Come era nell’aria da tempo, i due terminalisti
triestini limitrofi General Cargo Terminal (Scalo Legnami) e Piattaforma
Logistica Trieste, il primo controllato dal secondo (compagine guidata
dall’imprenditore locale Francesco Parisi, azionista di maggioranza relativa),
hanno avviato con l’Autorità di Sistema Portuale la procedura per
l’unificazione dei due compendi.
L’operazione, cui dovrebbe seguire anche una fusione societaria
per incorporazione (di GCT in PLT), riguarda un’area di oltre 300mila metri
quadri, destinata a merci varie e ro-ro. E a rappresentare la ‘base’ del nuovo
terminal container (Molo VIII) che il Piano Regolatore Portuale del 2016
prevede, nel lungo termine, per questa zona dello scalo. L’accordo quadro con
l’AdSP su cui si fonda l’istanza di PLT e GCT, infatti, prevede fra le altre
cose l’impegno degli istanti alla progettazione di tale opera. Che dovrà essere
“idonea ad accogliere navi portacontenitori aventi portata fino a circa 24mila
TEUs, con conseguente necessità di disporre di fondali che consentano
l’ormeggio e l’evoluzione anche di tale tipologia di unità, nonché collegamenti
retroportuali idonei ad ottimizzare i flussi di traffico in entrata e in uscita
dal terminal”.
La pubblicazione appena avvenuta da parte dell’AdSP di parte
della relativa documentazione presentata dalle due società configura l’avvio di
una procedura per il rilascio di una nuova concessione e sollecita la
presentazione di eventuali istanze concorrenti. La richiesta degli istanti è di
allungare di 30 anni la durata della concessione di GCT che scadrà nel 2024 o,
almeno, di parificarla a quella di PLT (30 anni dal collaudo dell’infrastruttura,
in via di completamento). Per la quale, comunque, si chiede all’AdSP una
proroga, in funzione, come nel caso di GCT, di un piano di investimenti
integrativo a quello in corso di realizzazione.
Fra PLT e GCT si tratta complessivamente di opere per circa 12,5
milioni di euro, fra cui spiccano “la progettazione, realizzazione e messa in
opera di un nuovo raccordo ferroviario” e la “redazione del progetto definitivo
per la realizzazione della Grande Stazione di Servola, per il collegamento
diretto di GCT-PLT alla linea ‘alta’ RFI unitamente al collegamento viario
nella parte PLT”. Previsto inoltre “un aumento dello spessore delle
pavimentazioni dell’impalcato oggetto di concessione PLT (aumento determinato
dalle nuove tipologie di traffici che PLT intende intercettare sulla base di
negoziati in corso con importanti interlocutori terzi intervenuti
successivamente all’approvazione del progetto)”.
L’istruttoria durerà fino al 27 settembre, anche perché, in caso
non ci siano domande concorrenti o siano ritenute meno confacenti ai piani
dell’ente, l’AdSP dovrà adottare entro la fine del mese una delibera che
autorizzi la sottoscrizione del primo accordo sostitutivo su cui si basa
l’istanza dei due terminalisti, essendo invece fissato al prossimo 30 giugno il
termine massimo entro cui firmare l’atro accordo cardine del progetto.
Evidente come l’eventuale esito positivo dell’operazione
potrebbe dare l’abbrivio alla concretizzazione dei numerosi
rumor che negli ultimi mesi hanno coinvolto PLT, con il
presunto interesse all’ingresso in società di soggetti come China Merchants
Group, TIL (MSC) o Yildirim. Voci che l’unione dei due compendi, l’ipotesi Molo
VIII e quella di un’eventuale disponibilità di parte delle adiacenti aree oggi
occupate dalla Ferriera di Servola (il gruppo Arvedi ha recentemente annunciato
l’intenzione di dismettere l’area a caldo e due tavoli sono stati avviati a
livello locale e a Roma) potrebbero tramutare a breve in qualcosa di più.
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