stimoli/interessi a livello sia Nazionale che Internazionale e ribadisco risalire la china.

    Per concludere temo che comunque questa vicenda anche se avrà un lieto fine, possa inevitabilmente generare degli strascichi poco graditi per il futuro della Portualità Triestina, in quanto le nostre certezze che alla fine di questo primo mandato per quanto ha saputo fare la riconferma di Zeno Presidente per un secondo ulteriore mandato fosse un fatto scontato, purtroppo rischiamo che dette giustificate nostre certezze possano invece dissolversi come delle bolle di sapone.

    Brunello Zanitti Giuliano

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  2. I porti italiani sono la metafora di questo paese.

    Complessi, internazionali, in competizione globale, in continua tensione verso il futuro ma costretti a sopravvivere in un ambito culturale, normativo ed economico italiano cristallizzato a decenni fa, per non dire secoli,sottoposto agli scranni di un potere burocratico ormai anacronistico quanto inadeguato, che a braccetto con la politica partorisce norme su norme, disposizioni su disposizioni generando dedali di opacità, insicurezza e comtinui tentativi di deregulation.

    La vicenda di Trieste, un porto che con D'Agostino e Sommariva ha finalmente riconquistato un ruolo internazionale di primaria importanza, ne è una ennesima prova.

    Forza Zeno, forza Mario e che questa manifestazione di inadeguatezza del sistema centrale burocratico e di vigilanza, possa essere foriera di cambiamento sostanziale.

    I port e tutti i portuali di qualsiasi livello e ruolo sono un patrimonio inestimabile del paese, economico,occupazionale,specialistico e democratico che merita ben altro riguardo e rispetto.

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