In
questi primi mesi del 2020 i principali periodici specializzati del
settore “porti, shipping e logistica” hanno analizzato le
possibili conseguenze della pandemia Covid19 sull’andamento dei
volumi dell’intercambio commerciale oltremare a livello globale.
Vediamo di riassumere con ordine alcuni dei dati più significativi di queste analisi.
Vediamo di riassumere con ordine alcuni dei dati più significativi di queste analisi.
- Secondo Alphaliner, nel secondo trimestre del 2020, dopo i primi ridimensionamenti adottati fino a marzo pari complessivamente a una riduzione di capacità di trasporto di 2,6 Milioni di Teu, le compagnie taglieranno più di 250 partenze sulle principali rotte del Transpacifico, del Transatlantico e dell’Europa/Far East, pari a una capacità di trasporto di ulteriori 3 milioni di TEU; il che equivale a una riduzione complessiva del 30%; alla fine di marzo le navi inattive erano ben 338; l’effetto complessivo sui volumi del trade su base annua sarà determinato ovviamente dalla durata che questi provvedimenti avranno;
- Le stime formulate dalla W.T.O. (World Trade Organization) e diramate il 9 aprile scorso prevedono per il 2020 un calo significativo dell’interscambio commerciale a livello globale, con un range previsionale articolato su due distinti scenari, uno ottimistico, pari al -13%, uno pessimistico fino al -32%;
- Le prime proiezioni annuali dell’impatto determinato sul PIL delle singole economie sono state formulate dall’OCSE alla fine di marzo nel corso della riunione del G20, con riferimento al primo trimestre dell’anno, nelle seguenti misure: Cina -20%, Stati Uniti -25%, Francia e Italia -27%, Spagna e Germania -30%; su base annuale e a livello globale l’OCSE ha indicato che ogni mese di fermo delle attività produce un calo del PIL di due punti percentuali;
- Il 14 aprile il F.M.I. (Fondo Monetario Internazionale) ha diramato il World Economic Outlook per il 2020/2021, formulando le proprie previsioni a medio-lungo termine di andamento del PIL nelle singole economie a seguito della pandemia in corso, che si riportano in estratto nella tabella che segue, riferita alle principali aree economiche:
FMI
- PROIEZIONI ANDAMENTO PIL - DATI 2019 - 2020 - 2021 IN %
|
|||
PAESE
|
2019
|
2020
|
2021
|
MONDO
|
2,9
|
-3,0
|
5,8
|
EURO
AREA
|
1,2
|
-7,5
|
4,7
|
UNITED
KINGDOM
|
1,4
|
-6,5
|
4,0
|
STATI
UNITI
|
2,3
|
-5,9
|
4,7
|
CHINA
|
6,1
|
1,2
|
9,2
|
RUSSIA
|
1,3
|
-5,5
|
3,5
|
Dai
dati esposti appaiono rilevanti gli effetti globali sull’economia
dell’Euro Area dove in testa spicca l’Italia (-9,1%), seguita da
Spagna (-8%), Francia (-7,2%) e Germania (-7%).
Quali
effetti avrà questa brusca flessione sul versante portuale del Nord
Adriatico e soprattutto su Trieste? Un tentativo di previsione può
essere azzardato solamente per la modalità di trasporto in
full-container, per le altre categorie merceologiche i parametri sono
oltremodo differenziati, come ad esempio il caso del petrolio.
Nella
tabella sottostante si riportano le previsioni dell’andamento del
PIL per i paesi dell’area costituente l’hinterland del Porto di
Trieste:
PREVISIONI
FMI PIL PAESI HINTERLAND - %
|
||||
AREA | PAESE |
2019
|
2020
|
2021
|
ECONOMIE STABILI | ITALIA |
0,3
|
-9,1
|
4,8
|
AUSTRIA |
1,6
|
-7,0
|
4,5
|
|
GERMANIA |
0,6
|
-7,0
|
5,2
|
|
MEDIA
STABILI
|
0,8
|
-7,7
|
4,8
|
|
ECONOMIE EMERGENTI | UNGHERIA |
4,9
|
-3,1
|
4,2
|
REP.CECA |
2,6
|
-6,5
|
7,5
|
|
SLOVACCHIA |
2,3
|
-6,2
|
5,0
|
|
POLONIA |
4,1
|
-4,6
|
4,2
|
|
SLOVENIA |
2,4
|
-8,0
|
5,4
|
|
MEDIA
EMERGENTI
|
3,3
|
-5,7
|
5,3
|
|
TOTALE |
MEDIA
AREA
|
2,0
|
-6,7
|
5,0
|
In base a tali parametri e sulla scorta
del coefficiente di relazione tra PIL e container trade elaborato nel
2019 dagli analisti - che peraltro molto probabilmente in questa
particolare situazione dovrà essere opportunamente ricalcolato - è
possibile ipotizzare dei valori di previsione dell’andamento del
traffico container per singolo paese:
PREVISIONI
CONTAINER TRADE-DA MOLTIPLICATORE PIL (1:1,4) - %
|
||||
AREA | PAESE |
2019
|
2020
|
2021
|
ECONOMIE STABILI | ITALIA |
0,4
|
-12,7
|
6,7
|
AUSTRIA |
2,2
|
-9,8
|
6,3
|
|
GERMANIA |
0,8
|
-9,8
|
7,3
|
|
MEDIA
STABILI
|
1,2
|
-10,8
|
6,8
|
|
ECONOMIE EMERGENTI | UNGHERIA |
6,9
|
-4,3
|
5,9
|
REP.CECA |
3,6
|
-9,1
|
10,5
|
|
SLOVACCHIA |
3,2
|
-8,7
|
7,0
|
|
POLONIA |
5,7
|
-6,4
|
5,9
|
|
SLOVENIA |
3,4
|
-11,2
|
7,6
|
|
MEDIA
EMERGENTI
|
4,6
|
-8,0
|
7,4
|
|
TOTALE | MEDIA AREA |
2,9
|
-9,4
|
7,1
|
Dall’analisi
su esposta, si può desumere che nel 2020 si avrà un calo dei flussi
da e per i paesi dell’area “stabili” (Italia, Austria e
Germania) intorno al -10,8%, mentre i flussi da e per i paesi
dell’area emergenti subiranno un calo minore, intorno al -8%, con
una ripresa nel 2021 rispettivamente al +6,8% e al +7,4%.
Molto
però dipenderà dalla ripartizione del traffico in/out che le
compagnie marittime delle due principali alleanze, la 2M (Maersk e
MSC) e la Ocean Alliance (CMA, Cosco, Evergreen e altri)
pianificheranno sui tre scali di Trieste, Capodistria e Fiume, scelta
che sarà influenzata dalla capacità dell’offerta logistica messa
in campo dai rispettivi sistemi portuali per la presa/consegna a
mercato dei volumi del carico; di seguito il grafico degli andamenti,
con proiezioni al 2024:
Sulla
scorta dei dati diffusi da Trieste Marine Terminal e riferiti al
primo trimestre 2020, il traffico dei contenitori nel porto di
Trieste non ha ancora subito riduzioni evidenti, registrando un
andamento più o meno analogo a quello del primo trimestre 2019,
+0,56% a gennaio, +9,75% a febbraio e -7,6% a marzo, con un dato
consolidato pari al +0,89%, inoltre, dall’analisi degli schedule
periodici delle unità in arrivo/partenza al terminal, entrambi i
servizi oceanici delle due alleanze, la 2M e la Ocean Alliance, hanno
sinora mantenuto la regolarità delle toccate settimanali con navi di
grande capacità.
Nella
seconda metà del mese di aprile inoltre, sul fronte dell’offerta
logistica, è stato attivato un nuovo servizio ferroviario
intermodale diretto Trieste-Vienna, in alternativa al precedente
servizio diffuso via Villaco, su richiesta di uno dei due partner
della 2M, la M.S.C. di Ginevra.
Non sono ancora noti i dati trimestrali di Capodistria e Fiume, ma si
auspica che il trend sinora registrato a Trieste sia analogo anche
nei due scali concorrenti, in quanto si ha fondato motivo di ritenere
che la via più sicura per garantire al Nord Adriatico anche in
questa particolare e sofferta situazione il ruolo di “gate europeo”
sia quella di prospettare un’offerta portuale “di sistema”.
Per
concludere, incrociando doverosamente le dita, se non interverranno
drastici tagli delle frequenze/navi da parte delle compagnie
marittime sulla direttrice Adriatica, gli effetti della crisi in atto
non saranno particolarmente rilevanti, anche alla luce delle
imminenti parziali sospensioni dei provvedimenti di “lockdown” in
Germania, Austria e negli altri paesi dell’Est Europa, fatti salvi
ovviamente gli eventuali colpi di coda del Covi19, che si spera poi
possa estinguersi definitivamente con l’avvento della stagione
calda.
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