Abbiamo trovato in rete questo ragionamento firmato genericamente portuali genovesi e triestini che lascia intendere una analisi comune. Noi di FaqTrieste che da sempre abbiamo privilegiato i contenuti rispetto agli autori ve lo proponiamo integralmente. Si tratta di un punto di vista che contiene anche paragoni non sempre puntuali tra la situazione dei due porti.
Il porto di Genova con la sua Compagnia di Lavoratori portuali è un caso unico nel panorama degli scali italiani con una storia ricca su cui abbiamo già scritto e sulla quale ritorneremo a pubblicare pezzi. La sua particolarità e quindi la difficoltà di fare paragoni con altri porti è l'unica raccomandazione che ci sentiamo di fare a chi affronta la lettura di questo testo. Non ci convincono in particolare i confronti delle due AdSP molto diverse tra loro, e anche la situazione sindacale che è totalmente diversa tra le due città.
BUONA LETTURA
L'UNITÀ DEI PORTUALI TRIESTINI E GENOVESI VINCE!
SI È CONCLUSA CON UN
ACCORDO TRA IL PRESIDENTE D'AGOSTINO E IL CLPT-USB DI TRIESTE LA VERTENZA SULLO
SPOSTAMENTO AL TERMINAL STEINWEG-GMT DEI LAVORATORI DA GENOVA PER FARLI
LAVORARE AL POSTO DI QUELLI TRIESTINI.
I PORTUALI GENOVESI SONO
RIENTRATI A GENOVA E LE OPERAZIONI DI SBARCO DELLA NAVE “BUNUN ELEGANCE”
ALL'ADRIA TERMINAL SONO TORNATE A ESSERE AFFIDATE AL PERSONALE TRIESTINO E
NUOVO PERSONALE SARÀ FORMATO PER L'OCCASIONE DALL'ADSP.
Steinweg-GMT è uno dei
principali operatori della logistica dei metalli nel mondo, che in Italia ha
due terminal specializzati a Genova e Trieste con annessi magazzini
riconosciuti dal London Metal Exchange grazie ai quali può fare profitti
ulteriori con le borse e i mercati delle materie prime. Sulla base della
concessione ottenuta dovrebbe essere organizzato con uomini e mezzi adeguati ai
traffici che gestisce tanto nell'uno che nell'altro porto.
Qualche giorno fa
però Steinweg-GMT dichiara che siccome a Trieste è arrivata una nave con un
carico eccezionale di alluminio (che probabilmente con la vicenda dei dazi di
Trump vale ancora di più un sacco di soldi) non ha il personale sufficiente e
che nemmeno la ditta in appalto e l'Agenzia del lavoro portuale riescono a soddisfare
le sue richieste di manodopera. Un carico può anche essere eccezionale ma
certamente non è imprevisto. La nave è partita dalla Malesia il 5 maggio e sarà
stata noleggiata e caricata un po' di giorni prima. Insomma da almeno un mese
il potente e ricco terminalista multinazionale aspetta la nave “eccezionale” a
Trieste e che cosa fa?
Pensa a investire in occupazione e formazione a Trieste
come gli prescrive la legge? No, se ne sta zitto e ordina omertà ai suoi per
agire in nome della libertà di impresa che è l'unica legge che ai terminalisti
piace: sposta per un mese una parte del personale dalla concessione di Genova a
quella di Trieste. E siccome se la deve vedere almeno formalmente con le regole
del porto di Trieste trascina i funzionari dell'AdSP triestina e lo stesso
Presidente D'Agostino in una farsa grottesca. (nota 1 di FAQTRIESTE)
Siccome per lavorare nelle
operazioni portuali devi essere iscritto negli appositi registri dei lavoratori
portuali (ossia essere dipendente di un'impresa terminalista o di una ditta di
appalto o del fornitore di manodopera temporanea (agenzia o compagnia), in ogni
caso devi dipendere da un soggetto autorizzato a operare in quel determinato
porto), non può mandare in trasferta e neppure in distacco i lavoratori
genovesi.
Ecco allora il coniglio dal cappello, la madre di tutte le
liberalizzazioni o se volete il massimo della provocazione. Come fare sì che lo
stesso lavoratore sia assunto a Genova e a Trieste contemporaneamente?
Mettendolo in aspettativa non retribuita a Genova per un mese e assumendolo per
un mese a Trieste! A parte che saremmo curiosi di vedere quante delle carte
necessarie a formalizzare questi movimenti sono state effettivamente comunicate
ai lavoratori, compilate e debitamente depositate e quanto invece una volta
passato il mese e il carico non venga tutto tralasciato, resta il fatto che si
crea ad arte un precedente di mobilità del lavoro portuale tra le imprese
terminaliste, di uno stesso porto o di porti diversi, contrario allo spirito e
alla lettera della legge, nel solo interesse dei terminalisti e contro
l'interesse dei lavoratori.
Ma vogliamo
essere benevoli, nonostante tutto, e comprensivi, perché non ci piace gridare
“Guai ai vinti!” anche se siamo consapevoli che i lavoratori portuali triestini
e genovesi, soprattutto grazie al dialogo avvenuto tra loro insieme ai
sindacati, tutti uniti questa battaglia l'hanno stravinta e che il terminalista
GMT e anche l'AdSP che gli va riverentemente dietro l'hanno persa, rimediando
il primo la figura che si addice al nostro capitalismo straccione sempre pronto
a truccare le carte per i propri esclusivi profitti (canoni irrisori, proroghe
di concessioni senza gara, vendita appena conviene alle imprese e ai fondi
stranieri), rimediando la seconda la figura
di debolezza e di superficialità nell'affrontare una questione invece di
capitale importanza.
Se l'AdSP di Trieste si è trovata davvero in una
situazione di emergenza perché non ha
messo il terminalista di fronte alle sue responsabilità di assumere e formare
il personale, mentre invece si è resa scudo del terminalista, assumendosi lei
tutte le colpe e i ritardi che pure ci dicono essere stati per esempio nella
formazione dei lavoratori dell'Agenzia, ma oggi anch'esse in via di soluzione?
E poi perché non ha scelto la strada della trasparenza e invece ha acconsentito
il silenzio omertoso della GMT? (nota 2 di FAQTRIESTE)
Poteva chiedere ai sindacati genovesi e
triestini unitariamente di esaminare il caso, o anche ai nazionale trattandosi
di materia che investe i fondamenti della regolazione del lavoro portuale.
(nota 3 di FAQTRIESTE)
Caso
invece ha voluto che siano stati direttamente i lavoratori a scoprire la
vicenda, a denunciarla, a protestare e infine a conquistare la soluzione che
ristabilisce la legalità e la regolarità del mercato e dell'organizzazione del
lavoro portuale. Tanto più significativo è che questa vicenda abbia unito due
grandi porti nazionali, i due approdi secondo le cronache e le previsioni
commerciali della nuova via della seta. Se una morale vogliamo trarre è proprio
questa: i terminalisti, gli armatori, gli spedizionieri, gli agenti marittimi
ecc. non pensino di arricchirsi con la seta trattando il lavoro e ricompensando
i lavoratori con gli stracci.
Non glielo permettiamo, né di fronte ai tentativi
di autoproduzione, né di fronte ai trucchi delle emergenze, né di fronte alla
finzione degli appalti di manodopera, né di fronte ai ricatti dell'automazione.
PER L'UNITÀ DI TUTTI I
LAVORATORI DEL PORTO E DEI PORTI PER
L'UNITÀ DI TUTTI I LAVORATORI DELLA LOGISTICA
I PORTUALI GENOVESI E
TRIESTINI
4 giugno 2018
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