domenica 1 dicembre 2019

LA DOMENICA E' IL GIORNO GIUSTO PER CITARE PAPA FRANCESCO



Papa Francesco ai portuali che fermarono le navi delle armi: "Bravi! Basta ipocrisia"
A Genova a maggio il boicottaggio del carico destinato alla guerra nello Yemen
di MARCO PREVE

Papa Francesco non ha fatto espressamente il nome di Genova ma il suo “bravi!” ai portuali che hanno bloccato un traffico di armi verso lo Yemen è stato interpretato dai camalli della Lanterna come un chiaro riferimento alla loro battaglia di metà maggio.
Tutto è nato da alcune dichiarazioni rilasciate dal pontefice un paio di giorni fa sull'aereo che lo stava riportando a Roma dal suo ultimo 



viaggio in Asia. I giornalisti di alcune agenzie hanno riportato queste sue frasi su quella che il papa ha definito "ipocrisia armamentista: Paesi cristiani, o almeno di cultura cristiana, Paesi europei che parlano di pace e vivono delle armi. Ipocrisia si chiama questa".
Occorre "finirla con quella ipocrisia", ha continuato il Pontefice, "che una Nazione abbia il coraggio di dire: 'Io non posso parlare di pace perche' la mia economia guadagna tanto con la fabbricazione delle armi...'". Occorre "parlare come fratelli. La fratellanza umana! Fermiamoci ragazzi, fermiamoci perche' la cosa e' brutta!”.
Poi ecco il riferimento a un episodio che ricorda sia quello di Genova che quello di Le Havre in Francia.
“In un porto, adesso non ricordo bene - ha detto papa Francesco - è' arrivata una nave piena di armi che doveva passare le armi a una nave piu' grande che doveva andare nello Yemen, e noi sappiamo cosa succede nello Yemen. I lavoratori del porto hanno detto no. Sono stati bravi! E la nave e' tornata a casa sua. Un caso, ma ci insegna come si deve andare" avanti perche' "la pace oggi e' molto debole, molto debole! Ma non dobbiamo scoraggiarci".
La vicenda sembra proprio essere quella della Yanbu la nave della compagnia di bandiera dell'Arabia Saudita Bahri. A seguito di un'inchiesta giornalistica in Francia, a Le Havre, i dockers del porto rifiutano di caricare carri armati e cannoni destinati alla guerra in Yemen dove, secondo fonti Onu, le principali vittime farebbero parte della popolazione civile.
La Yanbu è attesa nel porto di Genova dove deve caricare attrezzature e materiali e tecnologie destinate sempre alle truppe saudite impegnate in na delle guerre più sanguinose degli ultimi decenni.
A quel punto scatta la mobilitazione guidata dalla Cgil e da tutti i portuali fra i quali anche il Collettivo autonomo Calp. Poi si aggregano altre associazioni e organizzazioni anche del mondo cattolico come salesiani ed Acli. All'arrivo della Yanbu ecco il blocco, lo sciopero, le lunghe contrattazioni e poi la nave va via senza carico.
L'iniziativa dei portuali che oggi il papa applaude in città non ha però ottenuto un consenso generale. Anzi. C'è chi ha pensato solo agli affari del porto, o meglio delle grandi compagnie e degli operatori. Come Giovanni Toti governatore della Liguria che disse: “La protesta danneggia la competitività del nostro scalo, non aiuta il lavoro italiano, non aiuta la nostra crescita”. Le critiche di Toti, l'applauso di un pontefice.
Fonte : LA REPUBBLICA vai all’articolo integrale
 

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